BlackRock
Azioni Cina, perchè preferire le H-share di Hong Kong
29 Aprile 2015 09:40
ostanzialmente due i consigli che Russ Koesterich, Strategist BlackRock Global Chief Investment, ha espresso nel suo commento settimanale ai mercati del 27 aprile: le azioni tecnologiche USA restano interessanti mentre in Cina è opportuno vendere i titoli A-share, negoziati a Shanghai, ed acquistare quelli H-share, trattati sul listino di Hong Kong che evidenziano valutazioni molto più convenienti.
“La nostra valutazione è che i titoli tecnologici statunitensi non siano in una bolla speculativa, a differenza del 2000. Tuttavia, consigliamo di assumere una certa cautela o, per lo meno, una efficiente selettività sui mercati azionari, in particolare per quanto riguarda la Cina, dove il mercato A-Share appare sempre più euforico” commenta infatti Russ Koesterich. Il rally della scorsa settimana ha spinto il Nasdaq Composite a nuovi massimi ma le valutazioni del settore appaiono oggi più ragionevoli che nel 2000.
Il multiplo corrente (il rapporto prezzo – utili) sul settore è di circa 19,5 volte i profitti attesi 2015, superiori solo di circa il 5% rispetto all’S&P500 e, soprattutto, tale margine non è cambiato molto nel corso dell'ultimo anno. Al contrario, fa presente Russ Koesterich, nel marzo del 2000, il settore della tecnologia degli Stati Uniti era scambiato a oltre 72 volte gli utili, più del doppio di valutazione del resto di Wall Street: nel 2000, l'anno che portò allo scoppio della bolla tecnologica è stata caratterizzata da un’incessante espansione dei multipli, balzati in 12 mesi di oltre il 50%.
Un altro elemento chiave di differenziazione è che attualmente il settore della tecnologia rappresenta una parte più limitata del mercato azionario globale. Al loro picco, i titoli tecnologici hanno rappresentato circa il 30% della capitalizzazione totale del mercato statunitense: oggi, il peso è di circa il 20%. La tecnologia resta ancora il settore con il peso maggiore nell'indice S&P 500, ma è molto meno dominante di quanto lo fosse nel 2000.
“In ogni caso, noi continuiamo a privilegiare il settore tecnologico ma preferiamo concentrarci sulle aziende hi tech più mature che vantano guadagni solidi” puntualizza Russ Koesterich che poi conclude con una raccomandazione relativa alle azioni cinesi: “Stiamo vedendo alcuni segnali preoccupanti che segnalano una crescente speculazione da parte degli investitori sul mercato azionario cinese. Ad esempio, in seguito ad un cambiamento delle regole che consente di operare in Borsa con un maggior numero di account, sono stati aperti 3,25 milioni di nuovi conti: un vero e proprio record. Inoltre, il debito per i margini per operare (in altre parole, i prestiti per comprare azioni) ha registrato un balzo notevole nelle ultime settimane”.
Alla luce di tutto questo, pur restando positivo in generale sulle azioni asiatiche, Russ Koesterich suggerisce di essere selettivi nell’equity della Cina: “In pratica, consigliamo di spostare l’esposizione verso le azioni H-Share, che vengono trattate a Hong Kong. Le loro valutazioni sono molto più ragionevoli dal momento che scambiano a meno della metà della valutazione attuale del mercato A-Share di Shanghai”.
“La nostra valutazione è che i titoli tecnologici statunitensi non siano in una bolla speculativa, a differenza del 2000. Tuttavia, consigliamo di assumere una certa cautela o, per lo meno, una efficiente selettività sui mercati azionari, in particolare per quanto riguarda la Cina, dove il mercato A-Share appare sempre più euforico” commenta infatti Russ Koesterich. Il rally della scorsa settimana ha spinto il Nasdaq Composite a nuovi massimi ma le valutazioni del settore appaiono oggi più ragionevoli che nel 2000.
Il multiplo corrente (il rapporto prezzo – utili) sul settore è di circa 19,5 volte i profitti attesi 2015, superiori solo di circa il 5% rispetto all’S&P500 e, soprattutto, tale margine non è cambiato molto nel corso dell'ultimo anno. Al contrario, fa presente Russ Koesterich, nel marzo del 2000, il settore della tecnologia degli Stati Uniti era scambiato a oltre 72 volte gli utili, più del doppio di valutazione del resto di Wall Street: nel 2000, l'anno che portò allo scoppio della bolla tecnologica è stata caratterizzata da un’incessante espansione dei multipli, balzati in 12 mesi di oltre il 50%.
Un altro elemento chiave di differenziazione è che attualmente il settore della tecnologia rappresenta una parte più limitata del mercato azionario globale. Al loro picco, i titoli tecnologici hanno rappresentato circa il 30% della capitalizzazione totale del mercato statunitense: oggi, il peso è di circa il 20%. La tecnologia resta ancora il settore con il peso maggiore nell'indice S&P 500, ma è molto meno dominante di quanto lo fosse nel 2000.
“In ogni caso, noi continuiamo a privilegiare il settore tecnologico ma preferiamo concentrarci sulle aziende hi tech più mature che vantano guadagni solidi” puntualizza Russ Koesterich che poi conclude con una raccomandazione relativa alle azioni cinesi: “Stiamo vedendo alcuni segnali preoccupanti che segnalano una crescente speculazione da parte degli investitori sul mercato azionario cinese. Ad esempio, in seguito ad un cambiamento delle regole che consente di operare in Borsa con un maggior numero di account, sono stati aperti 3,25 milioni di nuovi conti: un vero e proprio record. Inoltre, il debito per i margini per operare (in altre parole, i prestiti per comprare azioni) ha registrato un balzo notevole nelle ultime settimane”.
Alla luce di tutto questo, pur restando positivo in generale sulle azioni asiatiche, Russ Koesterich suggerisce di essere selettivi nell’equity della Cina: “In pratica, consigliamo di spostare l’esposizione verso le azioni H-Share, che vengono trattate a Hong Kong. Le loro valutazioni sono molto più ragionevoli dal momento che scambiano a meno della metà della valutazione attuale del mercato A-Share di Shanghai”.