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Obbligazioni, perché l’high yield Europa resta attraente

15 Settembre 2015 11:03

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trong>High yield europeo, debito emergente in valuta forte e, in modo selettivo, alcuni corporate bond investment grade americani. Sono questi i segmenti preferiti ora dalla Pictet Asset Management Strategy Unit (PSU), il gruppo di investimento responsabile delle linee guida di asset allocation in ambito azionario e obbligazionario, nonché in materia di valute e di commodity, che ha deciso di ridurre a un lieve sottopeso l’esposizione al debito emergente in valuta locale.

“La mossa è accompagnata da un incremento, per il secondo mese consecutivo, della posizione sulle emissioni europee high yield, che passano così a un lieve sovrappeso. Confermiamo invece il sovrappeso del debito emergente in valuta forte, un’asset class a nostro parere ancora conveniente rispetto ai bond dei Paesi avanzati e priva del rischio di cambio delle obbligazioni in valuta locale” puntualizza la PSU che ritiene probabile un’ulteriore svalutazione del renminbi cinese: un aggiustamento di quasi il 5% del fixing giornaliero difficilmente riuscirà a risollevare un’economia delle dimensioni di quella cinese: ecco perché la PSU ha deciso di modificare le nostre posizioni corte sulle valute dei Paesi emergenti.

“Se prima ritenevamo sfavoriti i produttori di commodity, ora esprimiamo un giudizio negativo sugli esportatori di prodotti manifatturieri come la Corea, che compete con la Cina e risentirà di un renminbi più debole. Un’altra importante conseguenza della recente instabilità è il possibile rinvio del primo rialzo dei tassi USA, che i mercati si aspettavano già a settembre. Effettivamente la Fed potrebbe posporre l’avvio del ciclo di inasprimento monetario, il che però non significherà il ritorno a una linea accomodante” sottolineano gli esperti della PSU secondo i quali, sul mercato corporate americano, le obbligazioni investment grade a lunga scadenza hanno accumulato un tale ritardo da far intravedere loro alcune opportunità basate sulle valutazioni.

“Anche il debito europeo high yield presenta ora spread più interessanti, intorno a 430 punti base (+4,30%). L’high yield è stato fra le prime vittime del selloff (vendita indiscriminata di titoli sul mercato senza limitazioni di prezzo e quantità) e potrebbe essere fra i primi a riguadagnare terreno. Le prospettive di solvibilità degli emittenti high yield europei sono migliori di quelle dei concorrenti statunitensi, in quanto nel vecchio continente le aziende energetiche pesano meno e la BCE continua a sostenere il mercato obbligazionario” concludono gli esperti della PSU.

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