crescita economica

Turchia, i freni del breve periodo e le potenzialità del lungo termine

11 Settembre 2015 10:59

financialounge -  crescita economica Eli Koen orizzonte temporale turchia UBP
lato, quello di medio lungo termine, permangono solidi dati macro economici di supporto alla crescita strutturale del paese. Dall’altro, quello più di breve periodo, l’incertezza politica continua a pesare. Nel mezzo, tra le due posizioni, l’evoluzione del quadro internazionale con l’alleggerimento atteso per le sanzioni economiche contro l’Iran (che dovrebbe essere positivo per il commercio turco, poiché il Paese è uno dei principali partner storicamente) e un possibile ulteriore peggioramento delle tensioni politiche in Siria e in Iraq (che, invece, potrebbe danneggiare il commercio con questi Paesi e portare la performance di breve termine della Borsa di Istanbul ad allontanarsi da quelle delle controparti).

Sono queste le variabili che stanno determinando l’evoluzione degli asset (obbligazionari, valutari e azionari) della Turchia come sottolineato nella sua analisi da Eli Koen, Head of Turkish Equities di Union Bancaire Privée (UBP). “Gli sviluppi politici si sono inevitabilmente riflessi negativamente sul premio al rischio della Turchia, che a sua volta ha avuto un impatto negativo sul mercato azionario, sulla valuta e sui tassi di interesse. Nel breve termine, i mercati si concentreranno principalmente sulla tempistica e sul risultato delle prossime elezioni, con uno sguardo particolare agli eventi terroristici nel Paese” fa sapere il manager che, nonostante queste evoluzioni negative sul fronte politico, ritiene che il quadro economico sia relativamente tranquillo.

Le stime sul PIL del 2015 sono al 3%, basse secondo gli standard turchi ma accettabili in un quadro globale affamato di crescita. Spiccano peraltro aree di forte espansione come le vendite di auto (+50% a/a), di case (+21% a/a) e di elettrodomestici (+10%). La crescita dei prestiti è ancora buona, al 19% in termini aggiustati per il cambio. Sebbene ci sia un certo aumento delle sofferenze bancarie, i numeri sono ampiamente all’interno del range accettabile a livello storico. Le banche continuano a essere capitalizzate in maniera adeguata, senza segnali di pressioni sistemiche. Il deficit di parte corrente è ora sceso sotto il 5% del PIL, rispetto al picco del 10% precedente. Il bilancio pubblico resta solido, con il deficit e il debito a livelli bassi. L’inflazione è al 7,1%, ma non è particolarmente elevata in base agli standard turchi.

“L’appetito globale per il rischio continua a essere un fattore importante per la performance della Borsa turca, sia direttamente, con l’impatto sui flussi dei fondi di investimento sui Mercati Emergenti, sia indirettamente, tramite le oscillazioni dei tassi di interesse turchi e dei tassi di cambio. Andando avanti, le notizie circa la tempistica del rialzo dei tassi della Fed dovrebbero continuare a costituire un indicatore importante per la performance dei Mercati Emergenti. Similmente, le politiche monetarie accomodanti implementate dalle altre Banche centrali saranno un altro fattore da osservare con attenzione, in termini di appetito globale per il rischio” specifica Eli Koen che, in ogni caso, si aspetta che le notizie riguardanti lo scenario politico turco continueranno a dominare il mercato nel breve termine.

“La volatilità potrebbe persistere nel medio termine, fino a quando le politiche locali non diventeranno un tema secondario e le questioni macro economiche saranno il focus principale. Quando avremo un outlook politico più definito, i mercati probabilmente si concentreranno maggiormente sui fondamentali, come i driver di crescita di lungo termine e le valutazioni azionari, che dovrebbero suggerire prospettive più rosee per la Turchia” conclude il manager.

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