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Idee di Investimento – Azioni – 26 ottobre 2015

26 Ottobre 2015 10:50

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do sia il momento giusto per puntare sulle strategie liquid alternative. Dobbiamo prendere in considerazione una diversa modalità di investimento che miri a nuove fonti di rendimento e consenta di contenere i ribassi e gestire la volatilità” sottolinea nell’articolo “Strategie liquid alternative, il contesto è quello giusto per usarle”, Davide Cataldo, Head of Multi Strategy Portfolios di Pioneer Investments ricordando come, oggi, sia le azioni che le obbligazioni stiano offrendo rendimenti più contenuti rispetto alle attese, associati a un potenziale aumento della volatilità. Per gli investitori in cerca di rendimenti decorrelati dall’andamento dei mercati, gli strumenti liquid alternative possono rappresentare, secondo il manager, diverse opportunità di generazione di alpha (extra rendimento rispetto al mercato), in modo diverso rispetto a quello di una tradizionale esposizione al mercato azionario e obbligazionario di tipo long-only, (approccio che consente di guadagnare quasi esclusivamente con il rialzo dei mercati in cui investono).

Tra le strategie liquid alternative azionarie non «direzionali», ovvero poco collegate all’andamento degli indici di mercato, figurano la strategie long-short equity e quelle relative value. La strategia Long/Short Equity, per esempio è costituita da un insieme di approcci orientati ai mercati azionari basati sulle competenze del gestore nel selezionare i titoli sottovalutati e destinati alla rivalutazione che vengono acquistati (posizioni long -lunghe) e quelli che invece sono ritenuti sopravvalutati e a rischio correzione che vengono venduti (posizioni short- corte).  “Questa strategia diventa «market neutral» quando l’esposizione al mercato è pressoché nulla. Le strategie Relative Value mirano a generare profitto da disallineamento di prezzo tra titoli strettamente correlati” ha spiegato nell’articolo “Azioni, la strategia che non guarda al trend degli indici di Borsa” , Gianrito Nicodemo, gestore del fondo [tooltip-fondi codice_isin="lu1216091931"]Zest Mediterraneus Absolute Value[/tooltip-fondi] di Zest Asset Management.

Anche Steve Cordell, gestore del fondo [tooltip-fondi codice_isin="lu1046235062"]Schroder ISF European Equity Absolute Return[/tooltip-fondi], utilizza la strategia long / short equity ma in un approccio combinato con l’analisi del business cycle in modo di individuare i titoli su cui puntare, evitando di fare riferimento a specifici stili di gestione: ciò comporterebbe infatti il rischio di attraversare periodi prolungati di sotto-performance, quando lo stile di riferimento dovesse risultare non adatto al momento di mercato. Infatti mentre lo stile long/short permette di avere esposizioni in portafoglio sia al rialzo (long) che al ribasso (short), l’analisi tramite il business cycle, consente di valutare a che punto ci si trova del ciclo di mercato, in modo da modulare il livello di rischio da assumere in portafoglio. Banche, assicurazioni e, nel caso in cui i flussi di investimento su questi due settori diventassero ingenti nei prossimi mesi, l’immobiliare. Sono queste le prime scelte suggerite in particolare nell’articolo “Azionario Europa, a che punto è il ciclo economico” da Steve Cordell, per cogliere le migliori opportunità sul mercato azionario europeo.

Strategie che, in ogni caso, prevedono il ricorso alla gestione attiva che permette di analizzare i settori e i titoli più promettenti a discapito di quelli sopravvalutati evitando di appiattirsi sugli indici di mercato come invece fa la gestione passiva. “Dopo anni caratterizzati dalla perdita di quote di mercato a favore di fornitori passivi (i provider di ETF e non solo), i gestori attivi sono passati al contrattacco. Quest’anno in Europa e nel Regno Unito il gestore attivo medio ha registrato un extra rendimento rispetto all’indice tra il 3% e il 5% circa e i nostri fondi hanno conseguito, per la maggior parte, risultati ancora migliori” rivela, nell’articolo “Azionario Europa, i gestori attivi sono passati al contrattacco”, Mark Burgess, Chief Investment Officer EMEA e Responsabile azionario globale di Columbia Threadneedle Investments, che, in linea con lo stile d’investimento e l’approccio improntato alla prudenza della casa d’investimento, ha nettamente sottopesato i titoli ad alta capitalizzazione del settore energetico e delle risorse ed ha assistito da spettatore, declassamento dopo declassamento, al tracollo delle quotazioni azionarie di molte società una volta solide.

Restando in Europa, la Borsa italiana si è distinta da inizio anno come una tra le più brillanti in termini di performance. Un trend positivo che non dovrebbe arrestarsi anche per i prossimi 6-12 mesi. Tra chi è positivo sul mercato azionario italiano figura il team di gestione azionario di Anima Sgr che, nell’articolo “Piazza Affari, la migliore Borsa tra le prime 20 negli ultimi 12 mesi”, delinea una serie di fattori di supporto a questa tesi.

Per coloro che, invece, desiderassero investire per il medio lungo termine, una opportunità è quella segnalata nell’articolo “Megatrend, afferrare la crescita strutturale negli ambiti demografici“. Dalle tecnologie biomedicali ai vaccini, dall’oftalmica alla cosmesi, dai beni di lusso ai servizi finanziari, dalla nutrizione alla cura della persona. Sono questi, in particolare, alcuni dei numerosi ambiti di investimento del comparto [tooltip-fondi codice_isin="lu0528228074"]FF Global Demographics Fund[/tooltip-fondi], progettato per afferrare la crescita strutturale di lungo periodo derivante dal megatrend demografico che interessa l’aumento della popolazione globale, la crescita della classe media (in particolare nei paesi emergenti), e l’invecchiamento della popolazione.

Infine una considerazione sul Trans-Pacific Partnership (TPP), l’accordo che è stato siglato il 5 ottobre scorso tra gli Stati Uniti e 11 Paesi del Pacifico e che consente di semplificare il libero scambio di merci e servizi. Christopher Chu, Fund Manager, Azionario Asia, Union Bancaire Privée (UBP), nell’articolo “Azionario Asia, ecco chi ci guadagna dall’accordo TPP” indica chi ci guadagnerà di più:  “Aziende produttrici di abbigliamento e scarpe, come Nike, Lululemon e Under Armour, saranno le prime beneficiarie della riduzione delle tariffe. In Asia, titoli azionari legati al settore dei tessuti e dell’abbigliamento probabilmente saranno avvantaggiati da questo accordo, così come le società con un’esposizione al Vietnam in termini di capacità di produzione upstream avranno guadagni sostanziali, grazie ai potenziali risparmi sui costi e all’espansione delle quote di mercato”.

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