Harish Sundaresh

Guerra dell’energia, chi prevarrà nella lotta per le quote di mercato

26 Giugno 2015 10:37

financialounge -  Harish Sundaresh Natixis Investment Managers petrolio settore energetico shale oil
che è accaduto negli ultimi 12 mesi al prezzo del petrolio ha qualcosa di davvero particolare. Prima l'eccesso di fornitura mondiale di greggio, insieme a stime di consumo riviste continuamente al ribasso a seguito del rallentamento dell’economia mondiale, aveva inizialmente spinto i prezzi fino a perdere il 60% e a raggiungere il minimo degli ultimi 6 anni lo scorso marzo; subito dopo i prezzi hanno rimbalzato più del 30% dai minimi.

La sensazione, però, è che, sebbene la domanda di petrolio abbia sorpreso al rialzo, il mercato sia eccessivamente ottimista sulla riduzione delle forniture future di greggio sul mercato. Infatti, l'incentivo per i produttori a ridurre la produzione di petrolio diminuisce nel momento in cui i prezzi rimangono elevati più a lungo. Per questo, secondo alcuni esperti del segmento delle commodity energetiche, si intravede il potenziale per una correzione a breve termine dei prezzi, fornendo agli investitori un punto di ingresso più attraente in un prossimo futuro.

“Il rialzo del petrolio greggio è stato troppo rapido ed è avvenuto troppo presto, il che spingerà alcuni degli operatori di mercato a prendere decisioni poco strategiche e compromettere un rialzo sostenibile dei prezzi. Mi aspetto che i prezzi fluttueranno intorno a cifre più basse e che raggiungeranno occasionalmente i minimi annuali (intorno ai 45 dollari al barile), con l’escalation della guerra per le quote di mercato e la possibilità che l’Iran metta sul mercato molti barili nei mesi a venire” puntualizza per esempio Harish Sundaresh, esperto senior di strategie sulle materie prime di Loomis Sayles (gruppo Natixis).

Alcuni specialisti di settore sono peraltro convinti che occorra attendere che i produttori a più alto costo industriale rispondano ai prezzi più deboli e riducano la produzione: a quel punto i prezzi del petrolio potrebbero rimbalzare di nuovo e questo potrebbe accadere nel quarto trimestre di quest’anno e nei trimestri successivi. Sempre secondo questi specialisti del trader sul greggio, l’OPEC continuerà a lottare per riconquistare la quota di mercato che ha perso rispetto ad alti produttori negli ultimi 12 mesi.

In questo scenario, però, l’industria dello shale oil statunitense è improbabile che possa essere la vittima principale. Trattandosi di un segmento di fornitori più agile, con un prezzo industriale più elastico e con tempi di consegna significativamente inferiori a quelli degli altri produttori di petrolio convenzionali, lo shale oil USA è probabile che continui ad essere un attore di mercato in crescita a lungo termine. La convinzione degli esperti è che i player tradizionali ad alto costo industriale sono invece i veri candidati a perdere la guerra dell’energia in corso.

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