dividendi
Poste, l’importanza del dividendo per il successo dell’IPO
7 Ottobre 2015 09:18
gi è convocato il consiglio d’amministrazione di Poste Italiane per decidere quale sarà la politica dei dividendi dei prossimi anni. Si tratta, secondo gli analisti finanziari, di un elemento di estrema importanza per il successo dell’IPO (Initial Public Offering, offerta pubblica d’acquisto) dell’ente governativo. Infatti gli investitori potranno mettere in relazione il prezzo di collocamento del titolo (e, quindi, il valore di mercato iniziale che viene attribuito a Poste Italiane) rispetto a quello stimato dagli analisti, per conoscere se e a quanto possa ammontare «lo sconto», e inoltre sapere quale tasso remunerazione annua potrà ricevere nei prossimi anni qualora decidesse di mantenere in portafoglio il titolo. Secondo gli analisti il dividend yield (cioè il rapporto tra cedola annua e valore iniziale del titolo) dovrebbe attestarsi tra il 2,5% e il 5%.
Quest’ultimo è il dividend yield attualmente erogato da aziende statali quotate in Borsa (come Snam, Terna e Eni) ma il CdA di Poste Italiane dovrebbe scegliere valori più prudenti soprattutto nei primi due anni per dare modo all’azienda postale di aumentare i flussi di cassa e i profitti tenendo conto che, diventando anche privata, dovrà fare i conti con regole di mercato più stringenti: per esempio sarà necessario disporre di risorse economiche aggiuntive da destinare a riduzioni del personale e a incentivi per i dipendenti.
In pratica, trovare un giusto punto di equilibrio sulla politica dei dividendi dei prossimi anni permetterà di attrarre gli investitori più titubanti e, al contempo, far incassare al Tesoro gli introiti ipotizzati finora che attribuiscono a Poste Italiane una valorizzazione complessiva tra i 9 e gli 11 miliardi di euro. La decisione sulla politica dei dividendi è uno degli ultimi passi prima dell’avvio dell’iter ufficiale di quotazione. Per venerdì è previsto il via libera al Prospetto informativo dell’IPO e la data dell’avvio dell’offerta pubblica, mentre lunedì 12 ottobre dovrebbe essere svelato il prezzo massimo del titolo al pubblico italiano.
Quest’ultimo è il dividend yield attualmente erogato da aziende statali quotate in Borsa (come Snam, Terna e Eni) ma il CdA di Poste Italiane dovrebbe scegliere valori più prudenti soprattutto nei primi due anni per dare modo all’azienda postale di aumentare i flussi di cassa e i profitti tenendo conto che, diventando anche privata, dovrà fare i conti con regole di mercato più stringenti: per esempio sarà necessario disporre di risorse economiche aggiuntive da destinare a riduzioni del personale e a incentivi per i dipendenti.
In pratica, trovare un giusto punto di equilibrio sulla politica dei dividendi dei prossimi anni permetterà di attrarre gli investitori più titubanti e, al contempo, far incassare al Tesoro gli introiti ipotizzati finora che attribuiscono a Poste Italiane una valorizzazione complessiva tra i 9 e gli 11 miliardi di euro. La decisione sulla politica dei dividendi è uno degli ultimi passi prima dell’avvio dell’iter ufficiale di quotazione. Per venerdì è previsto il via libera al Prospetto informativo dell’IPO e la data dell’avvio dell’offerta pubblica, mentre lunedì 12 ottobre dovrebbe essere svelato il prezzo massimo del titolo al pubblico italiano.
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