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Italiani, continua a prevalere l’orizzonte di investimento a breve

25 Giugno 2015 15:48

financialounge -  Fondi azionari Fondi obbligazionari Schroders Global Investment Trends Survey
ermarlo sono i risultati dalla Schroders Global Investment Trends Survey, l’indagine annuale di Schroders, condotta su 20mila investitori finali in 28 Paesi: gli italiani non vogliono guardare ad un orizzonte temporale d’investimento ampio. Il 54% del campione preferisce infatti ottenere profitti anche contenuti ma a breve termine (1-2 anni), rispetto alla prospettiva di guadagni consistenti ma realizzabili solo nel medio – lungo periodo (oltre 5 anni).

Dall’indagine emergono però anche altri interessanti spunti di riflessione: il 43% degli italiani si dice pronto a modificare le proprie scelte di investimento reagendo ai mutamenti dei mercati, mentre solo il 23% proseguirà lungo la strada percorsa nel 2014, e inoltre, il 29% chiederà una consulenza professionale per farsi guidare nelle proprie strategie.

 

Tornando alla «prudenza» nella scelta dell’orizzonte temporale, affiora il maggiore interesse degli intervistati italiani (91%) rispetto agli europei (82%) per soluzioni di investimento in grado di generare flussi di reddito costanti («income»): un obiettivo che, inoltre, gli italiani dichiarano di perseguire con modalità che si discostano da quelle evidenziate in media per il campione europeo.

Se infatti i rispondenti italiani dicono di puntare per il 17% su fondi obbligazionari, la percentuale si abbassa all’8% tra gli europei. Di più. Mentre il 12% degli italiani investe direttamente in bond per ottenere «income», solo il 5% degli europei dice di fare altrettanto.

 

Un orientamento inverso spicca invece per gli investimenti diretti in azioni, preferiti dal 17% tra gli europei e solo dal 12% degli italiani, che così confermano la loro storica cautela verso investimenti a più alto profilo di rendimento-rischio, evidenziata anche da un maggiore allineamento alla media europea in tema di investimenti in fondi multi-asset (12% gli italiani, 10% gli europei).

A spingere gli investitori italiani verso soluzioni in grado di generare «income», secondo la ricerca di Schroders, sono i bassi rendimenti offerti dalle banche (31%) e la convinzione che re-investire quanto guadagnato con strategie «income» sia l’approccio migliore nel lungo termine (28%). Altre ragioni per la ricerca di flussi costanti di rendimento si legano alla necessità di far fronte al crescente costo della vita (21%) e all’instabilità politica ed economica (19%).

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