Adam McCabe

Come utilizzare al meglio le opportunità obbligazionarie

16 Giugno 2015 14:05

financialounge -  Adam McCabe diversificazione india Laura Nateri mercati obbligazionari
armiatori italiani sono alla disperata ricerca di rendimento. In ambito obbligazionario le opportunità si stanno riducendo drasticamente e per ottenere più rendimento rispetto ad un titolo di stato occorre o puntare su bond societari a più basso rating (e, quindi, a più altro rischio insolvenza) oppure aumentare sensibilmente la scadenza del titolo (esponendosi in modo significativo ai contraccolpi di un rialzo dei tassi di interesse).

Tuttavia, guardando con attenzione, è possibile ancora rintracciare occasioni di investimento nel reddito fisso che, a determinate condizioni, possono rappresentare una valida opportunità di diversificazione del portafoglio. Tra queste figura l’obbligazionario India come ha avuto modo di spiegare Adam McCabe, Head of Asian Fixed Income di Aberdeen, nel seminario «Asian Fixed Income: the case for Indian Bonds» organizzato a Milano l’8 giugno scorso da Aberdeen.

“L’India potrebbe essere il paese che nel medio lungo termine può ambire ad affiancare (prima) e a sostituire (dopo) la Cina in qualità di leader nel contributo alla crescita mondiale” ha dichiarato tra le altre cose Adam McCabe secondo il quale la vittoria alle elezioni politiche del 2014 di Narendra Modi gli ha conferito un ampio mandato per governare e, soprattutto, per attuare le riforme necessarie al colosso asiatico per crescere ad un ritmo accelerato nei prossimi anni. Per l’esperto di Aberdeen, la combinazione del lavoro del primo anno del Governo Modi con l’opera del governatore Rajan della banca centrale dell’India che ha ristabilito l’autorevolezza dell’istituto, hanno permesso di ridurre il rischio Paese e l’inflazione attesa, e hanno contribuito a far scendere i tassi di interesse a medio – lungo termine. Un ambiente che, per Adam McCabe, è davvero ottimale per le obbligazioni dell’India. L’obbligazionario Asia e, più in particolare, i bond dell’India possono rappresentare una buona occasione di acquisto ma, per la loro specificità, espongono ad un rischio alto gli investitori.


“L’India rimane un paese complesso ma «incredibile», come recita lo slogan del sito del turismo indiano. I nuovi policy makers, il primo ministro Modi e il governatore Rajan, hanno come obiettivo quello di traghettare l’India in una nuova era economica e sociale. Investire nei bond indiani vuol dire, quindi, finanziare la crescita e la trasformazione di questo grande Paese, ma soprattutto investire in uno dei mercati più grandi e liquidi al mondo, in emissioni con rendimenti molto interessanti sia in termini nominali (7,7%), che in termini reali e meno correlate alle dinamiche globali, in una economia dove i fondamentali sono in forte miglioramento, inflazione in primis. L’accesso controllato e limitato a questi mercati è un rischio ma soprattutto un’opportunità se si sceglie un fondo che garantisca selezione e diversificazione adeguata” sottolinea Laura Nateri, Country Head Italy Aberdeen AM che poi però ci tiene a spiegare cosa dovrebbero fare le famiglie italiane, da sempre abituate ad investire in modo significativo (se non addirittura esclusivo) in titoli di stato italiani, in questo particolare contesto del mercato obbligazionario: “In primo luogo allargare l’orizzonte temporale e geografico dei propri investimenti. In un’ottica di medio e lungo termine le dinamiche di crescita economica e demografica indicano una strada verso Paesi ancora percepiti molto rischiosi, ma in realtà destinati a svolgere un ruolo chiave nell’«opportunity set» degli investitori globali. Nel breve periodo occorre guardare in modo attento da un lato alle politiche monetarie, dall’altro alla componente di rendimento offerte dalle diverse asset class”.


Certo, fa notare la manager, deve cambiare il paradigma di interpretazione del rischio, che deve aprire alla diversificazione a titoli governativi globali che includano anche i Paesi emergenti con uno standing creditizio oramai paragonabile a quello della maggior parte dei Paesi sviluppati, ma che offrono un rendimento più alto.


“Proprio in quest’ottica, un nuovo approccio che Aberdeen sta adottando è quello che usa la dimensione della crescita e non la dimensione del debito per costruire i portafogli governativi” puntualizza Laura Nateri secondo la quale allargare il profilo rischio/rendimento significa d’altro canto includere una componente azionaria stabile nel portafoglio, anche alla luce del livello dei dividend yield azionari ancora interessante rispetto ai rendimenti obbligazionari tradizionali.


“Occorre una selezione accurata, considerato il rally di diversi listini azionari, ma esistono molte opportunità, soprattutto nei mercati dove si attende il perdurare di una politica monetaria espansiva (Europa e Giappone), o che sono rimasti indietro nel rally per motivi non sempre legati ai fondamentali (America Latina). Rimangono interessanti le soluzioni d’investimento come i fondi multi asset, che delegano al gestore la scelta delle asset class (azionarie, obbligazionarie o alternative) su cui investire, per massimizzare gli obiettivi di rendimento, e gli investimenti liquid alternative, che dovrebbero soddisfare la domanda di asset non correlati, con obiettivi di rendimento assoluto” conclude Laura Nateri.


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