Global Balanced Risk Control Fund
Global Balanced Risk Control Fund - 31 luglio 2015
26 Agosto 2015 12:28
style="color: #002b6b;">Rassegna di Mercato
USA: A fine luglio il Bureau of Economic Analysis ha stimato un’espansione annua dell’economia statunitense pari al 2,3% nel secondo trimestre del 2015. L’accelerazione è stata alquanto generalizzata, con contributi positivi da spesa al consumo personale, esportazioni, spesa di governi centrali e locali e investimenti fissi nel settore dell’edilizia residenziale. A luglio l’indice dei direttori d’acquisto (Pmi) del settore manifatturiero statunitense ha raggiunto quota 52,7, in leggero calo rispetto al 53,5 di giugno. L’Institute for Supply Management ha osservato che i nuovi ordini e la produzione hanno registrato un’accelerazione, mentre la crescita dell’occupazione ha mostrato lievi segni di rallentamento. In termini destagionalizzati, a giugno le vendite al dettaglio hanno segnato un incremento dello 0,3% rispetto a maggio e dell’1,4% rispetto allo stesso mese del 2014. L’occupazione non agricola è complessivamente aumentata di 215.000 unità a giugno e il tasso di disoccupazione è rimasto invariato al 5,3%. Nei 12 mesi a giugno 2014 l’inflazione si è attestata allo 0,1% in termini non destagionalizzati. Al netto dei prezzi di generi alimentari ed energia, il dato corrispondente per il 2015 era pari all’1,8%. L’indice Msci Usa ha generato un rendimento pari all’1,95% in dollari statunitensi e al 3,34% in euro.
Europa: Alcuni indicatori hanno segnalato un continuo miglioramento delle condizioni generali nell’area euro. L’indice Pmi elaborato da Markit per il settore manifatturiero ha registrato una flessione molto contenuta, dai 52,5 punti di giugno ai 52,4 di luglio. Sebbene il Pmi calcolato da Markit per la Grecia sia sceso al minimo storico, tutte le economie nazionali dell’area euro, fatta eccezione per la Francia, hanno registrato un’espansione a luglio. L’indice Pmi del settore manifatturiero italiano è salito ai massimi da 51 mesi. Secondo la stima rivista di Eurostat, il Pil dell’area euro e dell’Unione europea in generale è aumentato dello 0,4% nel primo trimestre del 2015. A maggio 2015 la produzione industriale nell’area euro è aumentata dell’1,6% su base annua, mentre il dato corrispondente per l’insieme dell’Ue è stato pari al 2,0%. Secondo una prima stima, l’inflazione annua dei prezzi al consumo nell’area euro di luglio si è attestata allo 0,2%, come già a giugno. L’indice Msci Europe è cresciuto del 4,00% in euro e del 2,60% in dollari Usa.
Giappone: L’indice Pmi di luglio per il settore manifatturiero giapponese è salito dai 50,1 punti di giugno a 51,2, indicando un miglioramento delle condizioni operative. Gli ultimi risultati sono attribuibili agli incrementi segnati da produzione, nuovi ordini, occupazione e acquisti. L’istituto di statistica nazionale ha riferito che la spesa media mensile al consumo per famiglia è stata pari a 268.652 yen in giugno, in calo dell’1,5% in termini nominali e del 2,0% in termini reali rispetto allo stesso mese del 2014. In una nota a parte, l’istituto ha dichiarato che l’inflazione dei prezzi al consumo nei primi sei mesi dell’anno è stata pari allo 0,4% dopo la flessione dello 0,2% registrata a giugno. Il Ministero dell’economia, del commercio e dell’industria nipponico ha reso noto che a giugno la produzione industriale è salita dello 0,8% in termini destagionalizzati e del 2,0% su base annua. In base alla stima rivista del Cabinet Office, il Pil reale è aumentato del 3,9% su base annua. L’indice Msci Japan ha generato un rendimento dell’1,73% in yen e dell’1,57% in euro.
Attività del Portafoglio
All’inizio di luglio, abbiamo ridotto la nostra esposizione azionaria al 43% rispetto al 53% della fine di giugno; gli indici di volatilità azionaria hanno segnato un’impennata in tutto il mondo a fronte delle pressioni congiunte esercitate dall’incertezza sulle trattative con la Grecia e lo scoppio della bolla dei mercati cinesi. Il 7 e 8 luglio abbiamo ulteriormente ridotto la nostra esposizione azionaria, rispettivamente al 35% e al 25%, a fronte del rifiuto espresso dai cittadini greci in occasione del referendum del 5 luglio riguardo alle condizioni di austerità richieste dai creditori in cambio dei nuovi aiuti. Anche la prospettiva di un inasprimento monetario da parte della Federal Reserve (Fed) ha contribuito al clima di incertezza nei mercati. Verso la fine di luglio abbiamo ridotto l’esposizione alle obbligazioni high yield in quanto le aziende collegate al settore del petrolio hanno accusato nuovi ribassi a causa del calo delle quotazioni petrolifere.
Strategia e Prospettive
L’incertezza si è finalmente attenuata in seguito al raggiungimento dell’accordo tra la Grecia e i suoi creditori internazionali, che ha gettato le basi per un terzo intervento di salvataggio e consentito al paese di restare nell’Eurozona. Continuiamo a mantenere il sovrappeso nell’azionario europeo; i fondamentali della regione stanno migliorando grazie al supporto del quantitative easing (Qe) della Banca centrale europea (Bce) e le prospettive per gli utili societari restano positive. La volatilità dei mercati azionari cinesi ha riacceso i timori degli investitori sul rallentamento economico della Cina e sul potenziale effetto di contagio per gli altri mercati asiatici ed emergenti. Abbiamo assunto una posizione di sottopeso nei titoli azionari asiatici e dei paesi emergenti in quanto nel breve termine prevediamo ulteriori difficoltà per questi mercati con l’avvicinarsi del primo rialzo dei tassi della Fed. Manteniamo la sovraponderazione dell’azionario giapponese in quanto riteniamo che l’economia nipponica dovrebbe beneficiare del recente netto calo dei prezzi delle materie prime.
Consulta la gallery per maggiori informazioni legate al comparto.
Consulta la scheda nella sezione fondi per accedere ai documenti associati al Global Balanced Risk Control Fund.
ARTICOLO AD USO ESCLUSIVO DEGLI INVESTITORI PROFESSIONISTI E QUALIFICATI.
Tutti gli investimenti comportano dei rischi, tra cui la possibile perdita del capitale. Le opinioni espresse sono quelle dell’autore/autori alla data di pubblicazione del documento e possono variare in qualsiasi momento a causa di cambiamenti del mercato o delle condizioni economiche. Tutte le informazioni concernenti, i rendimenti attesi e le prospettive di mercato si basano sui risultati della ricerca, delle analisi e delle opinioni dell’autore/autori. Pertanto, talune conclusioni sono anche di natura speculativa e potrebbero quindi non realizzarsi. I rendimenti passati non sono indicativi dei risultati futuri. Tutti gli investimenti comportano rischi, tra cui la possibile perdita del capitale.
USA: A fine luglio il Bureau of Economic Analysis ha stimato un’espansione annua dell’economia statunitense pari al 2,3% nel secondo trimestre del 2015. L’accelerazione è stata alquanto generalizzata, con contributi positivi da spesa al consumo personale, esportazioni, spesa di governi centrali e locali e investimenti fissi nel settore dell’edilizia residenziale. A luglio l’indice dei direttori d’acquisto (Pmi) del settore manifatturiero statunitense ha raggiunto quota 52,7, in leggero calo rispetto al 53,5 di giugno. L’Institute for Supply Management ha osservato che i nuovi ordini e la produzione hanno registrato un’accelerazione, mentre la crescita dell’occupazione ha mostrato lievi segni di rallentamento. In termini destagionalizzati, a giugno le vendite al dettaglio hanno segnato un incremento dello 0,3% rispetto a maggio e dell’1,4% rispetto allo stesso mese del 2014. L’occupazione non agricola è complessivamente aumentata di 215.000 unità a giugno e il tasso di disoccupazione è rimasto invariato al 5,3%. Nei 12 mesi a giugno 2014 l’inflazione si è attestata allo 0,1% in termini non destagionalizzati. Al netto dei prezzi di generi alimentari ed energia, il dato corrispondente per il 2015 era pari all’1,8%. L’indice Msci Usa ha generato un rendimento pari all’1,95% in dollari statunitensi e al 3,34% in euro.
Europa: Alcuni indicatori hanno segnalato un continuo miglioramento delle condizioni generali nell’area euro. L’indice Pmi elaborato da Markit per il settore manifatturiero ha registrato una flessione molto contenuta, dai 52,5 punti di giugno ai 52,4 di luglio. Sebbene il Pmi calcolato da Markit per la Grecia sia sceso al minimo storico, tutte le economie nazionali dell’area euro, fatta eccezione per la Francia, hanno registrato un’espansione a luglio. L’indice Pmi del settore manifatturiero italiano è salito ai massimi da 51 mesi. Secondo la stima rivista di Eurostat, il Pil dell’area euro e dell’Unione europea in generale è aumentato dello 0,4% nel primo trimestre del 2015. A maggio 2015 la produzione industriale nell’area euro è aumentata dell’1,6% su base annua, mentre il dato corrispondente per l’insieme dell’Ue è stato pari al 2,0%. Secondo una prima stima, l’inflazione annua dei prezzi al consumo nell’area euro di luglio si è attestata allo 0,2%, come già a giugno. L’indice Msci Europe è cresciuto del 4,00% in euro e del 2,60% in dollari Usa.
Giappone: L’indice Pmi di luglio per il settore manifatturiero giapponese è salito dai 50,1 punti di giugno a 51,2, indicando un miglioramento delle condizioni operative. Gli ultimi risultati sono attribuibili agli incrementi segnati da produzione, nuovi ordini, occupazione e acquisti. L’istituto di statistica nazionale ha riferito che la spesa media mensile al consumo per famiglia è stata pari a 268.652 yen in giugno, in calo dell’1,5% in termini nominali e del 2,0% in termini reali rispetto allo stesso mese del 2014. In una nota a parte, l’istituto ha dichiarato che l’inflazione dei prezzi al consumo nei primi sei mesi dell’anno è stata pari allo 0,4% dopo la flessione dello 0,2% registrata a giugno. Il Ministero dell’economia, del commercio e dell’industria nipponico ha reso noto che a giugno la produzione industriale è salita dello 0,8% in termini destagionalizzati e del 2,0% su base annua. In base alla stima rivista del Cabinet Office, il Pil reale è aumentato del 3,9% su base annua. L’indice Msci Japan ha generato un rendimento dell’1,73% in yen e dell’1,57% in euro.
Attività del Portafoglio
All’inizio di luglio, abbiamo ridotto la nostra esposizione azionaria al 43% rispetto al 53% della fine di giugno; gli indici di volatilità azionaria hanno segnato un’impennata in tutto il mondo a fronte delle pressioni congiunte esercitate dall’incertezza sulle trattative con la Grecia e lo scoppio della bolla dei mercati cinesi. Il 7 e 8 luglio abbiamo ulteriormente ridotto la nostra esposizione azionaria, rispettivamente al 35% e al 25%, a fronte del rifiuto espresso dai cittadini greci in occasione del referendum del 5 luglio riguardo alle condizioni di austerità richieste dai creditori in cambio dei nuovi aiuti. Anche la prospettiva di un inasprimento monetario da parte della Federal Reserve (Fed) ha contribuito al clima di incertezza nei mercati. Verso la fine di luglio abbiamo ridotto l’esposizione alle obbligazioni high yield in quanto le aziende collegate al settore del petrolio hanno accusato nuovi ribassi a causa del calo delle quotazioni petrolifere.
Strategia e Prospettive
L’incertezza si è finalmente attenuata in seguito al raggiungimento dell’accordo tra la Grecia e i suoi creditori internazionali, che ha gettato le basi per un terzo intervento di salvataggio e consentito al paese di restare nell’Eurozona. Continuiamo a mantenere il sovrappeso nell’azionario europeo; i fondamentali della regione stanno migliorando grazie al supporto del quantitative easing (Qe) della Banca centrale europea (Bce) e le prospettive per gli utili societari restano positive. La volatilità dei mercati azionari cinesi ha riacceso i timori degli investitori sul rallentamento economico della Cina e sul potenziale effetto di contagio per gli altri mercati asiatici ed emergenti. Abbiamo assunto una posizione di sottopeso nei titoli azionari asiatici e dei paesi emergenti in quanto nel breve termine prevediamo ulteriori difficoltà per questi mercati con l’avvicinarsi del primo rialzo dei tassi della Fed. Manteniamo la sovraponderazione dell’azionario giapponese in quanto riteniamo che l’economia nipponica dovrebbe beneficiare del recente netto calo dei prezzi delle materie prime.
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Tutti gli investimenti comportano dei rischi, tra cui la possibile perdita del capitale. Le opinioni espresse sono quelle dell’autore/autori alla data di pubblicazione del documento e possono variare in qualsiasi momento a causa di cambiamenti del mercato o delle condizioni economiche. Tutte le informazioni concernenti, i rendimenti attesi e le prospettive di mercato si basano sui risultati della ricerca, delle analisi e delle opinioni dell’autore/autori. Pertanto, talune conclusioni sono anche di natura speculativa e potrebbero quindi non realizzarsi. I rendimenti passati non sono indicativi dei risultati futuri. Tutti gli investimenti comportano rischi, tra cui la possibile perdita del capitale.