Alain Beyeler

L’alternativa ai tassi obbligazionari a zero

31 Marzo 2015 09:35

financialounge -  Alain Beyeler Carlo Capaul GAM mercati azionari tassi di interesse
no soltanto le famiglie e i piccoli risparmiatori a soffrire per i tassi di rendimento dei titoli di stato e dei bond bancari e postali ai minimi storici e, in molti casi, vicini allo zero. Un problema ancora più grave pende sui fondi pensione e sulle gestioni assicurative che devono garantire la sostenibilità delle rendite erogate (e da erogare) nel lungo termine.
Una soluzione consiste nell’aumentare la duration, ovvero la scadenza media dei titoli in portafoglio: in tal modo è ancora possibile pescare titoli con rendimenti leggermente più rotondi. Tuttavia il rischio è molto alto a fronte di un extra rendimento molto esiguo e che, peraltro, potrebbe non bastare a colmare il gap necessario alle gestioni per garantire l’erogazione delle rendite.
Facciamo un esempio per chiarire il concetto. Se si acquista oggi il BTP 1.9.2046 al prezzo di124,8 euro, si ricava un rendimento lordo annuo del 2,17%: un tasso superiore di un punto e mezzo percentuale rispetto al BTP quinquennale ma che, comunque, resta molto contenuto rispetto alle medie degli ultimi anni. Non solo. Se i rendimenti dei titoli di stato della zona euro, e quindi anche di quelli italiani, dovessero salire anche di solo mezzo punto percentuale nei prossimi 12 mesi, il possessore del BTP 1.9.2046 perderebbe circa l’11% del valore del titolo (che scivolerebbe quindi intorno ad un prezzo di 111,2 euro).
Per questa ragione molti gestori orientano le proprie attenzioni verso il mercato azionario alla ricerca di opportunità di investimento capaci di combinare una solidità patrimoniale e reddituale con la distribuzione di un dividendo generoso e sostenibile.
“A livello internazionale, le aziende presentano in media fondamentali forti e dispongono di riserve di contante cumulate sui loro bilanci per un totale di oltre dieci mila miliardi di franchi svizzeri. Molte società sono quindi in grado di pagare i dividendi e/o riacquistare le azioni senza intaccare la forza dei propri fondamentali. Le compagnie con flussi interessanti di capitale libero e bilanci solidi, che puntano in futuro sulla crescita dei dividendi e sui riacquisti di azioni, tendono a ottenere plusvalenze nel lungo periodo. Inoltre, queste aziende offrono al portafoglio stabilità ed entrate, grazie a una tradizione pluriennale di dividendi solidi e sostenibili” spiegano Carlo Capaul e Alain Beyeler, gestori del fondo JB Global Equity Income di Swiss & Global Asset Management che poi aggiungono: “A livello globale c’è un ampio spettro di aziende che rientra in questa categoria e che può beneficiare di una crescente richiesta da parte degli investitori in cerca di redditi. Attualmente ci sono ad esempio molte aziende europee con valutazioni interessanti e con un buon potenziale di crescita dei dividendi, come Volkswagen e Siemens. È necessario tuttavia prestare attenzione alla selezione dei titoli nel settore energetico perché il basso prezzo del petrolio si potrebbe ripercuotere negativamente sulla redditività delle aziende e molte potrebbero optare quindi, nel medio periodo, per una riduzione dei dividendi”.

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