Europa

Borse, ecco il podio delle preferenze azionarie

18 Giugno 2015 14:20

financialounge -  Europa giappone mercati azionari mercati valutari petrolio Pictet
ta del traguardo della fine del primo semestre dell’anno cominciano i primi bilanci. Sebbene le Borse abbiano iniziato ad avere un andamento laterale (tendente leggermente al ribasso) da metà aprile, gli  indici delle principali piazze finanziarie internazionali viaggiano in territorio ampiamente positivo da inizio anno. In particolare se l’Msci world index in euro (rappresentativo dei 5.000 titoli azionari più importanti al mondo) segna un +11,1%, il Nikkei 225 mostra un +16,1%, l’Eurostoxx un +11,8% e l’S&P500 un +1,8%.
Secondo molti osservatori, il podio ideale delle Borse per il secondo semestre di quest’anno dovrebbe ricalcare quello del primo e cioè Tokyo, zona euro e Wall Street. In Europa i risultati si sono rivelati superiori alle stime per il 58% delle società dello Stoxx 600, con una crescita complessiva degli utili pari al 9% su base annua (+11% escludendo l’energia).

Gli effetti positivi della ripresa economica in Europa e della flessione dell’euro, del petrolio e dei tassi d’interesse spiegano certamente buona parte di queste revisioni al rialzo, a sostegno della fiducia di molti investitori circa le possibili sorprese positive nei risultati delle imprese europee per i prossimi mesi.
Per quanto riguarda invece il Giappone è forse il paese sviluppato di maggior interesse, per tre ragioni. Innanzitutto, come in Europa e negli Stati Uniti, i risultati aziendali evidenziano un trend positivo, con correzioni positive delle previsioni: nel 2016, per esempio, si prevede un risultato del 13%, superiore alle stime formulate 18 mesi prima. In secondo luogo, le valorizzazioni sono rimaste stabili nonostante il miglioramento dei risultati e a livelli contenuti in termini assoluti: l’MSCI Giappone paga 1,5 volte l’attivo, contro il 2,2 della media globale e il 2,7 degli Stati Uniti. Infine, e forse soprattutto, sotto l’impulso dei fondi pensione giapponesi che investono massicciamente in azioni, la governance si evolve verso una più attenta considerazione delle partecipazioni di minoranza, con potenziali conseguenze positive sul fronte dei dividendi e della valorizzazione degli attivi.

“La nostra ripartizione regionale resta invariata: sovrappesiamo l’Europa e il Giappone, mentre usiamo prudenza nei confronti degli Stati Uniti e dei mercati emergenti. Le borse europee e giapponese dovrebbero beneficiare del continuo sostegno delle politiche monetarie. Il quantitative easing della BCE ha ravvivato la crescita in Europa, sino a poco tempo fa trainata dalla Germania. I dati del primo trimestre dipingono un irrobustimento della ripresa economica evidenziando un cambiamento nella composizione della crescita: l’accelerazione risulta infatti particolarmente marcata in Francia, Spagna e Italia. Emerge inoltre sempre più chiaramente l’impatto positivo del QE sul mercato del credito, in termini di aumento dei prestiti a famiglie e imprese. Se si aggiungono gli effetti della debolezza dell’euro, ci sono tutte le condizioni per un miglioramento degli utili societari della regione, che a sua volta dovrebbe spingere al rialzo i mercati. Presupponendo una normalizzazione degli utili aziendali europei, le valutazioni non appaiono particolarmente onerose” rivela la Pictet Asset Management Strategy Unit (PSU), il gruppo di investimento responsabile delle linee guida di asset allocation in ambito azionario e obbligazionario, nonché in materia di valute e di commodity, che poi spiega perché è positiva anche su Tokyo: “Anche il Giappone presenta una solida crescita degli utili delle imprese e valutazioni attraenti. Dai sondaggi risulta che la fiducia di consumatori e aziende è elevata, mentre i dati confermano un aumento degli investimenti tecnici; la ripresa dei consumi privati appare più lenta ma dovrebbe accelerare nel corso dell’anno, a sostegno della ripresa economica. Inoltre, il sostegno offerto al listino locale dalla politica accomodante della Banca del Giappone potrebbe sortire effetti ancora maggiori qualora la BoJ decidesse di ampliare le misure di stimolo a fronte di un’inflazione ostinatamente al di sotto del target del 2%. L’azionario giapponese gode anche di trend di lungo periodo positivi. Dato l’impegno del governo per migliorare la corporate governance, sempre più società premiano gli azionisti con buyback e dividendi. Infatti, nell’esercizio chiuso a marzo 2015, i dividendi distribuiti sono cresciuti del 76% fino a 104 miliardi di dollari statunitensi”.

Trending