David Lafferty
L'incertezza è il tema principale per la seconda metà del 2015
21 Luglio 2015 11:55
prima parte di quest’anno è stata caratterizzata da repentine inversioni sui mercati, la seconda metà potrebbe essere ancora più complessa per gli investitori. Se, come sembrerebbe al momento, la crisi greca è stata quantomeno congelata, a muovere il mercato dovrebbe essere la tempistica e il ritmo degli aumenti dei tassi da parte della Fed. Infatti la Banca centrale europea e quella giapponese dovrebbero lasciare i tassi bassi, mentre la Federal Reserve, al contrario, ha la necessità di trovare il momento giusto per ritornare ad una normalità iniziando a rialzare i tassi. Le reazioni dei consumatori e degli investitori, abituati da molti anni a tassi sempre più bassi, potrebbero essere le più disparate e questo genera preoccupazione per il futuro.
“L'incertezza è il tema principale per la seconda metà del 2015, aggravata dal fatto che le reazioni saranno probabilmente contrarie a quanto previsto. Le buone notizie (fondamentali economici più forti) porteranno a maggiori contrazioni (tipicamente alimentate dalle cattive notizie), mentre le cattive notizie (fondamentali più deboli) saranno accompagnati da reazioni positive (tipicamente alimentate dalle buone notizie)” sottolinea David Lafferty, CFA®, Chief Market Strategist Natixis Global Asset Management, secondo il quale l’exit strategy della Fed è stata ripetutamente analizzata a partire dall'ultimo “taper tantrum” nel maggio del 2013, quando fonti vicine alla FED fecero trapelare la possibilità di una riduzione degli acquisti delle obbligazioni americane da parte della banca centrale USA determinando una vendita massiccia di titoli azionari e obbligazionari in tutti i mercati.
In ogni caso il momento degli aumenti dei tassi si sta avvicinando e questo, nonostante le rassicurazioni degli addetti ai lavori, tenderà ad amplificare la reazione del mercato nei confronti di qualsiasi notizia economica, quindi gli investitori devono aspettarsi unpercorso molto più volatile e con repentini alti e bassi nei prossimi mesi.
“Nel mercato obbligazionario, riteniamo che i tassi tenderanno al rialzo. La crescita globale sembra essere in ripresa, grazie agli Stati Uniti e all'Europa, nonostante qualche debolezza in Giappone e Cina. Tale fattore, unitamente al rialzo dei tassi della Fed, eventualmente a partire da settembre, dovrebbe spingere i tassi verso l'alto. Tuttavia, il quantitative easing in atto da parte della BCE e della BOJ continuerà a contenere l'aumento dei tassi statunitensi” sostiene David Lafferty che, inoltre, prevede che la liquidità sulmercato obbligazionario continuerà ad affrontare sfide. Di conseguenza, gli aumenti dei tassi saranno probabilmente scanditi da violenti cali dei prezzi, e l'aumento dei rendimenti non sarà lineare.
“Rendimenti maggiori dovrebbero far ritornare gli acquirenti, con i rendimenti che andranno in ritirata, quindi prevediamo che la strada verso tassi più elevati sarà lenta e caratterizzata da "3 passi avanti, 2 passi indietro". Ciò significa che gli investitori obbligazionari, nel medio termine, potranno considerarsi fortunati se riusciranno ad ottenere i propri rendimenti iniziali” puntualizza David Lafferty secondo il quale permangono insidie anche sui mercati azionari. Per lo strategist, infatti, l’indice S&P 500, che evidenzia un rapporto prezzo / utili attesi (p/e) prossimo a 18, sembra aver esaurito la sua spinta propulsiva al rialzo.
“Visti i margini di profitto già elevati e gli imminenti rialzi dei tassi da parte della FED, ulteriori espansioni dei multipli (p/e) non sono giustificati: tradotto in pratica, i rendimenti dei titoli azionari dovranno essere trainati dalla crescita di utili e dividendi. A questo proposito prevediamo che la crescita degli utili nei prossimi 18 mesi sarà nell'intervallo del 5-7%” conclude David Lafferty.
“L'incertezza è il tema principale per la seconda metà del 2015, aggravata dal fatto che le reazioni saranno probabilmente contrarie a quanto previsto. Le buone notizie (fondamentali economici più forti) porteranno a maggiori contrazioni (tipicamente alimentate dalle cattive notizie), mentre le cattive notizie (fondamentali più deboli) saranno accompagnati da reazioni positive (tipicamente alimentate dalle buone notizie)” sottolinea David Lafferty, CFA®, Chief Market Strategist Natixis Global Asset Management, secondo il quale l’exit strategy della Fed è stata ripetutamente analizzata a partire dall'ultimo “taper tantrum” nel maggio del 2013, quando fonti vicine alla FED fecero trapelare la possibilità di una riduzione degli acquisti delle obbligazioni americane da parte della banca centrale USA determinando una vendita massiccia di titoli azionari e obbligazionari in tutti i mercati.
In ogni caso il momento degli aumenti dei tassi si sta avvicinando e questo, nonostante le rassicurazioni degli addetti ai lavori, tenderà ad amplificare la reazione del mercato nei confronti di qualsiasi notizia economica, quindi gli investitori devono aspettarsi unpercorso molto più volatile e con repentini alti e bassi nei prossimi mesi.
“Nel mercato obbligazionario, riteniamo che i tassi tenderanno al rialzo. La crescita globale sembra essere in ripresa, grazie agli Stati Uniti e all'Europa, nonostante qualche debolezza in Giappone e Cina. Tale fattore, unitamente al rialzo dei tassi della Fed, eventualmente a partire da settembre, dovrebbe spingere i tassi verso l'alto. Tuttavia, il quantitative easing in atto da parte della BCE e della BOJ continuerà a contenere l'aumento dei tassi statunitensi” sostiene David Lafferty che, inoltre, prevede che la liquidità sulmercato obbligazionario continuerà ad affrontare sfide. Di conseguenza, gli aumenti dei tassi saranno probabilmente scanditi da violenti cali dei prezzi, e l'aumento dei rendimenti non sarà lineare.
“Rendimenti maggiori dovrebbero far ritornare gli acquirenti, con i rendimenti che andranno in ritirata, quindi prevediamo che la strada verso tassi più elevati sarà lenta e caratterizzata da "3 passi avanti, 2 passi indietro". Ciò significa che gli investitori obbligazionari, nel medio termine, potranno considerarsi fortunati se riusciranno ad ottenere i propri rendimenti iniziali” puntualizza David Lafferty secondo il quale permangono insidie anche sui mercati azionari. Per lo strategist, infatti, l’indice S&P 500, che evidenzia un rapporto prezzo / utili attesi (p/e) prossimo a 18, sembra aver esaurito la sua spinta propulsiva al rialzo.
“Visti i margini di profitto già elevati e gli imminenti rialzi dei tassi da parte della FED, ulteriori espansioni dei multipli (p/e) non sono giustificati: tradotto in pratica, i rendimenti dei titoli azionari dovranno essere trainati dalla crescita di utili e dividendi. A questo proposito prevediamo che la crescita degli utili nei prossimi 18 mesi sarà nell'intervallo del 5-7%” conclude David Lafferty.
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