dividend growth equities
Borsa, ecco i titoli che generano rendimenti più stabili e regolari
7 Aprile 2015 14:00
o performance in periodi di volatilità, specialmente durante le fasi di ribasso dei mercati, sono una delle ragioni che le rende particolarmente interessanti in un portafoglio azionario. Infatti i rendimenti più stabili e regolari generati durante le correzioni dei mercati sono stati un importante motore della performance storica a lungo termine di questa asset class. Stiamo parlando delle dividend growth equities, le azioni di società che per anni, in alcuni casi per decenni, hanno registrato una continua crescita delle cedole distribuite.
Titoli che suscitano l’interesse di molti investitori per la loro tendenza a presentare bilanci solidi, un buon livello di redditività ed altri elementi fondamentali degni di nota ma che, per gli esperti di Goldman Sachs Asset Management (“GSAM”), si fanno apprezzare molto in questa fase dei mercati per una caratteristica forse meno conosciuta: presentano storicamente perdite inferiori rispetto alle azioni core durante le fasi di forti vendite sui mercati azionari.
“Abbiamo confrontato l’andamento dell’Indice S&P 500 Dividend Aristocrats, un benchmark delle dividend growth equities, con quello dell’Indice S&P 500 nel periodo dal maggio 2005, data di lancio del Dividend Aristocrats, al 31 dicembre 2014. Sette volte su dieci, il maggior ribasso annuale dello S&P 500 risulta più ampio del ribasso subito dal benchmark delle dividend growth equities nello stesso arco di tempo. Nelle dieci fasi di ribasso considerate, questi titoli hanno registrato una perdita media del 12,4%, a fronte di un -15,4% per l’indice di mercato” fanno sapere i professionisti di GSAM.
La sovraperformance di queste azioni nel tempo evidenzia il loro effetto cumulativo di attenuazione delle perdite nelle fasi di ribasso dei mercati: dal 2 maggio 2005, data di lancio dello S&P 500 Dividend Aristocrats, le società emittenti di dividend growth equities si sono apprezzate del 179%, a fronte di una progressione, nello stesso periodo, del 118% per l’Indice S&P 500.
Un trend che si è ripresentato negli ultimi mesi del 2014 ed in particolar modo nel periodo dal 18 settembre al 15 ottobre, definito «The Growth Scare» dagli esperti, quando una serie di eventi economici e geopolitici a livello mondiale ha suscitato il timore di una battuta di arresto della crescita globale causando un forte aumento della volatilità di mercato: in tale periodo, le dividend growth equities hanno sovraperformato molte delle principali categorie azionarie, limitando il ribasso a circa la metà della perdita (-7,3%) subita dall’S&P 500.
“Riteniamo che questa tendenza storica sia uno dei segreti della performance a lungo termine delle dividend growth equities, ed uno dei motivi per cui questa categoria di titoli regga favorevolmente il confronto con una varietà di investimenti azionari. Inoltre, i dati di performance di lungo periodo mostrano che, oltre a contenere le perdite rispetto alle azioni core nei periodi di forti vendite azionarie, questi titoli hanno anche offerto esposizione ai potenziali rialzi durante le fasi di mercato favorevoli” sottolineano gli specialisti di GSAM per i quali le dividend growth equities costituiscono, per questa tendenza storica a partecipare ai rialzi del mercato e a contenere i ribassi, non soltanto investimenti potenzialmente interessanti in periodi volatili, ma anche delle possibili alternative per un’allocazione azionaria fondamentale di lungo periodo.
ARTICOLO AD USO ESCLUSIVO DEGLI INVESTITORI PROFESSIONISTI E QUALIFICATI.
Tutti
gli investimenti comportano dei rischi, tra cui la possibile perdita
del capitale. Le opinioni espresse sono quelle dell’autore/autori alla
data di pubblicazione del documento e possono variare in qualsiasi
momento a causa di cambiamenti del mercato o delle condizioni
economiche.
Tutte le informazioni concernenti, i rendimenti attesi e
le prospettive di mercato si basano sui risultati della ricerca, delle
analisi e delle opinioni dell’autore/autori. Pertanto, talune
conclusioni sono anche di natura speculativa e potrebbero quindi non
realizzarsi.
I rendimenti passati non sono indicativi dei risultati
futuri. Tutti gli investimenti comportano rischi, tra cui la possibile
perdita del capitale.
Titoli che suscitano l’interesse di molti investitori per la loro tendenza a presentare bilanci solidi, un buon livello di redditività ed altri elementi fondamentali degni di nota ma che, per gli esperti di Goldman Sachs Asset Management (“GSAM”), si fanno apprezzare molto in questa fase dei mercati per una caratteristica forse meno conosciuta: presentano storicamente perdite inferiori rispetto alle azioni core durante le fasi di forti vendite sui mercati azionari.
“Abbiamo confrontato l’andamento dell’Indice S&P 500 Dividend Aristocrats, un benchmark delle dividend growth equities, con quello dell’Indice S&P 500 nel periodo dal maggio 2005, data di lancio del Dividend Aristocrats, al 31 dicembre 2014. Sette volte su dieci, il maggior ribasso annuale dello S&P 500 risulta più ampio del ribasso subito dal benchmark delle dividend growth equities nello stesso arco di tempo. Nelle dieci fasi di ribasso considerate, questi titoli hanno registrato una perdita media del 12,4%, a fronte di un -15,4% per l’indice di mercato” fanno sapere i professionisti di GSAM.
La sovraperformance di queste azioni nel tempo evidenzia il loro effetto cumulativo di attenuazione delle perdite nelle fasi di ribasso dei mercati: dal 2 maggio 2005, data di lancio dello S&P 500 Dividend Aristocrats, le società emittenti di dividend growth equities si sono apprezzate del 179%, a fronte di una progressione, nello stesso periodo, del 118% per l’Indice S&P 500.
Un trend che si è ripresentato negli ultimi mesi del 2014 ed in particolar modo nel periodo dal 18 settembre al 15 ottobre, definito «The Growth Scare» dagli esperti, quando una serie di eventi economici e geopolitici a livello mondiale ha suscitato il timore di una battuta di arresto della crescita globale causando un forte aumento della volatilità di mercato: in tale periodo, le dividend growth equities hanno sovraperformato molte delle principali categorie azionarie, limitando il ribasso a circa la metà della perdita (-7,3%) subita dall’S&P 500.
“Riteniamo che questa tendenza storica sia uno dei segreti della performance a lungo termine delle dividend growth equities, ed uno dei motivi per cui questa categoria di titoli regga favorevolmente il confronto con una varietà di investimenti azionari. Inoltre, i dati di performance di lungo periodo mostrano che, oltre a contenere le perdite rispetto alle azioni core nei periodi di forti vendite azionarie, questi titoli hanno anche offerto esposizione ai potenziali rialzi durante le fasi di mercato favorevoli” sottolineano gli specialisti di GSAM per i quali le dividend growth equities costituiscono, per questa tendenza storica a partecipare ai rialzi del mercato e a contenere i ribassi, non soltanto investimenti potenzialmente interessanti in periodi volatili, ma anche delle possibili alternative per un’allocazione azionaria fondamentale di lungo periodo.
ARTICOLO AD USO ESCLUSIVO DEGLI INVESTITORI PROFESSIONISTI E QUALIFICATI.
Tutti
gli investimenti comportano dei rischi, tra cui la possibile perdita
del capitale. Le opinioni espresse sono quelle dell’autore/autori alla
data di pubblicazione del documento e possono variare in qualsiasi
momento a causa di cambiamenti del mercato o delle condizioni
economiche.
Tutte le informazioni concernenti, i rendimenti attesi e
le prospettive di mercato si basano sui risultati della ricerca, delle
analisi e delle opinioni dell’autore/autori. Pertanto, talune
conclusioni sono anche di natura speculativa e potrebbero quindi non
realizzarsi.
I rendimenti passati non sono indicativi dei risultati
futuri. Tutti gli investimenti comportano rischi, tra cui la possibile
perdita del capitale.