BlackRock
Le stime degli utili annui potrebbero essere troppo elevate
24 Aprile 2015 10:10
lentamento della crescita americana suggerisce che le stime sugli utili per l'anno in corso potrebbero rivelarsi ancora troppo elevate. Un contesto nel quale, tuttavia, le grandi imprese finanziarie globali potrebbero riuscire a generare ingenti profitti grazie alle economie di scala e al boom di M&A (fusioni e acquisizioni) agevolate dai tassi ai minimi storici. Può essere riassunto così il senso del commento settimanale ai mercati del 20 aprile a cura di Russ Koesterich, Strategist BlackRock Global Chief Investment. Lo strategist, è partito dall’analisi dei consumi americani che sono risultati inferiori alle attese.
“La scorsa settimana c’è stata la prova di quello che si preannuncia essere un inizio d’anno con un ritmo molto blando per l'economia degli Stati Uniti. Infatti, nonostante un forte avanzamento della fiducia dei consumatori, le vendite al dettaglio di marzo hanno, ancora una volta, deluso le aspettative con un tasso di crescita anno su anno di appena il +1,3%, l’incremento più limitato dal 2009. L’aumento dei salari e i prezzi del carburante meno onerosi dovrebbero agevolare le vendite, ma gli americani mostrano una maggiore prudenza rispetto ai cicli passati: invece di spendere di più, stanno risparmiando di più. Nel mese di febbraio, il tasso di risparmio è salito al 5,8%, il più alto dal 2012” ricorda Russ Koesterich.
Ritmi blandi che non sono limitati al consumatore. Sia la produzione industriale, che risulta contratta dello 0,6% a marzo, che le nuove case hanno registrato valori al di sotto delle stime. L’insieme di questi dati economici USA ha indotto gli economisti a ridurre le stime della crescita del prodotto interno lordo (PIL) per il primo trimestre al 1,4% dal precedente 3% di recente.
“La crescita dovrebbe evidenziare un rimbalzo nel secondo trimestre, ma gli Stati Uniti faticheranno per riuscire a registrare un tasso di crescita del 3% che gli investitori aspettavano a inizio anno. Ciò suggerisce che le stime dei profitti delle imprese USA per l'anno in corso potrebbero rivelarsi troppo elevate” sostiene Russ Koesterich che poi rivolge l’attenzione ai tassi americani che sono scesi ai minimi e, con essi, anche la volatilità del mercato dei governativi statunitensi.
“Tra i beneficiari di questo ambiente figurano le società finanziarie. Con i tassi di interesse bassi e la maggior parte delle banche centrali bloccate in una posizione di allentamento monetario quasi permanente, molte grandi società finanziarie dovrebbero beneficiarne. È vero che le banche tradizionali stanno lottando con i tassi bassi e calo dei margini di interesse netti. Wells Fargo ha riferito che il suo margine di interesse netto è sceso al di sotto del 3% per la prima volta nell’ultimo decennio, tuttavia, le imprese finanziarie coinvolte nelle grandi operazioni nel mercato dei capitali e il fiorente segmento dell’M&A ( fusione e acquisizione) garantiranno ricadute positive” spiega Russ Koesterich.
Infatti, grazie ai tassi di interesse ai minimi e i deal delle fusioni in costante aumento, le banche d'investimento dovrebbero generare ingenti profitti. “Vediamo l'ambiente favorevole per questo settore e, di conseguenza, siamo rimasti in sovrappeso sulle grandi imprese finanziarie globali” conclude Russ Koesterich.
“La scorsa settimana c’è stata la prova di quello che si preannuncia essere un inizio d’anno con un ritmo molto blando per l'economia degli Stati Uniti. Infatti, nonostante un forte avanzamento della fiducia dei consumatori, le vendite al dettaglio di marzo hanno, ancora una volta, deluso le aspettative con un tasso di crescita anno su anno di appena il +1,3%, l’incremento più limitato dal 2009. L’aumento dei salari e i prezzi del carburante meno onerosi dovrebbero agevolare le vendite, ma gli americani mostrano una maggiore prudenza rispetto ai cicli passati: invece di spendere di più, stanno risparmiando di più. Nel mese di febbraio, il tasso di risparmio è salito al 5,8%, il più alto dal 2012” ricorda Russ Koesterich.
Ritmi blandi che non sono limitati al consumatore. Sia la produzione industriale, che risulta contratta dello 0,6% a marzo, che le nuove case hanno registrato valori al di sotto delle stime. L’insieme di questi dati economici USA ha indotto gli economisti a ridurre le stime della crescita del prodotto interno lordo (PIL) per il primo trimestre al 1,4% dal precedente 3% di recente.
“La crescita dovrebbe evidenziare un rimbalzo nel secondo trimestre, ma gli Stati Uniti faticheranno per riuscire a registrare un tasso di crescita del 3% che gli investitori aspettavano a inizio anno. Ciò suggerisce che le stime dei profitti delle imprese USA per l'anno in corso potrebbero rivelarsi troppo elevate” sostiene Russ Koesterich che poi rivolge l’attenzione ai tassi americani che sono scesi ai minimi e, con essi, anche la volatilità del mercato dei governativi statunitensi.
“Tra i beneficiari di questo ambiente figurano le società finanziarie. Con i tassi di interesse bassi e la maggior parte delle banche centrali bloccate in una posizione di allentamento monetario quasi permanente, molte grandi società finanziarie dovrebbero beneficiarne. È vero che le banche tradizionali stanno lottando con i tassi bassi e calo dei margini di interesse netti. Wells Fargo ha riferito che il suo margine di interesse netto è sceso al di sotto del 3% per la prima volta nell’ultimo decennio, tuttavia, le imprese finanziarie coinvolte nelle grandi operazioni nel mercato dei capitali e il fiorente segmento dell’M&A ( fusione e acquisizione) garantiranno ricadute positive” spiega Russ Koesterich.
Infatti, grazie ai tassi di interesse ai minimi e i deal delle fusioni in costante aumento, le banche d'investimento dovrebbero generare ingenti profitti. “Vediamo l'ambiente favorevole per questo settore e, di conseguenza, siamo rimasti in sovrappeso sulle grandi imprese finanziarie globali” conclude Russ Koesterich.