Andrew Belshaw
Tragedia Greca: occhi puntati sulla BCE
9 Luglio 2015 14:59
an style="color: #000080;">Cosa sta succedendo in Grecia?
I Greci hanno votato "no" alle misure di austerità richieste dai creditori del paese, una mossa che in futuro potrebbe spingere la Grecia fuori dalla zona euro. Al referendum del 5 Luglio il 61% dei cittadini ha supportato la richiesta del primo ministro Alexis Tsipras di rifiutare le condizioni richieste dai creditori, anche se il governo sostiene ancora di puntare al raggiungimento di un compromesso sostenibile con le controparti. Il risultato del referendum mette il futuro immediato della Grecia nelle mani dell’ Unione Europea e della Banca Centrale Europea. Da quando il governo ha indetto il referendum lo scorso 26 giugno, le banche sono rimaste chiuse e sono stati imposti controlli sui capitali; alla volta di oggi, il ministro delle finanze Yanis Varoufakis si è dimesso, sostenendo che i creditori preferiscono che lui non sia coinvolto nelle trattative. La sua partenza è vista come un passo che potrebbe riavvicinare le due parti. La Grecia, che ha già mancato una scadenza del pagamento dovuto al Fondo Monetario Internazionale la scorsa settimana, ha esigenza di raggiungere un accordo con i suoi creditori per evitare l’insolvenza, anche in vista della prossima scadenza, il 20 Luglio, del pagamento dovuto alla BCE.
Come potrebbero svilupparsi gli eventi?
Una percentuale di "no" più alta di quanto previsto sposta i riflettori sulla prossima mossa della BCE. I leader europei si troveranno ora a discutere la possibilità di un compromesso; anche se i politici dell’ Unione Europea hanno più volte lamentato l'incapacità o la mancanza di volontà della Grecia di attuare le riforme, hanno anche dimostrato il proprio impegno a mantenere intatto il progetto euro. La principale preoccupazione è che un’uscita greca dall'unione potrebbe sollevare la speculazione circa la possibilità che altri paesi possano seguirne l'esempio, aumentando incertezza e dubbi sul progetto europeo.
Come hanno reagito i mercati?
La reazione dei mercati obbligazionari, più violenta la scorsa settimana all’annuncio del referendum indetto dal governo Greco, è stata relativamente contenuta stavolta alla conferma dell’esito, ad eccezione della stessa Grecia, dove il rendimento del decennale è aumentato di 333 punti base al 17,3%, un livello del tutto insostenibile. I rendimenti italiani, spagnoli e portoghesi sono cresciuti rispettivamente di 12, 14 e 19 punti base, ma si trovano in ogni caso al di sotto del 3,2%. Sono scesi invece i rendimenti di paesi tradizionalmente considerati come “porti sicuri” e cioè Germania, Regno Unito e USA.
I mercati azionari hanno registrato un calo, con i principali indici europei in negativo, in particolare in Spagna e Italia. L’euro ha perso l’1% rispetto al dollaro USA ed al momento è scambiato a $1,1009, ma la valuta si è mostrata relativamente stabile durante questa fase di turbolenza.
Qual è l’opinione dei nostri gestori?
Andrew Belshaw, responsabile per gli investimenti in Europa di Western Asset: Il risultato del referendum sposta ora la decisione sulla prossima mossa da adottare alla BCE e aggiunge ulteriore incertezza sul possibile esito della vicenda. Anche se la probabilità che la Grecia esca dall’eurozona è leggermente aumentata, la nostra opinione di fondo non cambia, in quanto riteniamo che entrambe le parti abbiamo molto da perdere dal mancato raggiungimento di un accordo. Tuttavia, la strada verso il compromesso potrebbe richiedere più tempo del previsto. La vittoria del “no” al referendum rivendica le posizioni mantenute da Tsipras al tavolo negoziale e rafforza il suo potere politico. Il governo di Syriza ha ottenuto un implicito sostegno a cercare di strappare condizioni più favorevoli ai creditori; di conseguenza l’esito della partita dipenderà molto dalla risposta dell’Europa e dal suo interesse a preservare gli attuali equilibri dell’eurozona.
ARTICOLO AD USO ESCLUSIVO DEGLI INVESTITORI PROFESSIONISTI E QUALIFICATI.
Tutti gli investimenti comportano dei rischi, tra cui la possibile perdita del capitale. Le opinioni espresse sono quelle dell’autore/autori alla data di pubblicazione del documento e possono variare in qualsiasi momento a causa di cambiamenti del mercato o delle condizioni economiche. Tutte le informazioni concernenti, i rendimenti attesi e le prospettive di mercato si basano sui risultati della ricerca, delle analisi e delle opinioni dell’autore/autori. Pertanto, talune conclusioni sono anche di natura speculativa e potrebbero quindi non realizzarsi. I rendimenti passati non sono indicativi dei risultati futuri. Tutti gli investimenti comportano rischi, tra cui la possibile perdita del capitale.
I Greci hanno votato "no" alle misure di austerità richieste dai creditori del paese, una mossa che in futuro potrebbe spingere la Grecia fuori dalla zona euro. Al referendum del 5 Luglio il 61% dei cittadini ha supportato la richiesta del primo ministro Alexis Tsipras di rifiutare le condizioni richieste dai creditori, anche se il governo sostiene ancora di puntare al raggiungimento di un compromesso sostenibile con le controparti. Il risultato del referendum mette il futuro immediato della Grecia nelle mani dell’ Unione Europea e della Banca Centrale Europea. Da quando il governo ha indetto il referendum lo scorso 26 giugno, le banche sono rimaste chiuse e sono stati imposti controlli sui capitali; alla volta di oggi, il ministro delle finanze Yanis Varoufakis si è dimesso, sostenendo che i creditori preferiscono che lui non sia coinvolto nelle trattative. La sua partenza è vista come un passo che potrebbe riavvicinare le due parti. La Grecia, che ha già mancato una scadenza del pagamento dovuto al Fondo Monetario Internazionale la scorsa settimana, ha esigenza di raggiungere un accordo con i suoi creditori per evitare l’insolvenza, anche in vista della prossima scadenza, il 20 Luglio, del pagamento dovuto alla BCE.
Come potrebbero svilupparsi gli eventi?
Una percentuale di "no" più alta di quanto previsto sposta i riflettori sulla prossima mossa della BCE. I leader europei si troveranno ora a discutere la possibilità di un compromesso; anche se i politici dell’ Unione Europea hanno più volte lamentato l'incapacità o la mancanza di volontà della Grecia di attuare le riforme, hanno anche dimostrato il proprio impegno a mantenere intatto il progetto euro. La principale preoccupazione è che un’uscita greca dall'unione potrebbe sollevare la speculazione circa la possibilità che altri paesi possano seguirne l'esempio, aumentando incertezza e dubbi sul progetto europeo.
Come hanno reagito i mercati?
La reazione dei mercati obbligazionari, più violenta la scorsa settimana all’annuncio del referendum indetto dal governo Greco, è stata relativamente contenuta stavolta alla conferma dell’esito, ad eccezione della stessa Grecia, dove il rendimento del decennale è aumentato di 333 punti base al 17,3%, un livello del tutto insostenibile. I rendimenti italiani, spagnoli e portoghesi sono cresciuti rispettivamente di 12, 14 e 19 punti base, ma si trovano in ogni caso al di sotto del 3,2%. Sono scesi invece i rendimenti di paesi tradizionalmente considerati come “porti sicuri” e cioè Germania, Regno Unito e USA.
I mercati azionari hanno registrato un calo, con i principali indici europei in negativo, in particolare in Spagna e Italia. L’euro ha perso l’1% rispetto al dollaro USA ed al momento è scambiato a $1,1009, ma la valuta si è mostrata relativamente stabile durante questa fase di turbolenza.
Qual è l’opinione dei nostri gestori?
Andrew Belshaw, responsabile per gli investimenti in Europa di Western Asset: Il risultato del referendum sposta ora la decisione sulla prossima mossa da adottare alla BCE e aggiunge ulteriore incertezza sul possibile esito della vicenda. Anche se la probabilità che la Grecia esca dall’eurozona è leggermente aumentata, la nostra opinione di fondo non cambia, in quanto riteniamo che entrambe le parti abbiamo molto da perdere dal mancato raggiungimento di un accordo. Tuttavia, la strada verso il compromesso potrebbe richiedere più tempo del previsto. La vittoria del “no” al referendum rivendica le posizioni mantenute da Tsipras al tavolo negoziale e rafforza il suo potere politico. Il governo di Syriza ha ottenuto un implicito sostegno a cercare di strappare condizioni più favorevoli ai creditori; di conseguenza l’esito della partita dipenderà molto dalla risposta dell’Europa e dal suo interesse a preservare gli attuali equilibri dell’eurozona.
ARTICOLO AD USO ESCLUSIVO DEGLI INVESTITORI PROFESSIONISTI E QUALIFICATI.
Tutti gli investimenti comportano dei rischi, tra cui la possibile perdita del capitale. Le opinioni espresse sono quelle dell’autore/autori alla data di pubblicazione del documento e possono variare in qualsiasi momento a causa di cambiamenti del mercato o delle condizioni economiche. Tutte le informazioni concernenti, i rendimenti attesi e le prospettive di mercato si basano sui risultati della ricerca, delle analisi e delle opinioni dell’autore/autori. Pertanto, talune conclusioni sono anche di natura speculativa e potrebbero quindi non realizzarsi. I rendimenti passati non sono indicativi dei risultati futuri. Tutti gli investimenti comportano rischi, tra cui la possibile perdita del capitale.
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