BCE

Prepararsi a rendimenti modesti con una volatilità più accentuata

23 Settembre 2015 09:45

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condizioni macroeconomiche, finanziarie e di mercato fanno pensare ad un tempo di rendimenti modesti, inframezzato sempre più frequentemente da più elevata volatilità, per il resto del 2015 e parte del 2016”. È questa la sintesi che ha fatto Larry Hatheway, Capo Economista del Gruppo GAM, interpretando l’attuale contesto di mercato. Un riassunto «sintetico» richiamato da Carlo Benetti, Head of Market Research & Business Innovation di GAM Italia Sgr, nel suo commento analitico L’Alpha e il Beta del 21 settembre dedicato alle implicazioni sull’Europa dei quattro appuntamenti elettorali, delle tensioni interne, e degli equilibri internazionali.

“Le diffidenze tra stati nazionali, soprattutto nella faglia che separa i Paesi europei «storici» da quelli dell’Est entrati nel 2004, rischiano di allontanare ciò di cui c’è invece maggiormente bisogno, un salto di qualità verso maggiore cooperazione economica e fiscale, decisioni comunitarie e non intergovernative” sottolinea Carlo Benetti secondo il quale il superamento della crisi dei rifugiati vorrebbe dire tornare ad occuparsi dell’economia e finalmente alleviare il carico portato dalla sola banca centrale. Per il manager, infatti, a fronte di variabili economiche più o meno interpretabili e più o meno prevedibili, il rischio politico resta elevato, ontologicamente inafferrabile.

“La decisione della Fed di ritardare l’atteso aumento del tasso di riferimento, il primo dal 2006, non cambia il più generale quadro di riferimento, un intervento sui tassi dei Fed Funds entro la fine dell’anno” fa presente Carlo Benetti che, ricordando come le dichiarazioni di Janet Yellen nella conferenza stampa della Fed della scorsa settimana siano state piuttosto esplicite nel confermare una politica monetaria USA accomodante (salvo sorprese dall’inflazione interna), segnala il trasferimento della pressione dal dollaro alle banche centrali europea e giapponese, costringendole a fare i conti con il relativo rafforzamento delle loro valute. Secondo Carlo Benetti, la prudenza della Fed nella normalizzazione dei tassi, un occhio all’economia domestica e l’altro alle economie emergenti, potrebbe significare la necessità per la BCE di ampliare, negli importi o più verosimilmente nella durata, il programma di Quantitative Easing.

“Il programma sta generando gli attesi benefici, migliorano i livelli e la qualità del credito erogato, ma non è privo di controindicazioni, la più seria è relativa alla liquidità dei titoli oggetto del piano di acquisti straordinario. La scarsezza dei titoli si riflette nella difficoltà a negoziare liberamente sul mercato secondario, nelle quantità e nel momento voluto, senza condizionamenti sul prezzo della quotazione. I timori sulla liquidità dei titoli uniti alle valutazioni elevate comportano una ulteriore salita nella scala della volatilità e dei rischi complessivi” specifica il manager che promette di tornare presto a ragionare sulle implicazioni finanziarie di questo nuovo e complesso contesto mondiale dove occorre fare i conti con rendimenti decisamente più modesti rispetto al passato e con maggiore volatilità.

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