Erasmo Rodriguez
Petrolio, target a 58 dollari al barile nei prossimi 6 mesi
5 Ottobre 2015 11:12
offerta dell’OPEC è calata di 220 mila barili al giorno ad agosto per via delle perdite registrate in Arabia Saudita, Iraq e Angola. Nel mese di agosto, l’Arabia Saudita produceva 10,3 milioni di barili al giorno ed è improbabile che venga invertita la strategia dei prezzi del cartello” ricorda Erasmo Rodriguez, Senior Equity Analyst, Energy and Utilities di Union Bancaire Privée (UBP), secondo il quale questi segnali indicano che è in corso una riduzione dell’eccesso di offerta. Di conseguenza, il manager continua a mantenere la sua previsione a 6 mesi sul prezzo del Brent a 58 dollari al barile, che attualmente è scambiato in un trading range compreso tra i 54 e i 46 dollari al barile mentre lo spread (cioè il differenziale di costo) con il WTI si è ristretto a 1,4 dollari.
La persistente debolezza dei mercati del greggio, che si sono ripresi dai minimi ritoccati nel corso del mese d’agosto, è da ricercarsi per Erasmo Rodriguez per via delle preoccupazioni relative alla crescita economica globale e all’eccesso di offerta di petrolio (2,4 milioni di barili al giorno ad agosto). Ma d’ora in avanti le cose potrebbero cambiare. Innanzitutto l’AIE (Agenzia Internazionale dell’Energia) stima, per quest’anno, un guadagno del 4,1% a 11 milioni di barili al giorno e del 3% per il 2016. Tuttavia, come fa notare il manager, mentre la domanda di petrolio sta aumentando, l’offerta globale ha visto un calo di 0,6 milioni di barili al giorno ad agosto, arrivando a 96,3 milioni di barili al giorno, per via di una produzione più bassa sia nei Paesi non-OPEC che in quelli OPEC. Le società produttrici di tutto il mondo stanno poi chiudendo i giacimenti petroliferi marginali che hanno costi di produzione elevati.
“L’offerta dei Paesi non-OPEC è diminuita di 350 mila barili al giorno, attestandosi nel mese di agosto a 58,16 milioni di barili al giorno, a causa di una minor produzione negli Stati Uniti e nel mare del Nord. Il calo dei tassi di perforazione e completamento dei pozzi dovrebbe continuare nel 2016, mentre l’offerta degli Stati Uniti potrebbe diminuire di 0,4 milioni di barili al giorno l’anno prossimo (fonte: AIE)” puntualizza infine Erasmo Rodriguez.
La persistente debolezza dei mercati del greggio, che si sono ripresi dai minimi ritoccati nel corso del mese d’agosto, è da ricercarsi per Erasmo Rodriguez per via delle preoccupazioni relative alla crescita economica globale e all’eccesso di offerta di petrolio (2,4 milioni di barili al giorno ad agosto). Ma d’ora in avanti le cose potrebbero cambiare. Innanzitutto l’AIE (Agenzia Internazionale dell’Energia) stima, per quest’anno, un guadagno del 4,1% a 11 milioni di barili al giorno e del 3% per il 2016. Tuttavia, come fa notare il manager, mentre la domanda di petrolio sta aumentando, l’offerta globale ha visto un calo di 0,6 milioni di barili al giorno ad agosto, arrivando a 96,3 milioni di barili al giorno, per via di una produzione più bassa sia nei Paesi non-OPEC che in quelli OPEC. Le società produttrici di tutto il mondo stanno poi chiudendo i giacimenti petroliferi marginali che hanno costi di produzione elevati.
“L’offerta dei Paesi non-OPEC è diminuita di 350 mila barili al giorno, attestandosi nel mese di agosto a 58,16 milioni di barili al giorno, a causa di una minor produzione negli Stati Uniti e nel mare del Nord. Il calo dei tassi di perforazione e completamento dei pozzi dovrebbe continuare nel 2016, mentre l’offerta degli Stati Uniti potrebbe diminuire di 0,4 milioni di barili al giorno l’anno prossimo (fonte: AIE)” puntualizza infine Erasmo Rodriguez.
Trending