Columbia Threadneedle Investments

Bassi tassi di interesse, scoprire le ragioni e individuare le mosse giuste

27 Luglio 2015 10:57

financialounge -  Columbia Threadneedle Investments Mark Burgess occupazione tassi di interesse Toby Nangle
emente Toby Nangle, gestore di Columbia Threadneedle, ha presentato un articolo estremamente stimolante che fornisce una spiegazione sui livelli così bassi dei tassi d'interesse completamente diversa da quella formulata dalla maggior parte degli operatori di mercato. Sostanzialmente, secondo il manager, i tassi d'interesse sono bassi poiché nel mondo sviluppato la manodopera ha perso il suo potere di prezzo.
Quando la manodopera aveva questo potere (ossia era altamente organizzata in sindacati o protetta da alte barriere all'entrata) le società erano maggiormente incentivate a investire nel capitale (ad esempio in macchinari) per sostituire il lavoro con il capitale. Dal momento che l'offerta sia di lavoro che di capitale non è infinita, ciò spingeva al rialzo il costo del capitale. Tuttavia, con la perdita di potere da parte della manodopera a causa della globalizzazione è venuto meno l'incentivo a sostituirla con il lavoro. In altri termini: perché una società dovrebbe investire un milione di sterline in un nuovo robot se alcuni lavoratori in Cina possono fare lo stesso lavoro per 100.000 sterline, consentendo alla società di intascare il resto?

Naturalmente, di conseguenza, la domanda di capitale ha subito una flessione e, dal momento che la domanda è modesta, il costo del capitale è basso. Ciò si traduce in bassi tassi d'interesse, i quali, sono essenziali per determinare i rendimenti delle asset class. In questo scenario, i veri perdenti negli ultimi 30 anni sono stati i lavoratori altamente organizzati e qualificati dei paesi sviluppati. Naturalmente, gli effetti della globalizzazione non si sono fatti sentire solo sui mercati del lavoro: internet fa sì che con pochi click sia possibile trovare qualsiasi prodotto al prezzo più basso, e anche se si desidera qualcosa di unico o prodotto su misura, lo si può trovare facilmente al prezzo più basso, anche se il produttore si trova dall'altra parte del mondo.

“Ciò è reso possibile da una manodopera abbondante e a basso costo, in particolare nei mercati emergenti, ma i dati suggeriscono che la Cina raggiungerà il suo punto di Lewis (in corrispondenza del quale si esaurisce l'offerta di manodopera a basso costo dalle aree rurali) tra il 2019 e il 2025. I salari aumenteranno e molti produttori marginali o low cost non saranno solvibili senza incrementi dei prezzi o investimenti di capitale” spiega Mark Burgess, CIO EMEA e responsabile azionario globale di Columbia Threadneedle,secondo il quale con lo spostamento verso l'alto della Cina lungo la catena di valore e con l'aumento dei salari, potrebbe essere possibile colmare la lacuna con la manodopera dell'India, dell'America Latina o dell'Africa: tuttavia non vi sono certezze al riguardo. Neppure portare il lavoro onshore sembra un'alternativa praticabile: nel Regno Unito l'attuale traiettoria del tasso di disoccupazione suggerisce che quest'ultima toccherà lo 0% nel 2019, mentre negli Stati Uniti lo stesso livello sarà raggiunto un anno dopo.

“Se è vero che i bassi tassi d'interesse reali sono ascrivibili alla globalizzazione dei mercati del lavoro, le conseguenze per i responsabili dell'asset allocation sono profonde. In una certa misura le azioni possono tollerare tassi di sconto più elevati (soprattutto a fronte di una rapida crescita degli utili e dei dividendi), ma non si può dire lo stesso delle obbligazioni, per le quali l'aumento dei tassi di sconto erode il valore attuale dei flussi di cassa noti” puntualizza Mark Burgess. In tutti i casi, lo scenario degli ultimi decenni nel quale si potevano conseguire rendimenti elevati investendo in azioni e in obbligazioni, sembra avviarsi verso la fine. “Gli investitori possono superare questa sfida adottando un approccio dinamico, attivo e svincolato all'asset allocation e azzerando l'esposizione alle attività con lunga duration (scadenza media dei titoli in portafoglio) e flussi di cassa fissi” è il suggerimento che si sente di dare infine Mark Burgess.

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