fusioni e acquisizioni
International Editor’s Picks – 21 settembre 2015
21 Settembre 2015 10:04
g>Honeywell vuol essere la Apple dell’industria.
Lo ha detto in un’intervista a Yahoo Finance il CEO della conglomerata del New Jersey David Cote. Il punto è proprio l’essere una conglomerata, un modello messo in discussione in USA negli ultimi tempi, vista la difficoltà di GE o United Technologies a performare meglio del mercato. Secondo Cote le chiavi per tirar fuori quattrini da una conglomerata come Honeywell sono tre: avere il portafoglio giusto di prodotti e servizi, essere focalizzati sui processi interni, e avere una cultura giusta da applicare a entrambi. Gli investitori hanno premiato Cote, al timone dal 2002: 123% di rialzo del titolo negli ultimi cinque anni e 190% negli ultimi 10, ben sopra gli indici. L’idea di Cote è Honeywellizzare i processi che hanno successo, come ha fatto con il sistema di produzione di Toyota, per diventare la Apple del settore industriale americano.
Mega M&A ai massimi.
Il volume delle grandi operazioni di fusione quest’anno ha superato perfino il record del 1999, quando le operazioni erano alimentate dalla bolla delle dot.com. Lo riporta il FT secondo cui con il deal di Altice che ha acquisito Cablevision per $17,7 miliardi giovedì scorso il totale del 2015 è arrivato a $1,19 trilioni, il record di sempre per le operazioni da $10 miliardi in su. Quanto a numero di deal, siamo arrivati quest’anno a quota 47, solo uno in meno di quelli fatti nel 2006, un anno prima dell’inizio della rande crisi. Il fenomeno coincide con la fase di tassi bassissimi, che dopo la non decisione della Fed sempre giovedì scorso è destinata a continuare, consentendo di indebitarsi a prezzi stracciati per finanziare le mega fusion.
Anatema del Papa in arrivo?
C’è attesa ma anche apprensione per il discorso che Francesco terrà davanti al Congresso riunito in seduta congiunta il 24 settembre, la prima volta di un Pontefice nella storia. Apprensione soprattutto sul fronte repubblicano e in generale nella corporate America. Il Papa parlerà in inglese e potrebbe dire un sacco di cose poco gradite ai repubblicani e a tutti i sostenitori e campioni del capitalismo americano. Sui siti e sui blog americani molti ricordano “la nuova idolatria del denaro” denunciata dal Papa nel 2013, causata dalla crescita esponenziale della ricchezza di una minoranza che produce una nuova tirannia. Perfino l’Economist, di solito sobrio, ha definito Francesco “ultra-radicale” che sembra un seguace di Vladimir Lenin. E se fosse candidato alle presidenziali, sarebbe a sinistra di Bernie Sanders, il socialista che sfida Hillary Clinton in campo democratico. Ma c’è anche chi non la pensa così, come Charles Clark, economista della St. John’s University: Francesco guarda al business come a una vocazione, un modo legittimo di servire gli altri e servire Dio.
Lo ha detto in un’intervista a Yahoo Finance il CEO della conglomerata del New Jersey David Cote. Il punto è proprio l’essere una conglomerata, un modello messo in discussione in USA negli ultimi tempi, vista la difficoltà di GE o United Technologies a performare meglio del mercato. Secondo Cote le chiavi per tirar fuori quattrini da una conglomerata come Honeywell sono tre: avere il portafoglio giusto di prodotti e servizi, essere focalizzati sui processi interni, e avere una cultura giusta da applicare a entrambi. Gli investitori hanno premiato Cote, al timone dal 2002: 123% di rialzo del titolo negli ultimi cinque anni e 190% negli ultimi 10, ben sopra gli indici. L’idea di Cote è Honeywellizzare i processi che hanno successo, come ha fatto con il sistema di produzione di Toyota, per diventare la Apple del settore industriale americano.
Mega M&A ai massimi.
Il volume delle grandi operazioni di fusione quest’anno ha superato perfino il record del 1999, quando le operazioni erano alimentate dalla bolla delle dot.com. Lo riporta il FT secondo cui con il deal di Altice che ha acquisito Cablevision per $17,7 miliardi giovedì scorso il totale del 2015 è arrivato a $1,19 trilioni, il record di sempre per le operazioni da $10 miliardi in su. Quanto a numero di deal, siamo arrivati quest’anno a quota 47, solo uno in meno di quelli fatti nel 2006, un anno prima dell’inizio della rande crisi. Il fenomeno coincide con la fase di tassi bassissimi, che dopo la non decisione della Fed sempre giovedì scorso è destinata a continuare, consentendo di indebitarsi a prezzi stracciati per finanziare le mega fusion.
Anatema del Papa in arrivo?
C’è attesa ma anche apprensione per il discorso che Francesco terrà davanti al Congresso riunito in seduta congiunta il 24 settembre, la prima volta di un Pontefice nella storia. Apprensione soprattutto sul fronte repubblicano e in generale nella corporate America. Il Papa parlerà in inglese e potrebbe dire un sacco di cose poco gradite ai repubblicani e a tutti i sostenitori e campioni del capitalismo americano. Sui siti e sui blog americani molti ricordano “la nuova idolatria del denaro” denunciata dal Papa nel 2013, causata dalla crescita esponenziale della ricchezza di una minoranza che produce una nuova tirannia. Perfino l’Economist, di solito sobrio, ha definito Francesco “ultra-radicale” che sembra un seguace di Vladimir Lenin. E se fosse candidato alle presidenziali, sarebbe a sinistra di Bernie Sanders, il socialista che sfida Hillary Clinton in campo democratico. Ma c’è anche chi non la pensa così, come Charles Clark, economista della St. John’s University: Francesco guarda al business come a una vocazione, un modo legittimo di servire gli altri e servire Dio.
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