Federal Reserve
Fed, un messaggio rassicurante e di grande attenzione ai mercati
18 Settembre 2015 12:32
decisione rafforza l’idea che la fase di normalizzazione della politica monetaria americana sarà molto lenta e graduale, aumentando le attese che a breve la politica dei tassi resterà molto accomodante. Tuttavia ora la situazione diventa più incerta soprattutto su quali saranno i parametri da monitorare per stimare le prossime mosse della banca centrale americana” precisa Maria Paola Toschi, Market Strategist di J.P. Morgan Asset Management, nel commentare i tassi invariati da parte della Fed.
La strategist fa notare che, sebbene oggi la disoccupazione americana continui a scendere e l’inflazione sia salita ad agosto da 1,7% a 1,8%, la Fed ha preferito non agire creando un contesto di indeterminatezza.
“Nel suo comunicato, la Fed ha fatto notare che «recenti sviluppi economici e finanziari a livello globale possono condizionare l’attività economica in qualche modo e potrebbero mettere sotto pressione l’inflazione a breve termine». Inoltre nella press conference il Governatore Yellen ha menzionato esplicitamente una crescente preoccupazione circa la crescita in Cina e in altri paesi emergenti come anche gli effetti deflattivi che potrebbero derivare da un ulteriore apprezzamento del dollaro” sottolinea Maria Paola Toschi.
Come conseguenza della decisione di ieri, il comitato di politica monetaria prevede ora spazio per un solo aumento dei tassi nel 2015 (+0,25%) rispetto ai due rialzi stimati in precedenza. Mentre si prevedono ancora 4 rialzi nel 2016. Il messaggio che sembra emergere è che la mancata azione di settembre significa che sia il timing del primo rialzo che il successivo sentiero dei rialzi dipenderà anche dalle condizioni di crescita e di stabilità a livello globale, un’area su cui la Fed ha poco potere per intervenire.
“Per i mercati la non decisione della Fed è un messaggio rassicurante e di grande cautela e attenzione ai mercati. Ma restano questioni aperte. Infatti ora le attese di un rafforzamento del dollaro sono più limitate. Ciò potrebbe ridurre la pressione e la volatilità sui mercati emergenti, dal momento che gli investitori potrebbero avere meno fretta di muovere i capitali fuori dalle aree emergenti e in cerca di nuove opportunità sui mercati sviluppati e verso il dollaro” constata la strategist secondo la quale, al contrario, la non decisione della Fed potrebbe generare incertezza in America, attenuando il messaggio che l’economia è forte, limitando una ripresa di attenzione verso i mercati americani e creando incertezza sulle prossime mosse della Fed: tutto questo potrebbe alimentare la volatilità. In ogni caso, per Maria Paola Toschi, il mancato rialzo dei tassi a settembre potrebbe non avere significativi effetti sull’economia USA a breve termine.
“L’economia americana resta ben impostata in un costante trend di rialzo e rafforzamento anche prima e indipendentemente dalle decisioni della Fed. Un rialzo dei tassi avrebbe avuto anche effetti positivi e avrebbe potuto stimolare l’economia alzando i redditi da interessi delle famiglie più dei costi dei consumi e fornendo alle famiglie una ragione per cominciare a indebitarsi per spendere e investire prima di ulteriori aumenti dei tassi. Un aumento dei tassi potrebbe non penalizzare il settore immobiliare che è più colpito dalla indisponibilità di cassa per pagare acquisti di nuovi immobili che dai mancati pagamenti di interessi sui mutui” conclude la strategist.
La strategist fa notare che, sebbene oggi la disoccupazione americana continui a scendere e l’inflazione sia salita ad agosto da 1,7% a 1,8%, la Fed ha preferito non agire creando un contesto di indeterminatezza.
“Nel suo comunicato, la Fed ha fatto notare che «recenti sviluppi economici e finanziari a livello globale possono condizionare l’attività economica in qualche modo e potrebbero mettere sotto pressione l’inflazione a breve termine». Inoltre nella press conference il Governatore Yellen ha menzionato esplicitamente una crescente preoccupazione circa la crescita in Cina e in altri paesi emergenti come anche gli effetti deflattivi che potrebbero derivare da un ulteriore apprezzamento del dollaro” sottolinea Maria Paola Toschi.
Come conseguenza della decisione di ieri, il comitato di politica monetaria prevede ora spazio per un solo aumento dei tassi nel 2015 (+0,25%) rispetto ai due rialzi stimati in precedenza. Mentre si prevedono ancora 4 rialzi nel 2016. Il messaggio che sembra emergere è che la mancata azione di settembre significa che sia il timing del primo rialzo che il successivo sentiero dei rialzi dipenderà anche dalle condizioni di crescita e di stabilità a livello globale, un’area su cui la Fed ha poco potere per intervenire.
“Per i mercati la non decisione della Fed è un messaggio rassicurante e di grande cautela e attenzione ai mercati. Ma restano questioni aperte. Infatti ora le attese di un rafforzamento del dollaro sono più limitate. Ciò potrebbe ridurre la pressione e la volatilità sui mercati emergenti, dal momento che gli investitori potrebbero avere meno fretta di muovere i capitali fuori dalle aree emergenti e in cerca di nuove opportunità sui mercati sviluppati e verso il dollaro” constata la strategist secondo la quale, al contrario, la non decisione della Fed potrebbe generare incertezza in America, attenuando il messaggio che l’economia è forte, limitando una ripresa di attenzione verso i mercati americani e creando incertezza sulle prossime mosse della Fed: tutto questo potrebbe alimentare la volatilità. In ogni caso, per Maria Paola Toschi, il mancato rialzo dei tassi a settembre potrebbe non avere significativi effetti sull’economia USA a breve termine.
“L’economia americana resta ben impostata in un costante trend di rialzo e rafforzamento anche prima e indipendentemente dalle decisioni della Fed. Un rialzo dei tassi avrebbe avuto anche effetti positivi e avrebbe potuto stimolare l’economia alzando i redditi da interessi delle famiglie più dei costi dei consumi e fornendo alle famiglie una ragione per cominciare a indebitarsi per spendere e investire prima di ulteriori aumenti dei tassi. Un aumento dei tassi potrebbe non penalizzare il settore immobiliare che è più colpito dalla indisponibilità di cassa per pagare acquisti di nuovi immobili che dai mancati pagamenti di interessi sui mutui” conclude la strategist.