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Le due lezioni del caso Yoox

3 Aprile 2015 09:40

financialounge -  imprese Net a porter yoox
ci anni fa, un investitore italiano con grande fiuto degli affari, Elserino Piol decise di finanziare lo sviluppo di Yoox, società fondata da Federico Marchetti di e-commerce, nel settore della moda e del design. Elserino Piol, grande esperto del settore dell'informatica e titolare di società di venture capital (specializzate nel finanziare l'avvio o la crescita di un'attività in settori ad elevato potenziale di sviluppo ma giudicate troppo rischiose per i mercati dei capitali standard o dei prestiti bancari) aveva già partecipato a investimenti di successo tra i quali quello in Tiscali, la società internet che riuscì a crescere fino a diventare provider informatico tra i più importanti al mondo tra la fine del 1999 e il 2000 arrivando a capitalizzare in borsa in pochi mesi dal suo debutto nel 1999 circa 30 mila miliardi di lire (pari a 15,5 miliardi di euro).
Tornando a Yoox, che nel 2000 aveva richiesto 25 milioni di finanziamento, nel 2009 viene quotata in Borsa capitalizzando 209 milioni di euro. Già così, si sarebbe trattato di una storia imprenditoriale di successo. Ma in questi giorni ecco la notizia bomba della fusione tra Yoox e Net-a-porter (la società e-commerce del gruppo Richemont) che valorizza la società fondata e guidata da Marchetti circa 1,6 miliardi di euro: cioè 64 volte il valore dell’investimento iniziale. In un paese come il nostro, caratterizzato da persone talvolta geniali e da una miriade di piccole e micro imprese, il percorso di Yoox impone un paio di riflessioni.
In primis che le idee che stanno alla base di molte start up, in qualsiasi ambito, costituiscono una risorsa importante da preservare e sviluppare sia perché garantiscono nuovi posti di lavoro e sia perché possono generare un valore aggiunto in grado di moltiplicare in modo significativo le risorse investite: per impostare una crescita sostenibile dell’economia italiana nei prossimi anni è indispensabile quindi attivare un sistema paese che coinvolga il legislatore, in termini di agevolazioni fiscali mirate e controllabili, i finanziatori (sia privati che banche) e i risparmiatori (abituandoli ad investire nel medio lungo termine con strumenti specializzati che li coinvolgano nell’economia reale).
In secondo luogo, l’accusa di nanismo rivolta alla stragrande maggioranza delle imprese italiane assume in quest’ottica un rilievo minore: quando l’idea di base del business model è vincente e i fondatori dell’impresa vengono affiancati efficacemente da esperti nella consulenza di azienda e da finanziatori che non fanno mancare mai il supporto, il percorso di crescita aziendale consente di siglare matrimoni anche con colossi internazionali senza finire necessariamente per diventare delle semplici prede. Esattamente come è riuscita fare Yoox fondendosi con la società del gruppo Richemont.

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