Christophe Bernard

Perchè una maggiore esposizione in Borsa

4 Giugno 2015 09:35

financialounge -  Christophe Bernard dollaro elezioni grecia
erale, secondo Christophe Bernard, Chief Strategist di Vontobel, i mercati finanziari mondiali continuano a godere di un clima favorevole. È vero che l’economia statunitense ha perso un po’ di velocità a causa della forza del dollaro e del collasso degli investimenti legati all’energia, una debolezza che potrebbe protrarsi anche nel secondo trimestre, ma ciò permetterebbe alla Federal Reserve americana di prendersi tutto il tempo necessario prima di stringere le redini monetarie. Allo stesso tempo, la Bank of Japan, la BCE e la People’s Bank of China proseguono le loro politiche accomodanti, continuando a iniettare liquidità su scala mondiale.
“Noi abbiamo sfruttato il recente consolidamento per aumentare la nostra esposizione sui mercati azionari, soprattutto in America. Dall’inizio dell’anno, le azioni USA sono rimaste indietro rispetto alle controparti, nonostante utili societari migliori del previsto. Manteniamo invece il nostro sottopeso nei titoli di Stato «sicuri»: malgrado il recente rialzo dei rendimenti non individuiamo infatti un grande valore nelle obbligazioni governative” rivela Christophe Bernard per il quale la politica resta la più grande incognita sulla via della ripresa della zona euro. La Grecia, in particolare, rappresenta un ottimo esempio di cosa si intenda per rischi politici
“La Grecia è giunta a un importante bivio, non avendo più fondi sufficienti per rimborsare il suo prestito al Fondo monetario internazionale in giugno. La dottrina del partito di governo Syriza in materia di spesa pubblica e riforme del lavoro e delle pensioni è in contraddizione con la sostenibilità a medio termine delle sue finanze pubbliche, almeno agli occhi dei suoi creditori. L’incertezza sul destino della Grecia all’interno dell’eurozona mostra che la politica rimane il maggiore rischio per l’Unione monetaria europea” sottolinea Christophe Bernard secondo il quale l’impegno della BCE «a fare tutto il necessario» (come disse quasi tre anni fa, Mario Draghi, nel suo famoso discorso per sostenere la moneta unica) per preservare l’euro potrà essere efficace solo finché il paese in questione decida di restare nell’Eurozona.
In questo senso, come spiega Christophe Bernard, le elezioni generali spagnole del novembre 2015 fungeranno da spartiacque: “Se il Partito popolare del primo ministro Mariano Rajoy, che ha al suo attivo notevoli successi economici, uscirà o meno vincitore è tuttora un’incognita. Il sostegno popolare ottenuto alle recenti elezioni regionali e comunali da Podemos e Ciudadanos, due partiti di protesta che non esistevano fino a qualche anno fa, mostra che il paesaggio politico spagnolo sta diventando sempre più frammentato. I giorni del bipolarismo, che ha garantito la stabilità politica in Spagna negli ultimi 35 anni, potrebbero essere contati”.

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