Çan Elbi

Tassi d’interesse negativi, gli effetti sul mercato azionario

25 Maggio 2015 10:35

financialounge -  Çan Elbi fusioni e acquisizioni GAM mercati azionari mercati obbligazionari tassi di interesse titoli di stato
giore preoccupazione oggi nelle menti di molti investitori è quella relativa alla crescente contrapposizione nel mondo sviluppato tra il mercato obbligazionario e quello azionario. Circa Il 50% dei titoli di Stato di Paesi sviluppati con scadenza da 2 a 5 anni offre attualmente rendimenti negativi: i mercati dei titoli governativi esprimono quotazioni come se ci stessimo avviando a una crisi deflazionaria sistemica simile a quella del 2007/2008.
“Al contrario, i nuovi dati economici continuano a segnalare una nascente ripresa nell’Eurozona. Riteniamo che i tassi estremamente bassi o addirittura negativi di Stati Uniti e Europa siano un fenomeno temporaneo e non il segnale di una imminente crisi economica globale. Gli investitori stanno capendo che questo sfasamento nei prezzi del mercato obbligazionario (dovuto pure all’acquisto di bond da parte della Bce, che in parte manipola il price-setting) inizierà anche ad indurre premi al rischio più bassi sui mercati azionari: ciò dovrebbe fissare il passo successivo per un mercato rialzista in Europa. All’interno di questo scenario macro, continuiamo a trovare il miglior compromesso tra rischio e rendimento nei titoli ciclici, che scambiano ancora solamente sui livelli della media degli anni di recessione 2012-2014 rispetto ai difensivi” commenta Çan Elbi, gestore del JB Europe Focus Fund di Swiss & Global.

Nel frattempo, altri asset manager hanno esaminato gli effetti dei tassi di interesse reali negativi sulle Borse individuandone alcuni particolarmente rilevanti. In primis, la valutazione dei titoli azionari tende ad aumentare. Infatti, più i titoli obbligazionari sconfinano in tassi di rendimento negativo con le scadenze più lunghe, maggiore è la possibilità di ulteriore espansione dei multipli di Borsa come, per esempio, il rapporto prezzo – utili (p/e): se aumenta tale rapporto, le quotazioni azionarie salgono.
In secondo luogo, se i rendimenti obbligazionari restano inchiodati sui minimi o sottozero, le azioni (in particolare, ma non solo), quelle ad alto e sostenibile dividendo restano molto attraenti per i risparmiatori in cerca di reddito alternativo ai bond. Inoltre, e siamo al terzo punto, l’uso della liquidità è premiato.

Le aziende hanno infatti una quantità record di denaro contante e un uso più aggressivo di questo cash, in particolare per operazioni di M&A (fusioni ed acquisizioni), sono ricompensate da un contesto di tassi sottozero.
Infine sono da tenere sotto controllo le implicazioni dei rendimenti negativi del mercato obbligazionario sulle banche e sulle assicurazioni. Con la curva dei rendimenti piatta, la crescita dei volumi intermediati non sarà essere sufficienti a compensare la riduzione dei margini degli istituti di credito mentre, per quanto riguarda le compagnie di assicurazione i rischi più alti sono per quelle esposte alle polizze a rendimento garantito nella zona euro che dovranno assicurare rendite del 2% o 3% l’anno in un contesto di tassi molto diverso rispetto a quello di pochi anni fa.

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