Ben Bernanke

Come evitare le classi di attivo più affollate

16 Aprile 2015 10:15

financialounge -  Ben Bernanke Carlo Benetti crescita economica germania Larry Summers
osta nel 2013 da Larry Summers, economista ed ex Segretario al Tesoro degli Stati Uniti, il concetto alla base della cosiddetta «ipotesi della stagnazione secolare» è lo squilibrio tra eccesso di risparmio poco remunerato e investimenti, causa di una caduta della domanda aggregata, anticamera di crescita debole e bassa inflazione. Ben Bernanke, ex presidente della Federal Reserve, dal canto suo, sostiene che, se si esclude l’ipotesi che tutto il mondo sia avviato verso la stagnazione secolare, allora non ci si trova in presenza di un problema di lungo periodo ma di «saving glut», cioè di un eccesso di risparmi nelle economie avanzate.

Sul tema si inserisce Carlo Benetti, Head of Market Research & Business Innovation di Swiss & Global, nel commento analitico L’Alpha e il Beta del 13 aprile.
“Elevati livelli di progresso e popolazioni mediamente anziane hanno minori necessità di grandi investimenti e diventa necessario attivare cicli virtuosi con i quali indirizzare i risparmi verso economie a più alti tassi di crescita e prospettive di rendimenti migliori. Tassi bassi, misure monetarie non convenzionali e indebolimento valutario concorrono al ciclo virtuoso aumentando la domanda di beni di consumo e, dunque, delle importazioni da parte delle economie emergenti in crescita” argomenta lo strategist secondo il quale la condizione affinché tutto ciò si realizzi è che le economie emergenti non tentino a loro volta di svalutare la propria moneta. In questo caso, sottolinea Carlo Benetti, Bernanke invoca pressioni diplomatiche o accordi valutari con quei paesi in avanzo commerciale che difendono artificialmente il cambio delle loro valute. Attualmente i paesi con i maggiori avanzi commerciali sono Cina e Germania.

La Cina ha avviato il processo di trasformazione strutturale della propria economia per ridurne la dipendenza dalle esportazioni e incrementare la rilevanza dei consumi interni. È un processo appena avviato che richiederà anni e non sarà indolore. Con la riduzione del surplus commerciale cinese, il primato del maggiore avanzo commerciale in termini assoluti e in rapporto al PIL passa alla Germania. Ma con l’economia mondiale segnata da crescita sotto il potenziale e domanda fiacca, «il surplus tedesco costituisce un problema» sostiene Bernanke. Rispetto al febbraio 2014, le esportazioni tedesche verso i paesi dell’Unione Europea sono aumentate del 3,4% mentre le importazioni di appena 0,9%; le esportazioni verso Paesi esterni all’Unione sono cresciute del 4,6% a fronte di un incremento delle importazioni dello 0,6%. Le economie avanzate crescono al di sotto del potenziale mentre le economie emergenti hanno rallentato drasticamente il tasso di crescita, il più debole dal 2009.

Si spende e si investe globalmente meno di quanto necessario, i capitali circolano meno liberamente rispetto a quanto prescritto nei modelli, i sistemi politici di molti paesi emergenti non sono ancora adeguati ad accogliere capitali esteri sotto forma di investimenti diretti. È un altro dei molti divari che segnano questo tempo che non potrà essere colmato nel breve termine. Ma quali sono le considerazioni concrete da trarre da questo confronto sulla crescita, sulle sue origini e, soprattutto, su rendimenti prossimi allo zero per molti titoli obbligazionari?
“Larry Summers sostiene che questo è un momento favorevole ai grandi investimenti in infrastrutture o in energie alternative e pulite, Mohamed EL-Erian, Chief Economic Advisor di Allianz, suggerisce posizioni fortemente polarizzate con liquidità da una parte e investimenti illiquidi dall’altra (fondi di private equity o venture capital, hedge fund per evitare le classi di attivo più affollate. È una indicazione impossibile da replicare nella gran parte dei portafogli di investimento, e d’altro canto non c’è motivo per mettersi alla finestra e guardare quel che succede fuori. A nostro avviso va ancora assecondato il momentum con la diversificazione più estesa possibile, deleghe di secondo livello, e strategie a bassa volatilità” è la proposta di Carlo Benetti.

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