Andrew Harmstone
Cina, è del 30% il suo contributo alla crescita globale
16 Settembre 2015 10:34
elerazione della crescita della Cina è alla base delle turbolenze che dal mese di agosto imperversano sui listini internazionali. Constatare, numeri alla mano, che il colosso asiatico che nel 2009 riuscì a evitare un tracollo dell’economia mondiale ancora più profondo di quello che si verificò grazie al massiccio piano di investimenti e a tassi di crescita del 10% annui, ha messo i brividi ad economisti, analisti ed esperti finanziari di tutto il mondo.
Tuttavia, come spesso accade, le stime degli impatti di un rallentamento dell’economia cinese sui paesi emergenti e sulla crescita globale restano avvolte da approssimazione. Secondo Andrew Harmstone, Managing Director Portfolio Manager Global Balanced Risk Controlled (GBaR) Strategy di Morgan Stanley Investment Management, per esempio, vi sono investitori cinesi che hanno comprato ai massimi e adesso hanno subito delle perdite reali. Tenendo conto che circa l’80% degli investitori cinesi è rappresentato da privati, che in seguito alle perdite del mercato potrebbero ridurre i propri livelli di consumo, soprattutto per quanto riguarda prodotti costosi come le automobili, potrebbe avere, a sua volta, un potenziale impatto non solo sull’economia cinese, ma su tutta l’economia globale, data l’importanza delle importazioni cinesi in settori quali materie prime, beni di lusso e automobili.
Secondo Rory Bateman, Head of UK & European Equities, Schroders, invece, l’economia europea può ora espandersi nonostante l’attuale situazione cinese. Il manager ha sottolineato che, sebbene la crescita dell’export in Cina sia stata del 9,8% all’anno dal 2010 al 2014, il valore assoluto equivale a 165 miliardi di euro, esiguo se comparato al valore dell’interscambio intra-EU, pari circa a 2.800 miliardi di euro.
In attesa di conoscere se l’impressione secondo la quale, forse, i mercati abbiano esagerato nel valutare le implicazioni di un motore cinese a scartamento ridotto, il primo ministro cinese, Li Keqiang, giovedì 10 settembre, durante il discorso di apertura del World Economic Forum di Dalian, ha tenuto a sottolineare i risultati conseguiti da Pechino nella prima metà del 2015 dichiarando che il suo paese ha contribuito nei primi sei mesi di quest’anno al 30% della crescita globale.
Tuttavia, come spesso accade, le stime degli impatti di un rallentamento dell’economia cinese sui paesi emergenti e sulla crescita globale restano avvolte da approssimazione. Secondo Andrew Harmstone, Managing Director Portfolio Manager Global Balanced Risk Controlled (GBaR) Strategy di Morgan Stanley Investment Management, per esempio, vi sono investitori cinesi che hanno comprato ai massimi e adesso hanno subito delle perdite reali. Tenendo conto che circa l’80% degli investitori cinesi è rappresentato da privati, che in seguito alle perdite del mercato potrebbero ridurre i propri livelli di consumo, soprattutto per quanto riguarda prodotti costosi come le automobili, potrebbe avere, a sua volta, un potenziale impatto non solo sull’economia cinese, ma su tutta l’economia globale, data l’importanza delle importazioni cinesi in settori quali materie prime, beni di lusso e automobili.
Secondo Rory Bateman, Head of UK & European Equities, Schroders, invece, l’economia europea può ora espandersi nonostante l’attuale situazione cinese. Il manager ha sottolineato che, sebbene la crescita dell’export in Cina sia stata del 9,8% all’anno dal 2010 al 2014, il valore assoluto equivale a 165 miliardi di euro, esiguo se comparato al valore dell’interscambio intra-EU, pari circa a 2.800 miliardi di euro.
In attesa di conoscere se l’impressione secondo la quale, forse, i mercati abbiano esagerato nel valutare le implicazioni di un motore cinese a scartamento ridotto, il primo ministro cinese, Li Keqiang, giovedì 10 settembre, durante il discorso di apertura del World Economic Forum di Dalian, ha tenuto a sottolineare i risultati conseguiti da Pechino nella prima metà del 2015 dichiarando che il suo paese ha contribuito nei primi sei mesi di quest’anno al 30% della crescita globale.
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