Diversified Alpha Plus Fund

Diversified Alpha Plus Fund - 15 agosto 2015

25 Agosto 2015 14:37

financialounge -  Diversified Alpha Plus Fund Morgan Stanley
ella seconda settimana di agosto la Cina ha sorpreso i mercati con la svalutazione del 3% dello yuan che ha scatenato il più grande ribasso giornaliero della valuta in oltre 20 anni. Malgrado i recenti tentativi di allentamento della politica monetaria da parte della People’s Bank of China, il peso reale dello yuan, in base agli scambi commerciali cinesi, è cresciuto comunque del 9% negli ultimi 12 mesi ed è poco probabile che la recente mossa della Banca centrale sia sufficiente a ravvivare le esportazioni che a luglio sono calate dell’8,3% anno su anno. I principali indicatori di crescita restano deboli, con rallentamenti nella produzione industriale, nelle vendite di automobili e nella domanda di acciaio, anche se i dati immobiliari e creditizi indicano un miglioramento. Anche se restiamo convinti che un’eventuale ripresa trainata dalle politiche non durerà a lungo perché inevitabilmente gli eccessi delle bolle cinesi sul fronte degli investimenti e del credito si ridimensioneranno, teniamo sotto controllo i dati per non perdere eventuali segnali di deciso rialzo a breve termine.

• La svalutazione della moneta cinese ha avuto ampie ripercussioni sugli attivi in quanto i mercati hanno reagito alla possibilità che la Cina “vinca” il tiro alla fune sulla crescita globale. L’MSCI ACWI ha ceduto l’1,3% in valuta locale e pochi mercati sono rimasti indenni. I peggiori sono stati quelli emergenti che hanno lasciato sul terreno il 3,0% in valuta locale e il 4,1% in USD (MSCI EM). Malgrado i guadagni dell’Eurozona (energia esclusa) segnino un +22% (battendo le previsioni del 12% e confermando la nostra tesi che i guadagni della Zona Euro supereranno quelli statunitensi che nel 2° trimestre sono cresciuti del 4%, energia esclusa), ciò non trova riscontro nei mercati dove l’indice Euro Stoxx ha perso il 3,0% in valuta locale, in parte a causa del beta relativamente più elevato della regione rispetto ad una correzione azionaria globale. La Grecia ha approvato un pacchetto di aiuti che prevede l’erogazione di altri €86 miliardi. I rendimenti dei titoli sovrani sono scesi di 241 pb a livelli inferiori alla media annuale, ma l’MSCI Grecia segna un crollo del 29,2% dopo la ripresa delle contrattazioni azionarie.

• L’S&P 500 (in calo dello 0,5%) resiste su base relativa. Malgrado non siano riusciti a raggiungere le previsioni di consenso di una crescita del 3% formulate a inizio anno, pensiamo che i dati statunitensi confermino che la crescita sarà superiore alla media nei prossimi 12 mesi. Prevediamo che i consumi, il settore immobiliare e la spesa per investimenti, energia esclusa, guideranno l’espansione a breve termine, mentre le esportazioni e la spesa per investimenti in campo energetico saranno un contrappeso negativo che porterà la crescita al 2,5%. Ciò rispetto ad una media del 2,6% negli ultimi cinque trimestri, che resta comunque ben al di sopra delle nostre stime di crescita potenziale a lungo termine dell’1,5% e sufficiente a generare 230.000 posti di lavoro al mese. Riteniamo che un forte rallentamento in Cina (crescita al 3%, in calo rispetto alle nostre previsioni di crescita “reale” attuale del 5,5%) possa far scendere la crescita statunitense a circa il 2% e rallentare potenzialmente l’incremento dell’occupazione a meno di 200.000 posti di lavoro al mese, posticipando la normalizzazione delle politiche monetarie da parte della Fed.

• Il Fondo è rimasto piatto nella prima metà di agosto. Il nostro tema del rallentamento in Cina ha dato un contributo positivo, con guadagni su posizioni corte sul RMB, su produttori d’auto esposti al mercato cinese e sulle valute sensibili alla congiuntura cinese. Anche le nostre posizioni corte nel credito USA e lunghe sulle obbligazioni greche si sono rivelate remunerative. Tali guadagni sono stati però controbilanciati da perdite nelle posizioni lunghe sulle azioni europee rispetto a quelle statunitensi e nella posizione corta coperta in titoli dell’aerospaziale globale.

• Nelle prime due settimane di agosto abbiamo aumentato le posizioni corte in produttori d’auto esposti al mercato cinese e nel NZD rispetto alle valute del G-3, spostando parte della nostra esposizione lunga nella Zona Euro verso le banche retail e altri titoli europei concentrati sui mercati nazionali e quindi meno sensibili all'attività in Cina. Abbiamo chiuso la posizione corta sui tassi statunitensi a 2 anni e quella lunga sulle obbligazioni a 10 anni indicizzate all’inflazione, dopo aver raggiunto i livelli di stop-loss in seguito alla reazione del mercato alla svalutazione dello yuan. Abbiamo ridotto la posizione corta sull’aerospaziale globale dopo l’annuncio dell’acquisizione di una delle aziende nel nostro paniere da parte di BerkshireHathaway e avviato una posizione lunga sulle compagnie aeree statunitensi rispetto alle azioni statunitensi, poiché le valutazioni relative sono ai minimi storici e il settore dovrebbe trarre vantaggio dalla decelerazione della crescita della capacità produttiva e da un ribasso dei prezzi petroliferi.

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