Diversified Alpha Plus Fund

Diversified Alpha Plus Fund - 15 settembre 2015

23 Settembre 2015 16:45

financialounge -  Diversified Alpha Plus Fund Morgan Stanley
prima metà di settembre è stata caratterizzata da una certa stabilità, con i titoli azionari statunitensi in leggero aumento e i Treasury Usa a dieci anni in calo di 7 pb al 2,29 %. Ciononostante, la maggior parte degli attivi dei mercati emergenti e delle materie prime ha continuato a scendere in termini assoluti: le azioni sono scese del -1,5% (MSCI EM), le valute hanno registrato un calo del -0,6% (JP Morgan EMCI) e le materie prime hanno perso il -6,0% (S&P GSCI).

• Continuiamo ad essere pessimisti sugli attivi della Cina e dei mercati emergenti (ME) in un'ottica di medio termine. E' comunque chiaro che il mercato sta rallentando se non assumendo una posizione ribassista. Le azioni dei ME hanno subito un crollo del -23% rispetto ai massimi registrati all'inizio dell'anno e ora appaiono piuttosto convenienti. I deflussi dai comparti azionari emergenti sono stati enormi e il posizionamento assunto dagli investitori è decisamente negativo.

• A parte le prospettive negative di medio termine, è possibile che nei prossimi trimestri la crescita della Cina si stabilizzi o subisca un'accelerazione. Diversi importanti indicatori sono mutati, come ad esempio le vendite di immobili e la spesa fiscale per il settore infrastrutture. Alla luce del dilagante pessimismo nei confronti della Cina, questo potrebbe bastare per arrestare o addirittura per capovolgere temporaneamente la tendenza ribassista degli attivi nei ME e delle materie prime e potrebbe comportare un aumento degli attivi di rischio globali (azioni in particolare) nel breve termine con l'affievolirsi dei timori di un'imminente recessione globale.

• Spostando l'attenzione sulle aspettative da qui a qualche mese, riteniamo che il mercato si troverà nuovamente ad affrontare le stesse problematiche: rallentamento della crescita globale trainata dalla Cina e dai ME senza la presenza di fattori di attenuazione quali accelerazione della crescita o stimolo politico altrove.

• Riteniamo che il mercato azionario giapponese sia vulnerabile. Il Giappone è maggiormente esposto ai ME rispetto alle altre principali economie e probabilmente sarà colpito in maniera sproporzionata dal rallentamento. L'economia interna è già di per se stessa debole visto il rallentamento della crescita e lo scarso aumento dell'inflazione. Prevediamo che gli operatori di mercato inizino a nutrire qualche dubbio nei confronti di Abenomics, sulla scia di Standard & Poor’s la quale ha declassato il rating dei titoli sovrani giapponesi. Abbiamo aperto una posizione corta nelle azioni giapponesi rispetto a quelle del mercato domestico.

• Nelle prime due settimane di settembre il Comparto ha perso il -1,6%. La performance è stata penalizzata soprattutto da una posizione corta sui produttori automobilistici esposti al mercato cinese e posizioni lunghe nel segmento azionario globale e nelle azioni europee rispetto a quelle statunitensi. A compensare in parte tali perdite sono stati i guadagni ottenuti dalla posizione corta nelle azioni giapponesi rispetto a quelle dei mercati sviluppati e le posizioni lunghe sulla corona svedese e sull'euro, entrambe rispetto al franco svizzero.

• Nella prima metà di settembre abbiamo ridotto l'esposizione incentrata sul tema del rallentamento della Cina: abbiamo chiuso le posizioni corte nelle Ashare e nel settore automobilistico esposto alla Cina e ridotto le posizioni corte nelle azioni di aziende di estrazione del rame, società globali di macchinari e componenti automobilistici e nel dollaro australiano e neozelandese. Abbiamo chiuso le posizioni tattiche lunghe nelle azioni globali all'inizio del mese, ma stiamo valutando di aprire nuovamente la posizione visto il possibile mini ciclo rialzista a breve termine in Cina. Abbiamo chiuso inoltre la nostra posizione corta nelle azioni europee dei beni di consumo primari, avendo raggiunto il limite di perdita consentito. Abbiamo aperto una posizione lunga nella corona svedese rispetto al franco svizzero, siccome la corona svedese sembra conveniente rispetto al reale tasso di cambio effettivo e ai differenziali dei tassi d'interesse e il saldo delle partite correnti non giustifica, a nostro avviso, la sottovalutazione.

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