BCE
Il rischio di balcanizzazione finanziaria della zona euro
7 Luglio 2015 14:51
to in cui siamo arrivati, lo scenario di base più probabile è che il governo greco non sarà in grado di onorare il prossimo 20 luglio i debiti con la BCE. In quel momento le disponibilità monetarie messa a disposizione dalla BCE (ELA, Emergency Liquidity Assistance) saranno tagliate e per far funzionare il sistema bancario ellenico sarà necessaria la circolazione di una moneta secondaria: ciò ridurrebbe in modo esponenziale la prospettiva che la Grecia possa continuare ad essere un membro a pieno titolo della zona euro.
In realtà, questa evenienza può materializzarsi anche prima del 20 luglio visto che le banche elleniche sono già a corto di liquidità. Ad ogni modo, dal punto di vista dei mercati, la sfida consiste nel capire i potenziali canali di contagio. Le attività greche sono ora scarsamente detenute dal settore privato a seguito degli sforzi nel 2011 da parte degli Stati europei che hanno provveduto al trasferimento del debito greco dalle banche private alle autorità istituzionali: durante quel salvataggio si sono gettate le basi affinchè la diffusione delle obbligazioni elleniche fosse limitata al minino all’interno del settore privato riducendo di conseguenza i tradizionali canali di contagio. Che, a questo punto, persistono sotto forma di contagio politico o contagio basato sul sentimento: entrambi, tuttavia, più difficili da analizzare.
“Gli sviluppi politici in Grecia sono importanti per i mercati finanziari principalmente perché possono far capire come i mercati potranno reagire alle situazioni politiche future nel resto della zona euro. I mercati, infatti, stanno valutando l'impatto del recente sviluppo seguente all’esisto del referendum greco sulla prossime elezioni generali spagnole di novembre, dove il movimento Podemos, l’equivalente di Syriza in Spagna, veleggia al terzo posto nei sondaggi. I mercati stanno sperimentando che la troika è in grado di aumentare i controlli di capitale, e potenzialmente addirittura l’uscita, dei paesi meno solidi della zona euro, e questa lezione potrebbe disegnare, in un certo numero di anni, una varietà di sistemi politici della zona euro. Questa lezione aumenta, in ultima analisi, il rischio di balcanizzazione finanziaria della zona euro” puntualizza Toby Nangle, Head of Asset Allocation di Columbia Threadneedle Investments, secondo il quale dovrebbe essere invece di importanza meno immediata l'impatto che il trattamento alla Grecia potrebbe avere sul referendum dei britannici, chiamati nel 2017 a votare sull'adesione all'Unione europea.
“Per quanto riguarda il sentimento, la domanda che occorre porsi è in che misura gli sviluppi in Grecia possano incidere negativamente sulla fiducia delle imprese, sulla fiducia dei consumatori e sulle condizioni del credito nel resto della zona euro. Continuiamo a prevedere una ripresa della crescita economica europea e a non scorgere, al momento, nessuna prova che ci faccia pensare ad un anche minimo impatto in tutto questo. Resta il fatto che, nel momento in cui cominciassimo ad avere qualche riscontro negativo in questo senso, saremmo comunque pronti a procedere di conseguenza sulle nostre posizioni di investimento” conclude Toby Nangle.
In realtà, questa evenienza può materializzarsi anche prima del 20 luglio visto che le banche elleniche sono già a corto di liquidità. Ad ogni modo, dal punto di vista dei mercati, la sfida consiste nel capire i potenziali canali di contagio. Le attività greche sono ora scarsamente detenute dal settore privato a seguito degli sforzi nel 2011 da parte degli Stati europei che hanno provveduto al trasferimento del debito greco dalle banche private alle autorità istituzionali: durante quel salvataggio si sono gettate le basi affinchè la diffusione delle obbligazioni elleniche fosse limitata al minino all’interno del settore privato riducendo di conseguenza i tradizionali canali di contagio. Che, a questo punto, persistono sotto forma di contagio politico o contagio basato sul sentimento: entrambi, tuttavia, più difficili da analizzare.
“Gli sviluppi politici in Grecia sono importanti per i mercati finanziari principalmente perché possono far capire come i mercati potranno reagire alle situazioni politiche future nel resto della zona euro. I mercati, infatti, stanno valutando l'impatto del recente sviluppo seguente all’esisto del referendum greco sulla prossime elezioni generali spagnole di novembre, dove il movimento Podemos, l’equivalente di Syriza in Spagna, veleggia al terzo posto nei sondaggi. I mercati stanno sperimentando che la troika è in grado di aumentare i controlli di capitale, e potenzialmente addirittura l’uscita, dei paesi meno solidi della zona euro, e questa lezione potrebbe disegnare, in un certo numero di anni, una varietà di sistemi politici della zona euro. Questa lezione aumenta, in ultima analisi, il rischio di balcanizzazione finanziaria della zona euro” puntualizza Toby Nangle, Head of Asset Allocation di Columbia Threadneedle Investments, secondo il quale dovrebbe essere invece di importanza meno immediata l'impatto che il trattamento alla Grecia potrebbe avere sul referendum dei britannici, chiamati nel 2017 a votare sull'adesione all'Unione europea.
“Per quanto riguarda il sentimento, la domanda che occorre porsi è in che misura gli sviluppi in Grecia possano incidere negativamente sulla fiducia delle imprese, sulla fiducia dei consumatori e sulle condizioni del credito nel resto della zona euro. Continuiamo a prevedere una ripresa della crescita economica europea e a non scorgere, al momento, nessuna prova che ci faccia pensare ad un anche minimo impatto in tutto questo. Resta il fatto che, nel momento in cui cominciassimo ad avere qualche riscontro negativo in questo senso, saremmo comunque pronti a procedere di conseguenza sulle nostre posizioni di investimento” conclude Toby Nangle.