consumi
Borsa giapponese, le trimestrali elimineranno gli ostacoli al rialzo
30 Ottobre 2015 12:03
escita dei profitti nel terzo trimestre superiore al 10% su base annua e, soprattutto, la prospettiva che il trend prosegua con vigore anche nel 2016. La consapevolezza che, con ogni probabilità, il mercato abbia reagito in maniera esagerata al rallentamento della Cina. Con diversi settori che, pertanto, si dimostreranno più competitivi e convenienti rispetto a quanto percepito negli ultimi mesi. Sono queste le conclusioni a cui è giunto Ernst Glanzmann, investment manager di GAM, secondo il quale, la stagione delle trimestrali, appena entrata nel vivo anche nel Sol Levante, dovrebbe cancellare qualsiasi dubbio sulla solidità delle imprese giapponesi e, quindi, eliminerà gli ostacoli al rialzo della Borsa di Tokyo.
“Nel terzo trimestre, ci aspettiamo una crescita degli utili superiore al 10% su base annua, con i livelli di capex (spesa per investimenti) e il sentiment dei consumatori a controbilanciare la domanda estera (in decelerazione). Tutti gli occhi saranno puntati sull’impatto del rallentamento cinese sulle società nipponiche, ma riteniamo che il mercato abbia reagito in maniera esagerata. Dovrebbe seguire una rivalutazione per i titoli che hanno sofferto di pregiudizi troppo pessimistici” puntualizza infatti il manager che, pur ammettendo che inevitabilmente gli analisti passeranno al microscopio i dati di bilancio delle compagnie nipponiche dei settori auto, elettronica e macchinari alla ricerca di elementi indicatori di un rallentamento più pronunciato in Cina, ritiene eccessivi i timori: d’altra parte, nonostante sia uno dei principali partner commerciali, la regione dell’Asia-Pacifico compresa la Cina, rappresenta solo l’11% circa dell’export Giapponese. Ernst Glanzmann preferisce quindi concentrarsi sull’impatto dei prezzi più bassi delle materie prime, un fattore positivo per la crescita in Giappone.
“Per la maggioranza delle società, soprattutto nel settore manifatturiero, i costi di produzione più bassi consentono di ampliare i margini operativi: se tale scenario dovesse proseguire, come noi riteniamo possibile, è probabile un’altra decisa accelerazione nei tassi di crescita nel 2016” sostiene il manager secondo il quale il settore dei servizi IT, e dei consumi dovrebbero essere tra i più avvantaggiati.
“Durante la lunga fase di deflazione, le aziende miravano a ridurre al minimo i costi IT per seguire la crescita dei profitti, ma ora l’investimento in hi tech e innovazione sta aumentando dato che le società hanno intenzione di utilizzare l’eccesso di liquidità per aggiornare i sistemi elettronici allo scopo di migliorare l’efficienza lungo tutta la catena di produzione” spiega Ernst Glanzmann che poi conclude parlando delle ricadute positive sul settore dei consumi: “Il numero di turisti in Giappone è aumentato del 50% su base annua, e di questi circa un terzo sono cinese con buone disponibilità da spendere. Una tendenza, favorita peraltro dalla debolezza dello yen, che dovrebbe proseguire dal momento che il governo continua ad ammorbidire i requisiti per ottenere il visto per i visitatori cinesi e provenienti da altri Paesi asiatici. Un contesto favorevole a tutta la filiera legata al turismo e, in particolare, i grandi magazzini che dovrebbero annunciare solidi profitti”.
“Nel terzo trimestre, ci aspettiamo una crescita degli utili superiore al 10% su base annua, con i livelli di capex (spesa per investimenti) e il sentiment dei consumatori a controbilanciare la domanda estera (in decelerazione). Tutti gli occhi saranno puntati sull’impatto del rallentamento cinese sulle società nipponiche, ma riteniamo che il mercato abbia reagito in maniera esagerata. Dovrebbe seguire una rivalutazione per i titoli che hanno sofferto di pregiudizi troppo pessimistici” puntualizza infatti il manager che, pur ammettendo che inevitabilmente gli analisti passeranno al microscopio i dati di bilancio delle compagnie nipponiche dei settori auto, elettronica e macchinari alla ricerca di elementi indicatori di un rallentamento più pronunciato in Cina, ritiene eccessivi i timori: d’altra parte, nonostante sia uno dei principali partner commerciali, la regione dell’Asia-Pacifico compresa la Cina, rappresenta solo l’11% circa dell’export Giapponese. Ernst Glanzmann preferisce quindi concentrarsi sull’impatto dei prezzi più bassi delle materie prime, un fattore positivo per la crescita in Giappone.
“Per la maggioranza delle società, soprattutto nel settore manifatturiero, i costi di produzione più bassi consentono di ampliare i margini operativi: se tale scenario dovesse proseguire, come noi riteniamo possibile, è probabile un’altra decisa accelerazione nei tassi di crescita nel 2016” sostiene il manager secondo il quale il settore dei servizi IT, e dei consumi dovrebbero essere tra i più avvantaggiati.
“Durante la lunga fase di deflazione, le aziende miravano a ridurre al minimo i costi IT per seguire la crescita dei profitti, ma ora l’investimento in hi tech e innovazione sta aumentando dato che le società hanno intenzione di utilizzare l’eccesso di liquidità per aggiornare i sistemi elettronici allo scopo di migliorare l’efficienza lungo tutta la catena di produzione” spiega Ernst Glanzmann che poi conclude parlando delle ricadute positive sul settore dei consumi: “Il numero di turisti in Giappone è aumentato del 50% su base annua, e di questi circa un terzo sono cinese con buone disponibilità da spendere. Una tendenza, favorita peraltro dalla debolezza dello yen, che dovrebbe proseguire dal momento che il governo continua ad ammorbidire i requisiti per ottenere il visto per i visitatori cinesi e provenienti da altri Paesi asiatici. Un contesto favorevole a tutta la filiera legata al turismo e, in particolare, i grandi magazzini che dovrebbero annunciare solidi profitti”.