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Cina, attesa un’accelerazione del PIL dal secondo semestre

30 Aprile 2015 09:50

financialounge -  cina consumi crescita economica Koon Chow PIL
si concretizzerà un rialzo della crescita del credito e degli indicatori di fiducia delle imprese, gli investitori potranno essere più sicuri di una crescita generale più robusta del PIL cinese. Ciò, a sua volta, potrebbe rendere gli investitori più costruttivi sui prezzi degli asset cinesi, sulle prospettive di crescita per i partner asiatici e sui Mercati Emergenti che esportano materie prime.
Ne è convinto Koon Chow, Senior Macro e FX Strategist EMD di Union Bancaire Privée (UBP), che ricorda come la Cina conti per circa un quarto della domanda mondiale di energia e per poco meno della metà della domanda per i materiali industriali (come per esempio minerali di ferro e rame).
Secondo lo strategist, la crescita del PIL di Pechino nel primo trimestre del 2015 (+7% annuo), dovrebbe rappresentare il punto più basso del ciclo economico in quanto devono ancora produrre i loro effetti le misure per sostenere la crescita adottate dai policy maker cinesi, le più importati delle quali sono state:
1) Piani per aumentare le pensioni e i redditi del settore pubblico e delle imprese para-statali per la prima volta in 8 anni (annunciati in gennaio);2) Taglio del tasso dei finanziamenti di 25 punti base (0,25%) della People’s Bank of China (Febbraio);3) Taglio di 150 punti base (1,50%) del coefficiente di riserva obbligatorio delle principali banche (febbraio/aprile);4) Sostegno al mercato immobiliare attraverso una riduzione dei depositi richiesti per l’acquisto della seconda casa; riduzione del periodo di possesso delle seconde case per ottenere l’accesso alle esenzioni fiscali e miglior accesso a mutui più economici (marzo);5) Le amministrazioni locali possono scambiare fino alla metà dei prestiti in scadenza nel 2015 con obbligazioni dal costo probabilmente più basso, permettendo un significativo finanziamento tramite bond (marzo);6) Un maggiore deficit di bilancio per il governo centrale nel 2015, equivalente a un punto percentuale (1,0%) di aumento della crescita del PIL dello scorso anno (marzo).
“Guardando al passato, misure di crescita anticicliche come quelle che abbiamo visto hanno un impatto sulla crescita con uno scarto temporale che va dai tre ai sei mesi. Ciò implica che il PIL cinese dovrebbe segnare una ripresa intorno alla metà del 2015” fa presente Koon Chow per il quale, sebbene i decisori cinesi abbiano proceduto metodicamente con iniziative anticicliche, si potrebbe molto presto assistere a provvedimenti più incisivi in seguito ai più recenti dati sul ciclo economico, molto deboli (specialmente quelli relativi agli investimenti e all’export).
I policy maker di Pechino hanno spazio di manovra per stimolare il consumo interno dato che l’inflazione è bassa, la capacità del Governo centrale di indebitarsi e spendere è elevata, mentre continuano ad arrivare flussi di capitali esteri.
“Gli analisti locali prevedono inoltre significativi tagli ai tassi d’interesse e ai coefficienti di riserva obbligatoria per le banche locali nel secondo trimestre. Alcuni esperti si aspettano poi una riduzione delle aliquote d’imposta per le società, investimenti più massicci da parte del Governo in trasporti e servizi e un supporto maggiore in termini di finanziamenti per i governi locali” puntualizza infine Koon Chow.

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