Christel Rendu de Lint

Mercati, la forte divergenza tra alta volatilità e solidi fondamentali

19 Ottobre 2015 10:38

financialounge -  Christel Rendu de Lint fondamentali liquidità UBP volatilità
colpa dall’attuale mancanza di liquidità sui mercati.

È questa, secondo Christel Rendu de Lint, Head of Global and Absolute Return Fixed Income di Union Bancaire Privée (UBP), la vera ragione scatenante l’alta volatilità registrata dai mercati da agosto in poi. Il manager è infatti convinto che gli operatori di mercato abbiano dato troppa importanza ai fattori di rischio, in particolare a quelli legati alla Cina mentre se avessero considerato i fondamentali, le recenti correzioni estreme dei mercati risulterebbero davvero poco sensate.

Gli investitori dovrebbero osservare pertanto più attentamente i dati macroeconomici che, nel loro insieme, stanno fornendo indicazioni tendenzialmente positive sulla reale direzione della crescita globale. Gli indici PMI, per esempio, mostrano che le economie sviluppate stanno reagendo bene, riportando una crescita discreta, più solida di quella dei Mercati Emergenti, che al momento invece stanno rallentando. In Cina la crescita sta soltanto decelerando ma lo sta facendo ormai da anni e, soprattutto, l’attuale fase è perfettamente in linea con un atterraggio graduale e no certo duro (hard landing) .

Negli Stati Uniti invece la ripresa economica resta forte, con una crescita vicino al 2,5% per quest’anno e con il mercato del lavoro che è migliorato in maniera significativa. Ciononostante, l’inflazione salariale è ancora debole, fattore ha agevolato la scelta della Fed di non destabilizzare il mercato lasciando a settembre i tassi d’interesse invariati. Oltre alla mancanza di inflazione, la Banca centrale statunitense può contare sull’apprezzamento del dollaro, che sta contribuendo al naturale irrigidimento delle condizioni finanziarie. Il movimento del biglietto verde fa quindi parte degli sforzi della Fed per normalizzare la politica monetaria.

Dall’altra parte dell’Oceano Atlantico, per quanto riguarda la politica monetaria della BCE, le aspettative sull’inflazione fanno sì che il programma di acquisto di asset dell’Istituto di Francoforte resti flessibile. Con un’inflazione prevista tra cinque anni per i cinque anni successivi vicina all’1,6%, il presidente della BCE, Mario Draghi, è pronto a intensificare gli sforzi del programma di Quantitative Easing, se necessario. Insomma, un quadro d’insieme che fornisce agli investitori elementi più chiari su quello che sta succedendo sui mercati e la effettiva solidità dei fondamentali macroeconomici.

Trending