Borsa di Tokyo

Borsa di Tokyo, i sei fattori che spingono al rialzo

21 Luglio 2015 11:42

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Reiko Mito, Co-Manager dei fondi JB Japan Stock Fund e GAM Star Japan Equity, continua ad avere un outlook positivo sul mercato azionario del Sol Levante per sei diverse ragioni: dalle valutazioni dei titoli che restano molto attraenti ai dati macroeconomici positivi, dai profitti delle società che sono destinati a registrare tassi di crescita sostenuti alla crescente attività di M&A (fusioni e acquisizioni), dalla corporate governance che rappresenta un elemento innovativo e di supporto al mercato azionario giapponese fino alla possibilità di un ulteriore QE (quantitative easing) da parte della Bank of Japan per raggiungere gli obiettivi di inflazione al due per cento. Ma vediamo, nel dettaglio come il manager argomenta i sei fattori che spingono al rialzo la Borsa di Tokyo.

“Il rapporto P/E (prezzo /utili) è al 14,5x per il prossimo anno e il prezzo/valore contabile è solo all’1,2: su base storica, tali cifre sono molto attraenti. Un altro elemento a favore del paese del Sol Levante è costituito dai dati macroeconomici positivi. Il sentiment dei consumatori è ai massimi degli ultimi 18 mesi e i livelli dei consumi rimangono solidi. Ciò si riflette anche nell’aumento dei salari, dove abbiamo di recente assistito all’incremento più massiccio dei pagamenti dei bonus semestrali dall’inizio della crisi finanziaria globale” puntualizza Reiko Mito che, passando alle società, sottolinea come la spesa per investimenti sia finalmente risalita.

Quest’anno, infatti, la crescita è prevista a un tasso del 7-8%, il che fa ben sperare poiché il ciclo della spesa per investimenti solitamente dura dai sei ai sette anni. I prossimi due, tre anni appaiono ora migliori rispetto a prima. Oltre alle valutazioni e agli indicatori economici, gli utili delle società stanno raggiungendo livelli record. Ci sono ancora alcunidubbi sulla ripresa economica del Giappone, soprattutto tra i media, ma grazie alla debolezza dello yen e alla continua ristrutturazione degli ultimi anni, le società giapponesi stanno iniziando a dare frutti.

“Nel settore delle componenti elettroniche, ad esempio, ci sono diverse ottime società, eppure ciò non sempre è evidente dal punto di vista dei consumatori. Ad esempio, circa la metà delle 1000 componenti dell’iPhone 6 è fornita da società giapponesi. Chi ha un iPhone non riconoscerebbe tali componenti, poiché vede soltanto il brand Apple” fa sapere Reiko Mito per il quale, inoltre, la crescente attività di M&A è destinata a continuare.

“Fino ad oggi abbiamo visto tali attività registrare un totale di 6.000 miliardi di yen. Ciò rappresenta un incremento del 60% anno su anno, e il 40% di queste transazioni sono acquisizioni di società asiatiche da parte di aziende giapponesi, infatti il 60% dell’export nipponico è verso l’Asia. All’interno del nostro portafoglio abbiamo registrato attività di M&A, come nel caso della Canon. Il business attuale di Canon è costituito da una parte da fotocopiatrici e stampanti e dall’altra dalle fotocamere digitali. Essa ha acquistato una società svedese che produce telecamere di sicurezza per circa 3 miliardi di dollari. Sebbene questa sia una piccola azienda comparata alla stessa Canon, la quale ha una capitalizzazione di mercato pari a 40 miliardi di dollari, si tratta di un’opportunità per inserirsi in nuovi mercati e creare un terzo pilastro all’interno del business”.

Un altro argomento importante in Giappone è poi costituito dalla corporate governance. L’utilizzo della liquidità è un punto rilevante nelle agende delle aziende giapponesi. Molte società hanno liquidità netta nei loro bilanci e bassi livelli di indebitamento. Negli ultimi tempi, tale liquidità è stata sempre più usata per i pagamenti dei dividendi, il riacquisto di azioni proprie e M&A. “Ci piace questo trend e prevediamo che aumenterà ulteriormente diventando più sostenibile e visibile, e comportando anche benefici per i ROE (return on equity) delle società” sostiene Reiko Mito che poi conclude la propria analisi su un nuovo possibile QE da parte della banca centrale giapponese.

“Secondo alcuni osservatori, potremmo assistere a ulteriore misure di allentamento quantitativo nel quarto trimestre da parte della BoJ, principalmente per raggiungere l’obiettivo dell’inflazione al 2% per il 2016. Questo rimane un target importante per il Giappone, in particolar modo per via del basso prezzo del greggio, che ultimamente ha pesato sull’inflazione. Sarà una decisione difficile per la BoJ, ma se dovesse essere effettivamente presa, potrebbe essere una grande spinta per il mercato e l’economia. L’inflazione è attualmente a livelli molto bassi ma le indagini sulle imprese mostrano che presto comincerà a salire”.

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