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Idee di Investimento - Azioni - 20 luglio 2015

20 Luglio 2015 15:09

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on è stato possibile prevedere con certezza l’evoluzione della situazione in Grecia, lo stesso accadrà per quanto riguarda la Cina e gli altri fronti “caldi”. Quello che si sa però è che gli obiettivi che l’investitore si è prefissato non sono cambiati rispetto a poche settimane fa, che le necessità legate alle varie fasi della vita non sono mutate e che, passata questa fase di turbolenza, ogni cliente si chiederà se il proprio portafoglio abbia risposto adeguatamente e se sia ancora in linea con tali obiettivi. A ricordarlo, nell’articolo “Crisi dei mercati, i tre capisaldi per non perdere la bussola” è Antonio Bottillo, Executive Managing Director per l’Italia di Natixis Global Asset Management secondo il quale i mercati sono alle prese con nuove crisi e turbolenze, ma gli obiettivi di un risparmiatore non sono cambiati rispetto a pochi giorni fa: oggi, più che mai, è tempo di costruire portafogli durevoli. “Lo diciamo da tempo e oggi, più che mai, è il momento giusto per sottolineare l’importanza di un nuovo e diverso approccio agli investimenti che ponga al centro il risparmiatore, le sue necessità e obiettivi, in un’ottica di pianificazione finanziaria. La soluzione non sta nel singolo prodotto, nella singola asset class o settore: la soluzione è costruire portafogli robusti e durevoli in grado di affrontare diversi scenari di mercato” sottolinea Antonio Bottillo.

 

Un aiuto importante a costruire portafogli robusti e durevoli lo forniscono i temi di investimento, in particolare quelli che hanno prospettive di medio lungo termine. A questo proposito, per Fidelity Worldwide Investment, la Cina, nonostante l’attuale situazione dovuta a fattori tecnici legati alle dinamiche dei mercati finanziari, può confermarsi anche per i prossimi anni uno dei temi di investimento più importanti in un’ottica di medio-lungo termine. I mercati, specie quelli come la Cina, sono caratterizzati da elementi che implicano la necessità di una profonda conoscenza per poterne interpretare correttamente le dinamiche: tale conoscenza è peraltro raramente accessibile ai privati ed è presente in misura diversa tra gli operatori professionali del settore. Fidelity è presente sul mercato cinese da oltre 30 anni, e come tale ha ricevuto dal governo cinese una delle più importanti quote QFII (l'attribuzione, da parte delle autorità di Pechino, di quote agli investitori istituzionali esteri qualificati) per investire sul mercato delle A-shares. I fondi azionari cinesi di Fidelity, come FF China Consumer Fund e FF China Focus Fund, come spiegato nell’articolo “Cina, perché resta un importante tema d’investimento”, investono primariamente sulla borsa di Hong Kong (H-share) ed hanno una esposizione al mercato delle A-share su base fortemente selettiva, con una predilezione per i titoli con liquidità, capitalizzazione e qualità maggiori. Questa strategia, unita a una selezione attenta dei titoli, basata sulla ricerca proprietaria di Fidelity, ha permesso ai fondi Fidelity di mettere a segno una buona performance anche in questo contesto non facile.

 

Per Carlo Benetti, Head of Market Research & Business Innovation di GAM Italia Sgr, come ha modo di spiegare nell’articolo “Azioni Cina, meglio le H-share quotate a Hong Kong”, i rischi di contagio all’economia reale cinesi sono minimi anche perché la borsa non assume la rilevanza che Wall Street esercita. Inoltre non c’è evidenza dell’effetto ricchezza (il cosiddetto wealth effect), sulla propensione al consumo: dunque, puntualizza, lo strategist, risulta improbabile che si verifichi ora l’effetto opposto. Lo strategist, in tutti i casi, consiglia le azioni cinesi di Hong Kong (H-share) che presentano valutazioni decisamente interessanti rispetto alle azioni di classe A, quotate a Shangai e Shenzhen.

 

Guardano con interesse all’Asia, e in particolare alle H-share cinesi, anche gli esperti del BlackRock Investment Institute (BII) che, più in generale, reputano le azioni ragionevolmente valutate rispetto alle obbligazioni. Tra le idee di investimento per il secondo semestre dell’anno elencate dal BII nell’articolo “Azionario Asia, ecco dove trovare ancora valore”, emergono indicazioni positive proprio sull’Asia, area all’interno della quale gli esperti del BII favoriscono le azioni giapponesi, che in virtù dello yen debole potranno aumentare gli utili stimati, incrementare i dividendi e rafforzare il riacquisto di azioni proprie. Le altre azioni asiatiche non giapponesi, sebbene abbiano raggiunto valutazioni elevate, beneficiano di allentamenti delle condizioni finanziarie e delle riforme per liberalizzare le economie come India e Cina. Il recente rally nel mercato azionario cinese domestico delle piccole e media capitalizzazione ha spinto le valutazioni in una bolla. Di conseguenza, gli specialisti del BII preferiscono le azioni cinesi quotate a Hong Kong o le H-shares.

 

Positivo sul listino azionario di Tokyo è pure Cédric Le Berre, Multi-management and fund research, Union Bancaire Privée (UBP). Secondo il manager, come ha modo di argomentare nell’articolo “Giappone, focus sul ciclo virtuoso degli investimenti e dei consumi”, nè un’eventuale Grexit né un crollo del mercato azionario cinese avranno un impatto negativo di rilievo sui fondamentali delle aziende giapponesi e sull’andamento del Paese a livello macroeconomico. Per Cédric Le Berre, una volta che il mercato avrà digerito gli ordini di vendita provenienti dall’avversione al rischio degli investitori, c’è da aspettarsi una ripresa sana dell’azionario nipponico.

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