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Italia: ora o mai più
27 Aprile 2015 09:58
re lunghi anni di crisi economica, il 2015 dovrebbe essere l’anno del ritorno alla crescita per il nostro paese. Infatti, dopo il -2,8% del PIL del 2012, del -1,7% registrato nel 2013 e il -0,4% dello scorso anno, per quest’anno le stime indicano un +0,6% / +0,8% di incremento della ricchezza nazionale, e un +1,2% / +1,6% per quella dell’anno prossimo. Inoltre, gli economisti prevedono un tasso di crescita media annua del +1,2% nel triennio 2017- 2019.
“L'economia italiana sembra proprio destinata a tornare crescere. Ma se il recupero blando, come stimato finora, si trasformasse in una ripresa più sostenuta l'Italia potrebbe essere in grado di progettare un profondo cambiamento strutturale. Riteniamo infatti che il mercato sottostimi le potenzialità del paese alla luce anche del processo di riforme ormai ben avviate: Renzinomics è la migliore occasione da molti anni per liberarsi da due decenni di quasi-stagnazione” fanno spere gli esperti di Morgan Stanley Research Europe. Certo l'economia italiana può tornare su un sentiero di crescita in virtù di tre «regali» straordinari quali la debolezza dell'euro, il Qe della BCE e il petrolio a buon mercato.
Tuttavia, questi driver, insieme ad una politica fiscale più favorevole alla crescita e al rilancio dell'attività economica, fanno prevedere agli specialisti di Morgan Stanley Research Europe che il nostro paese possa sorprendere le aspettative del mercato al rialzo. “Le esportazioni sembrano destinate a rafforzare anche la domanda interna, che dovrebbe beneficiare di un ritorno della fiducia, che resta il principale motore della ripresa” puntualizzano infatti i professionisti di Morgan Stanley Research Europe che, però, restano ben consapevoli che il «malessere di bassa crescita» di cui è affetta l’Italia non è ancora debellato.
“In ogni caso, la Renzinomics e il ritorno alla crescita mette l'Italia in una posizione favorevole per adottare misure politiche supplementari, che ci aspettiamo vengano annunciate a breve” ribadiscono gli esperti di Morgan Stanley Research Europe che concludono affermando che il settore bancario è quello che racchiude le migliori opportunità in Piazza Affari sia per le valutazioni, e sia per le ricadute positive che la riforma delle banche popolari potrà avere sull’intero settore.
“L'economia italiana sembra proprio destinata a tornare crescere. Ma se il recupero blando, come stimato finora, si trasformasse in una ripresa più sostenuta l'Italia potrebbe essere in grado di progettare un profondo cambiamento strutturale. Riteniamo infatti che il mercato sottostimi le potenzialità del paese alla luce anche del processo di riforme ormai ben avviate: Renzinomics è la migliore occasione da molti anni per liberarsi da due decenni di quasi-stagnazione” fanno spere gli esperti di Morgan Stanley Research Europe. Certo l'economia italiana può tornare su un sentiero di crescita in virtù di tre «regali» straordinari quali la debolezza dell'euro, il Qe della BCE e il petrolio a buon mercato.
Tuttavia, questi driver, insieme ad una politica fiscale più favorevole alla crescita e al rilancio dell'attività economica, fanno prevedere agli specialisti di Morgan Stanley Research Europe che il nostro paese possa sorprendere le aspettative del mercato al rialzo. “Le esportazioni sembrano destinate a rafforzare anche la domanda interna, che dovrebbe beneficiare di un ritorno della fiducia, che resta il principale motore della ripresa” puntualizzano infatti i professionisti di Morgan Stanley Research Europe che, però, restano ben consapevoli che il «malessere di bassa crescita» di cui è affetta l’Italia non è ancora debellato.
“In ogni caso, la Renzinomics e il ritorno alla crescita mette l'Italia in una posizione favorevole per adottare misure politiche supplementari, che ci aspettiamo vengano annunciate a breve” ribadiscono gli esperti di Morgan Stanley Research Europe che concludono affermando che il settore bancario è quello che racchiude le migliori opportunità in Piazza Affari sia per le valutazioni, e sia per le ricadute positive che la riforma delle banche popolari potrà avere sull’intero settore.
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