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Cina, perché resta un importante tema d’investimento
13 Luglio 2015 12:01
opo una fase fortemente rialzista, l’indice Shanghai Composite ha registrato una correzione a giugno e guardando alla sola settimana passata l’indice ha chiuso con variazioni giornaliere importanti sia al ribasso (-5,9% mercoledì) e sia al rialzo (+5,9% giovedì e +4,5% venerdì).
In situazioni concitate come questa, anziché reagire in preda all’emotività, è opportuno fare chiarezza, per evitare di prendere decisioni affrettate, e verificare se esistano ancora opportunità di acquisto: secondo Fidelity Worldwide Investment, infatti, nonostante l’attuale situazione dovuta a fattori tecnici legati alle dinamiche dei mercati finanziari, laCina può confermarsi anche per i prossimi anni uno dei temi di investimento più importanti in un’ottica di medio-lungo termine.
I mercati, specie quelli come la Cina, sono caratterizzati da elementi che implicano la necessità di una profonda conoscenza per poterne interpretare correttamente le dinamiche: tale conoscenza è peraltro raramente accessibile ai privati ed è presente in misura diversa tra gli operatori professionali del settore. Fidelity è presente sul mercato cinese da oltre 30 anni, e come tale ha ricevuto dal governo cinese una delle più importanti quote QFII (l'attribuzione, da parte delle autorità di Pechino, di quote agli investitori istituzionali esteri qualificati) per investire sul mercato delle A-shares.
I fondi azionari cinesi di Fidelity, come FF China Consumer Fund e FF China Focus Fund, investono primariamente sulla borsa di Hong Kong (H-share) ed hanno una esposizione al mercato delle A-share su base fortemente selettiva, con una predilizione per i titoli con liquidità, capitalizzazione e qualità maggiori. Questa strategia, unita a una selezione attenta dei titoli, basata sulla ricerca proprietaria di Fidelity, ha permesso ai fondi Fidelity di mettere a segno una buona performance anche in questo contesto non facile.
Guardando al futuro, le misure espansive in ambito fiscale e monetario dovrebbero ulteriormente stimolare la crescita del Paese, grazie anche a un impulso sempre maggiore da parte del Governo verso una rivitalizzazione dei consumi e della domanda interna. Fidelity, inoltre, non vede alcun rischio sistemico per il sistema finanziario cinese in relazione al margin financing (cioè l’indebitamento per l'acquisto di titoli a leva). Il sistema finanziario cinese continua peraltro a essere supportato dal governo, che dispone di più di 3.000 miliardi di dollari di asset da destinare alle aree problematiche.
“I nostri gestori stanno sfruttando in modo selettivo le opportunità generate dall'attuale volatilità per aggiungere posizioni laddove si creino anomalie nei prezzi generate da eventi non collegati alle valutazioni dei fondamentali, che in molti casi hanno invece raggiunto livelli interessanti” dice John Ford, CIO Asia Pacifico di Fidelity Worldwide Investment il cui riferimento è, in particolare (ma non solo) a Hong Kong che, sebbene non sia rimasta immune alle tensioni delle ultime settimane, ha registrato un arretramento meno ingente rispetto a Shanghai ed è un mercato azionario ipervenduto: offre dunque ottime opportunità.