Federal Reserve
Dal Senato USA arriva (forse) un regalo miliardario alle banche
22 Maggio 2015 09:10
![financialounge - Federal Reserve settore bancario USA](https://www.financialounge.com/wp-content/uploads/2015/06/senato-usa-banche-1024x683_55.webp)
scrittura del Dodd-Frank Act che, se approvata, libererebbe capitali per decine di miliardi di dollari per le banche americane, soldi che potrebbero essere utilizzati per pagare dividendi generosi o spesi in altrettanto generosi, per gli azionisti, buy back.
La commissione bancaria del Senato americano comincia a parlarne oggi. La proposta di legge porta la firma del presidente della commissione, il repubblicano Richard Shelby, e mira ad alzare drammaticamente la soglia oltre la quale una banca è considerata una SIFI, un’istituzione finanziaria sistemicamente importante, che per questo deve avere requisiti di capitale rafforzati. Quindi più riserve. Quindi meno soldi da impiegare e distribuire.
Oggi la normativa adottata dopo la grande crisi considera SIFI le banche con asset di oltre 50 miliardi di dollari. Shelby vuol alzare la soglia a 500 miliardi, lasciando fuori molte istituzioni anche molto grandi. Come American Express o Capital One Financial Corp. Bloomberg ha fatto i conti e ha stimato che se la proposta passasse le banche a stelle e strisce si ritroverebbero di colpo con risorse aggiuntive in cassa per 66 miliardi di dollari.
Anche in caso di approvazione, non sarebbe tutto automatico. Le SIFI infatti devono anche passare gli stress test della Fed, che può anche non tener conto della legislazione federale e decidere in autonomia quali sono a rischio sistemico e quanto capitale aggiuntivo devono detenere. Anche se molti analisti concordano sul fatto che se il limite viene alzato dal Congresso la banca centrale probabilmente si adeguerà.
Nel Congresso americano comandano i repubblicani, quindi ci sono buone possibilità che la modifica passi, magari non nei termini proposti. Un compromesso potrebbe essere trovato a quota 250 miliardi di dollari. In questo caso verrebbero liberati «soltanto» 38 miliardi di dollari di capitale, sempre secondo i conti fatti da Bloomberg. In ogni caso un mucchio di soldi, che andrebbero in circolo nel sistema economico invece di restare chiusi in cassaforte come riserva nell’eventualità che scoppi un altro caso Lehman.
La commissione bancaria del Senato americano comincia a parlarne oggi. La proposta di legge porta la firma del presidente della commissione, il repubblicano Richard Shelby, e mira ad alzare drammaticamente la soglia oltre la quale una banca è considerata una SIFI, un’istituzione finanziaria sistemicamente importante, che per questo deve avere requisiti di capitale rafforzati. Quindi più riserve. Quindi meno soldi da impiegare e distribuire.
Oggi la normativa adottata dopo la grande crisi considera SIFI le banche con asset di oltre 50 miliardi di dollari. Shelby vuol alzare la soglia a 500 miliardi, lasciando fuori molte istituzioni anche molto grandi. Come American Express o Capital One Financial Corp. Bloomberg ha fatto i conti e ha stimato che se la proposta passasse le banche a stelle e strisce si ritroverebbero di colpo con risorse aggiuntive in cassa per 66 miliardi di dollari.
Anche in caso di approvazione, non sarebbe tutto automatico. Le SIFI infatti devono anche passare gli stress test della Fed, che può anche non tener conto della legislazione federale e decidere in autonomia quali sono a rischio sistemico e quanto capitale aggiuntivo devono detenere. Anche se molti analisti concordano sul fatto che se il limite viene alzato dal Congresso la banca centrale probabilmente si adeguerà.
Nel Congresso americano comandano i repubblicani, quindi ci sono buone possibilità che la modifica passi, magari non nei termini proposti. Un compromesso potrebbe essere trovato a quota 250 miliardi di dollari. In questo caso verrebbero liberati «soltanto» 38 miliardi di dollari di capitale, sempre secondo i conti fatti da Bloomberg. In ogni caso un mucchio di soldi, che andrebbero in circolo nel sistema economico invece di restare chiusi in cassaforte come riserva nell’eventualità che scoppi un altro caso Lehman.
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