Europa

Borse, meno mercati emergenti e più Europa e Giappone

21 Luglio 2015 11:37

financialounge -  Europa giappone mercati azionari mercati emergenti Pictet Wall Street
ppia conferma e due aggiustamenti tattici. Le due conferme sono la preferenza ancora per le borse europee e giapponese alla luce delle ingenti iniezioni di liquidità e delle valutazioni interessanti. I due aggiustamenti riguardano invece un assetto neutrale (da sottopeso) su Wall Street e una maggior prudenza sulle piazze emergenti. Sono queste le scelte di portafoglio adottate nel mese dalla Pictet Asset Management Strategy Unit (PSU), il gruppo di investimento responsabile delle linee guida di asset allocation in ambito azionario e obbligazionario, nonché in materia di valute e di commodity.

“In Europa e in Giappone l’azionario è tuttora favorito dall’accelerazione più forte in termini sia di espansione economica che di crescita degli utili. Questi mercati beneficiano inoltre dell’importante sostegno delle banche centrali e della debolezza delle valute. La ripresa europea sta acquistando slancio grazie al deprezzamento dell’euro, ai bassi prezzi dell’energia e agli stimoli monetari, un contesto favorevole a un aumento dei margini di profitto e a una robusta crescita degli utili” fanno sapere gli esperti della PSU che ricordano come, nonostante la lieve decelerazione osservata negli ultimi due mesi, i dati indichino un incremento della domanda interna e un’espansione dell’attività, non solo nei Paesi core dell’area euro, bensì in tutto il blocco della moneta unica.

“Le valutazioni ci danno ragione: gli utili europei sono ancora inferiori del 35% rispetto ai precedenti picchi. La tensione che circonda i negoziati sul debito greco potrebbe avere la meglio sulle piazze azionarie della regione, tuttavia riteniamo che gli effetti della crisi ellenica saranno modesti e solo temporanei, poiché le probabilità di contagio ci sembrano minime anche in caso di fallimento totale delle trattative” puntualizza la PSU che poi spiega perché la borsa giapponese è la più conveniente fra i mercati avanzati.

“Le società nipponiche beneficiano di condizioni simili a quelle europee, vale a dire generose misure di politica monetaria e una valuta debole. Negli ultimi mesi la crescita degli utili è lievemente diminuita ma il quadro si conferma più robusto rispetto ad altre regioni del mondo. Le prospettive delle aziende locali godono inoltre del sostegno di alcuni fattori strutturali. Le riforme volte a liberare valore dalle riserve liquide delle società e ad aumentare i rendimenti degli azionisti cominciano a sortire i primi effetti e le operazioni di riacquisto di azioni annunciate da inizio anno hanno già superato il record stabilito nel 2014”.

Sull’azionario USA il giudizio della PSU è un po’ meno negativo a fronte del miglioramento delle condizioni economiche e degli utili societari. Nelle ultime settimane si è infatti osservato un iniziale rimbalzo dopo un primo trimestre decisamente sottotono. Il balzo delle vendite al dettaglio in maggio, il consolidamento del mercato residenziale e l’aumento della fiducia delle aziende sono chiari segnali di un’accelerazione nel secondo trimestre. Anche la situazione degli utili sta cambiando. I dati relativi ai primi tre mesi dell’anno hanno superato le previsioni (ritoccate al ribasso) degli analisti, e la percentuale delle revisioni negative è diminuita.

"Propendiamo tuttavia per un posizionamento cauto, dal momento che i margini di profitto si attestano a livelli record e le valutazioni appaiono eccessive, soprattutto in base ai parametri di lungo periodo rettificati per il ciclo economico” spiegano gli esperti della PSU che, sui mercati emergenti, sono passati da un assetto neutrale a un sottopeso in ragione di condizioni meno favorevoli nel breve periodo. Se da un lato le azioni presentano valutazioni convenienti, dall’altro i fondamentali economici sono peggiorati, soprattutto in Cina, e gli utili aziendali non mostrano ancora segnali di ripresa. Senza considerare i rischi legati a un eventuale rialzo dei tassi USA il prossimo settembre.

“Quanto all’allocazione settoriale, confermiamo l’orientamento ciclico e la preferenza per i titoli destinati a beneficiare maggiormente di un aumento della spesa in conto capitale, come quelli industriali. Le società tecnologiche, che presentano valutazioni allettanti, dovrebbero subire meno di altre l’inasprimento dei tassi USA, grazie a ingenti riserve di liquidità. I settori difensivi come la sanità appaiono invece onerosi” conclude la PSU.

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