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Un nuovo modello economico: la partita a scacchi globale

17 Settembre 2015 09:09

financialounge -  banche centrali Jim Caron Marco Spaltro Morgan Stanley politica monetaria
testo nel quale i prezzi delle attività finanziarie sono in gran parte determinati dalle interazioni tra le banche centrali mondiali, che si fanno concorrenza per riuscire a raggiungere i rispettivi target d’inflazione nazionali, cercando al tempo stesso di assicurare stabilità ai mercati finanziari. È questo il nuovo modello economico che Marco Spaltro, Vice President Morgan Stanley Investment Management e Jim Caron, Managing Director Morgan Stanley Investment Management, hanno battezzato Global Chess Game (Gcg), ovvero la partita a scacchi globale.

“Il punto d’incontro tra gli obiettivi della Gcg in contrasto tra loro è il punto in cui crediamo vi sia generazione di alpha (l’extra rendimento rispetto ai livelli ottenibili dagli indici medi di mercato) e si possano trovare opportunità d’investimento” puntualizzano i due manager secondo i quali dal punto di vista degli investimenti, la Gcg suggerisce la possibilità di realizzare una modesta crescita globale senza il rischio di un rapido aumento dei tassi d’interesse nel breve periodo. Infatti, le banche centrali delle economie che vanno verso la ripresa, come gli Stati Uniti e il Regno Unito, potrebbero dover aumentare più lentamente i tassi di riferimento per evitare la «trappola della lowflation», cioè il perdurare dei bassi tassi di inflazione che sconfinano nella deflazione.

Al contempo, le economie che si stanno indebolendo potrebbero riuscire ad allentare i tassi di riferimento in modo più aggressivo, riducendo il rischio di spinte inflazionistiche. I prezzi al consumo reali e le aspettative inflazionistiche potrebbero di conseguenza mantenersi basse nel medio periodo. In generale, questa situazione dovrebbe essere favorevole al credito e agli investimenti imperniati sul carry (la strategia che consiste nel prendere a prestito del denaro in paesi con tassi di interesse più bassi, per cambiarlo in valuta di paesi con un rendimento degli investimenti maggiore in modo sia da ripagare il debito contratto, ndr).

“Essendo probabile che le misure di sostegno delle banche centrali continuino ad essere una caratteristica dominante del ciclo degli investimenti, il rischio di insolvenza potrebbe infatti mantenersi ridotto. Inoltre questo potrebbe favorire l’appiattimento delle curve dei rendimenti globali. Naturalmente, saranno ancora presenti dei rischi idiosincratici (cioè quelli che colpiscono un numero molto limitato di attività e non tutto il mercato), in quanto il ciclo delle politiche monetarie non è sincronizzato, il che riteniamo favorisca le strategie obbligazionarie a gestione attiva” sostengono Marco Spaltro e Jim Caron che, in ogni caso, sono dell’idea che la partita a scacchi globale sia un modello utile su cui basare le proprie decisioni di investimento in questa fase in cui le politiche monetarie sono sempre meno sincronizzate tra loro.

“La Gcg ha infatti evidenti implicazioni per gli investimenti: 1) l’inflazione e la crescita a livello globale si manterranno probabilmente su livelli contenuti; 2) i rendimenti potrebbero restare confinati in una fascia di oscillazione ristretta; 3) paesi come il Canada, la Nuova Zelanda e l’Australia offrono buone opportunità in quanto le banche centrali hanno ancora margini di manovra per allentare la loro politica monetaria” concludono i due manager consapevoli, tuttavia, che gli sviluppi nell’interazione tra le principali banche centrali sono ancora molto incerti.

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