Airbnb
Agli Unicorni della Silicon Valley andare in Borsa non conviene
22 Aprile 2015 14:40
si o non quotarsi? 15 e passa anni fa, in piena bolla, la risposta era ovvia, le IPO delle startup di Internet che bruciavano cassa erano la regola, ma il mercato le premiava con quotazioni stratosferiche non appena sbarcavano in Borsa. Oggi nella Silicon Valley il paradigma di allora sembra invertito, e per le startup miliardarie come Uber e Airbnb restare private sembra un vantaggio rispetto a chi decide di andare pubblico sul mercato.
Il perché lo spiega Michael Santoli su Yahoo Finance in un commento dedicato all'IPO di Etsy Inc, una startup dell’e-commerce che si è quotata la settimana scorsa spuntando una valutazione di mercato di quasi 4 miliardi di dollari. Tanto? No, poco. Almeno se la compariamo alle valutazioni stratosferiche raggiunte da altre startup che per ora preferiscono non andare sul mercato: Uber, lo spauracchio dei tassisti di tutto il mondo, è valutata dai venture capitalist che ci hanno messo i soldi fino a 40 miliardi di dollari, Airbnb, che invece è temuta dagli albergatori, a 20, Snapchat a 15, Spotify a oltre 8 (sempre miliardi, s’intende).
Qual è il vantaggio di non andare in Borsa? Non siamo più nel 1999-2000, quando Amazon bruciava cassa ma veniva valutata 5.000 dollari per ogni utente che avesse acquistato almeno un libro sul sito. Oggi il mercato vuol vedere il profit. E lo vuol vedere tutti i trimestri. E se non sale, trimestre dopo trimestre, le quotazioni vanno giù. Ma in questo modo i CEO delle startup quotate sono costretti a prendersi meno rischi, a tenere strette le briglie al cavallo per non rischiare cadute, che il mercato punirebbe.
Invece gli Unicorni come Uber possono permettersi anche manovre spericolate, purché i venture capitalist che ci hanno messo miliardi siano d’accordo che vale la pena di prendersi il rischio. Ma si tratta di mettere d’accordo poche persone, magari davanti a una pizza, nella migliore tradizione della Baia di San Francisco, non centinaia di migliaia di azionisti e investitori. E così, tra cavalli da tiro e Unicorni, non c’è storia. Vincono loro, almeno per ora.
Il perché lo spiega Michael Santoli su Yahoo Finance in un commento dedicato all'IPO di Etsy Inc, una startup dell’e-commerce che si è quotata la settimana scorsa spuntando una valutazione di mercato di quasi 4 miliardi di dollari. Tanto? No, poco. Almeno se la compariamo alle valutazioni stratosferiche raggiunte da altre startup che per ora preferiscono non andare sul mercato: Uber, lo spauracchio dei tassisti di tutto il mondo, è valutata dai venture capitalist che ci hanno messo i soldi fino a 40 miliardi di dollari, Airbnb, che invece è temuta dagli albergatori, a 20, Snapchat a 15, Spotify a oltre 8 (sempre miliardi, s’intende).
Qual è il vantaggio di non andare in Borsa? Non siamo più nel 1999-2000, quando Amazon bruciava cassa ma veniva valutata 5.000 dollari per ogni utente che avesse acquistato almeno un libro sul sito. Oggi il mercato vuol vedere il profit. E lo vuol vedere tutti i trimestri. E se non sale, trimestre dopo trimestre, le quotazioni vanno giù. Ma in questo modo i CEO delle startup quotate sono costretti a prendersi meno rischi, a tenere strette le briglie al cavallo per non rischiare cadute, che il mercato punirebbe.
Invece gli Unicorni come Uber possono permettersi anche manovre spericolate, purché i venture capitalist che ci hanno messo miliardi siano d’accordo che vale la pena di prendersi il rischio. Ma si tratta di mettere d’accordo poche persone, magari davanti a una pizza, nella migliore tradizione della Baia di San Francisco, non centinaia di migliaia di azionisti e investitori. E così, tra cavalli da tiro e Unicorni, non c’è storia. Vincono loro, almeno per ora.
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