francia
Iva, gettito di oltre 31 miliardi se l’Italia copiasse Germania o Francia
10 Settembre 2015 12:42
sti giorni si parla della prossima legge di stabilità e, inevitabilmente, si fanno ipotesi sulle cifre in gioco. Le ultime stime parlano di una manovra che dovrebbe sfiorare (se non, addirittura, superare) i 30 miliardi di euro complessivi. E, come sempre, tutto si incentra sui possibili tagli di spesa dal momento che a nuove entrate è davvero difficile pensare senza sollevare la reazione dei cittadini e delle forze sociali.
Eppure ci sarebbe una strada per recuperare tra i 32 e i 35 miliardi in più all’anno di entrate per lo stato senza nuove tasse. Si tratta di allineare il gettito dell’IVA, che nel nostro paese registra una evasione media annua del 33,6%, a quello dei due principali partner europei: la Germania e la Francia. In base agli ultimi dati disponibili, infatti, a fronte di 141,4 miliardi di IVA annua stimata in Italia, il gettito effettivo si ferma a 93,9 miliardi (cioè il 33,6% in meno in termini di Vat Gap, il cosiddetto divario IVA, cioè la misura di scostamento tra l'IVA incassata e l'Iva teoricamente incassabile di uno Stato). In Germania, invece, il Vat Gap non va oltre l’11,2% (con 197 miliardi di euro incassati da Berlino a fronte di 221,8 miliardi stimati) mentre in Francia addirittura si assottiglia all’8,9% (144,4 miliardi introitati da Parigi a fronte dei 158,5 miliardi preventivati).
Certo le ragioni di questa ingente divergenza di Vat Gap tra il nostro paese e Germania e Francia sono molteplici e si sono stratificate nei decenni: dalle frodi fiscali alle inefficienze amministrative e burocratiche, dai fallimenti aziendali all’andamento più negativo della media europea dell’economia Italia, dalle scarse azioni di contrasto messe in campo fino all’evasione fiscale.
Ma forse, varrebbe la pena di affrontare in modo serio la questione perché il bottino potenziale ne vale davvero la pena: basti pensare che se il Vat Gap sull’IVA in Italia si restringesse all’11,2% della Germania, gli introiti aumenterebbero di 31,7 miliardi di euro per l’Erario, e addirittura, di 34,9 miliardi se la percentuale di Vat Gap scendesse ai livelli virtuosi della Francia (8,9%). Anche per questo a Bruxelles si mostrano piuttosto rigidi sull’iniziativa del Governo Renzi che ha promesso di tagliare le tasse sulla prima casa senza prevedere nessuna azione di contrasto più deciso all’evasione dell’IVA.
Eppure ci sarebbe una strada per recuperare tra i 32 e i 35 miliardi in più all’anno di entrate per lo stato senza nuove tasse. Si tratta di allineare il gettito dell’IVA, che nel nostro paese registra una evasione media annua del 33,6%, a quello dei due principali partner europei: la Germania e la Francia. In base agli ultimi dati disponibili, infatti, a fronte di 141,4 miliardi di IVA annua stimata in Italia, il gettito effettivo si ferma a 93,9 miliardi (cioè il 33,6% in meno in termini di Vat Gap, il cosiddetto divario IVA, cioè la misura di scostamento tra l'IVA incassata e l'Iva teoricamente incassabile di uno Stato). In Germania, invece, il Vat Gap non va oltre l’11,2% (con 197 miliardi di euro incassati da Berlino a fronte di 221,8 miliardi stimati) mentre in Francia addirittura si assottiglia all’8,9% (144,4 miliardi introitati da Parigi a fronte dei 158,5 miliardi preventivati).
Certo le ragioni di questa ingente divergenza di Vat Gap tra il nostro paese e Germania e Francia sono molteplici e si sono stratificate nei decenni: dalle frodi fiscali alle inefficienze amministrative e burocratiche, dai fallimenti aziendali all’andamento più negativo della media europea dell’economia Italia, dalle scarse azioni di contrasto messe in campo fino all’evasione fiscale.
Ma forse, varrebbe la pena di affrontare in modo serio la questione perché il bottino potenziale ne vale davvero la pena: basti pensare che se il Vat Gap sull’IVA in Italia si restringesse all’11,2% della Germania, gli introiti aumenterebbero di 31,7 miliardi di euro per l’Erario, e addirittura, di 34,9 miliardi se la percentuale di Vat Gap scendesse ai livelli virtuosi della Francia (8,9%). Anche per questo a Bruxelles si mostrano piuttosto rigidi sull’iniziativa del Governo Renzi che ha promesso di tagliare le tasse sulla prima casa senza prevedere nessuna azione di contrasto più deciso all’evasione dell’IVA.
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