Diversified Alpha Plus Fund

Diversified Alpha Plus Fund - 15 giugno 2015

25 Giugno 2015 15:34

financialounge -  Diversified Alpha Plus Fund
prima metà di giugno è proseguita l’ondata di vendite delle obbligazioni globali. I rendimenti dei Bund decennali sono saliti di 34 punti base allo 0,83% e quelli dei Treasury decennali di 23 pb al 2,36%. Negli Stati Uniti il forte aumento dei dati sull’occupazione e il miglioramento dei dati sulla crescita hanno confermato la solidità dell'economia e il rafforzamento del mercato del lavoro.

 

Malgrado i migliori dati sulla crescita, le preoccupazioni sull’imminente avvio della normalizzazione della politica monetaria negli Usa hanno coinvolto gli asset rischiosi. Le azioni globali hanno ceduto l’1,5% (Msci Acwi in dollari Usa, -1,9% in valuta locale) e gli spread sugli asset rischiosi si sono allargati (17 pb nel segmento high yield Usa e 13 pb nell’indice Embi). Il potenziale effetto della normalizzazione della politica monetaria statunitense sui mercati finanziari rimarrà probabilmente al centro di molte discussioni ancora per un po'.

 

Anche gli spread sovrani dell’Eurozona si sono allargati dal momento che le trattative sul debito greco si sono avvicinate più del previsto a dei risvolti negativi. I rendimenti dei titoli decennali della Grecia hanno ceduto quasi l’1%. L’euro ha guadagnato il 2,7% in seguito alla ricopertura delle posizioni corte. Riteniamo che l’impatto diretto sull’Eurozona dell’esito a cui si giungerà in Grecia la prossima settimana, qualunque esso sia, sarà molto ridotto.

 

I dati sulla crescita dei mercati emergenti sono stati ancora deboli, sebbene fossero emersi segnali di miglioramento in Cina, dove le vendite di immobili proseguono sulla strada della ripresa e gli altri dati sulle attività si stanno stabilizzando. Nonostante questo i mercati emergenti hanno sottoperformato, con le azioni in calo del 3,4% (Msci Em in dollari Usa) e le valute in perdita dello 0,9% (JP Morgan Emci). Anche le materie prime hanno perso terreno.

 

Il comparto nelle prime due settimane di giugno ha perso l’1,5%. I maggiori detrattori di performance sono state le posizioni lunghe sull'azionario dell’Eurozona e quelle corte su azioni statunitensi. Hanno invece aggiunto valore le posizioni corte su tassi statunitensi e spread societari, come anche il posizionamento ribassista sulle valute asiatiche rispetto a quelle dei paesi G3.

 

Nella prima metà di giugno abbiamo ridotto l’esposizione azionaria globale. Abbiamo aperto esposizioni corte in Treasury a 2 anni, titoli high dividend americani e titoli Usa dei beni di consumo primari. Abbiamo altresì ampliato le esposizioni ribassiste negli spread societari Usa e quella rialzista in Treasury decennali indicizzati all’inflazione. La posizione corta nell’azionario cinese ha raggiunto il limite di stop loss ma abbiamo avviato investimenti indiretti nell’ambito del nostro tema più ampio legato al rallentamento in Cina, quali posizionamenti ribassisti nelle società di estrazione del rame e nelle case automobilistiche esposte alla Cina, e un’esposizione ribassista in renminbi/Usd. Abbiamo aumentato le nostre esposizioni ribassiste in valute asiatiche/G3 e ridotto l’esposizione corta nell’azionario europeo rispetto a quello statunitense. Abbiamo beneficiato del posizionamento corto sui Bund decennali rispetto ai Treasury e in parte anche dell’esposizione corta ai tassi UK a due anni rispetto a quelli statunitensi.

 

Man mano che l’inflazione statunitense inverte la rotta, come pensiamo stia accadendo in questo momento, potrebbe apparire più evidente un eventuale errore della Fed nell’adottare una politica monetaria di allentamento eccessivo per troppo tempo. Questo potrebbe turbare i mercati dei tassi d’interesse a lungo termine più di quanto prevediamo attualmente. Per il momento, tuttavia, un orientamento della Fed eccessivamente accomodante può continuare a gonfiare le valutazioni degli attivi di rischio a un livello superiore alle attese.

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