Columbia Threadneedle Investments
Azionario Europa, chiari segnali di miglioramento sul fronte interno
11 Settembre 2015 10:55
Philip Dicken e Dan Ison, gestori azionario Europa di Columbia Threadneedle Investments si aspettano che gli utili realizzati sui mercati domestici europei continuino a dare un forte contributo alla ripresa complessiva della redditività aziendale nel 2015 e nel 2016. Sulla scia di questo convincimento valutano con positività il rallentamento dei mercati globali che avrebbero fatto emergere interessanti opportunità di acquisto con livelli di valutazione più convenienti.
“È importante ricordare che sul mercato europeo le valutazioni sono appetibili. Secondo le stime di consenso di Bloomberg, il mercato paneuropeo presenta un rapporto prezzo/utili (p/e) di 14,3x, sulla base delle stime 2016, che equivale a un rendimento del 3,9%. Si tratta di un livello tutt'altro che esoso, se gli utili continuano a migliorare” fanno infatti presente i due manager secondo i quali ai vantaggi di inizio anno (valuta debole, bassi prezzi dell'energia e Quantitative Easing della BCE), si aggiungono i segnali di miglioramento in varie economie dell'eurozona che hanno favorito una vigorosa crescita degli utili per molti titoli orientati al mercato interno, nel secondo trimestre.
“Di recente abbiamo constatato segnali di miglioramento sul fronte interno. Il QE ha gonfiato l'offerta di moneta e questo, a sua volta, ha stimolato la domanda nazionale e la fiducia a livello societario. Inoltre, c’è evidenza anche di un aumento sia sul lato dell'offerta che da quello della domanda di credito nell'eurozona. Le vendite al dettaglio sono state robuste e l'occupazione è di nuovo in aumento” puntualizzano i due gestori che intravedono poi segnali incoraggianti sul fronte dei profitti societari: “Nell'ambito di questi dati, le società dell'area euro finora hanno incrementato gli utili del 18% anno su anno, a fronte di un declino del 4,6% anno su anno delle aziende britanniche”.
Non solo. Scavando un po' più a fondo, si nota che un paniere di titoli orientati al mercato interno (creato da Barclays) ha superato le stime di consenso degli utili per azione con un margine del 7,8%: tali aziende hanno conseguito una crescita degli utili anno su anno pari al 39% nel secondo trimestre.
“Secondo una delle nostre tesi centrali di quest'anno, nell'ambito del team europeo, affinché gli utili europei recuperino fino a riallinearsi a quelli di altri mercati sviluppati come Stati Uniti e Regno Unito, dovremmo assistere a una ripresa dell'economia domestica dell'eurozona e, di conseguenza, a una ripresa degli utili sui titoli azionari più orientati al mercato interno” specificano i due gestori che hanno applicato questi loro convincimenti incrementando il peso nei loro portafogli sia di alcuni finanziari domestici, che hanno evidenziato revisioni degli utili notevoli (ING, Intesa Sanpaolo, Barclays, Axa), sia di titoli industriali ciclici esposti al mercato interno (Ferrovial, Legrand, Eurotunnel, Ryanair) e sia di imprese dell'area dei beni voluttuari (Persimmon, Tui, Reed Elsevier).
“È importante ricordare che sul mercato europeo le valutazioni sono appetibili. Secondo le stime di consenso di Bloomberg, il mercato paneuropeo presenta un rapporto prezzo/utili (p/e) di 14,3x, sulla base delle stime 2016, che equivale a un rendimento del 3,9%. Si tratta di un livello tutt'altro che esoso, se gli utili continuano a migliorare” fanno infatti presente i due manager secondo i quali ai vantaggi di inizio anno (valuta debole, bassi prezzi dell'energia e Quantitative Easing della BCE), si aggiungono i segnali di miglioramento in varie economie dell'eurozona che hanno favorito una vigorosa crescita degli utili per molti titoli orientati al mercato interno, nel secondo trimestre.
“Di recente abbiamo constatato segnali di miglioramento sul fronte interno. Il QE ha gonfiato l'offerta di moneta e questo, a sua volta, ha stimolato la domanda nazionale e la fiducia a livello societario. Inoltre, c’è evidenza anche di un aumento sia sul lato dell'offerta che da quello della domanda di credito nell'eurozona. Le vendite al dettaglio sono state robuste e l'occupazione è di nuovo in aumento” puntualizzano i due gestori che intravedono poi segnali incoraggianti sul fronte dei profitti societari: “Nell'ambito di questi dati, le società dell'area euro finora hanno incrementato gli utili del 18% anno su anno, a fronte di un declino del 4,6% anno su anno delle aziende britanniche”.
Non solo. Scavando un po' più a fondo, si nota che un paniere di titoli orientati al mercato interno (creato da Barclays) ha superato le stime di consenso degli utili per azione con un margine del 7,8%: tali aziende hanno conseguito una crescita degli utili anno su anno pari al 39% nel secondo trimestre.
“Secondo una delle nostre tesi centrali di quest'anno, nell'ambito del team europeo, affinché gli utili europei recuperino fino a riallinearsi a quelli di altri mercati sviluppati come Stati Uniti e Regno Unito, dovremmo assistere a una ripresa dell'economia domestica dell'eurozona e, di conseguenza, a una ripresa degli utili sui titoli azionari più orientati al mercato interno” specificano i due gestori che hanno applicato questi loro convincimenti incrementando il peso nei loro portafogli sia di alcuni finanziari domestici, che hanno evidenziato revisioni degli utili notevoli (ING, Intesa Sanpaolo, Barclays, Axa), sia di titoli industriali ciclici esposti al mercato interno (Ferrovial, Legrand, Eurotunnel, Ryanair) e sia di imprese dell'area dei beni voluttuari (Persimmon, Tui, Reed Elsevier).