Borsa di Tokyo
Idee di Investimento – Azioni – 02 novembre 2015
2 Novembre 2015 10:41
da un lato le politiche divergenti delle più importanti banche centrali alimenteranno la volatilità sui mercati valutari, dall’altro dovrebbero favorire nel 2016 la sottoscrizione di azioni e obbligazioni” ha dichiarato John Greenwood, Capo economista di Invesco, nel quarto outlook trimestrale 2015 nell’articolo “Nel 2016 favorite le sottoscrizioni di azioni e obbligazioni”.
Questo non vuol dire, però, che i mercati saliranno incondizionatamente e che sarà del tutto indifferente investire in un’area geografica piuttosto che un'altra, su un settore invece che un altro o, su una specifica azienda, al posto di un un’altra. Al contrario sarà anzi più importante la gestione attiva, tramite la quale i risparmiatori si potranno assicurare rendimenti più generosi rispetto agli indici di mercato e ai prodotti passivi. D’altra parte i numeri parlano chiaro: nell’articolo “Gestione attiva, ecco tutti i limiti degli ETF” è stato rilevato che nell’ambito dei fondi azionari area euro, per esempio, a fronte di 227 fondi a gestione attiva ben 202 gestori, pari all’89% del totale, sono riusciti a battere il rendimento medio gli ETF di categoria. Dinamica replicata anche sulla distanza dei tre, dei cinque e dei 10 anni.
Tra le strategie attive più gettonate quest’anno e suggerite anche per il prossimo, figura la long short equity. Nell’articolo “Long/short, una strategia particolarmente interessante in questa fase”, Loredana La Pace, Country-Head di Goldman Sachs Asset Management per l’Italia, ha spiegato come funziona questa strategia adottata dal fondo Goldman Sachs Global Equity Long Short Portfolio, i pregi e i difetti di tale approccio, in quali condizioni di mercato tende ad offrire le migliori prestazioni, e a quale tipologia di investitore può essere suggerita questa strategia. “Le strategie equity long-short permettono di investire in azioni ma con un profilo di rischio rimodellato in modo da generare performance interessanti sia nelle fasi rialziste che in quelle ribassiste dei mercati azionari. La differenza distintiva rispetto alle strategie azionarie tradizionali, che fanno leva esclusivamente sulle posizioni long (rialziste) puntando sulle società che il gestore ritiene possano crescere di valore, sta nella capacità di prendere posizioni ribassiste (short), focalizzate sui titoli di società che il gestore reputa sopravvalutate e a rischio di perdita di valore. Andare «short» significa, in pratica, prendere in prestito azioni e venderle a prezzi di oggi, con la speranza di riacquistare le azioni ad un prezzo inferiore successivamente, guadagnando sulla differenza” ha argomentato Loredana La Pace.
Sempre in tema di fondi a spiccata gestione attiva, si segnala il lancio, sull’azionario statunitense, del comparto UBAM – Adams US Small Cap Equity a cura di Union Bancaire Privée (UBP). Il nuovo fondo è frutto dell’accordo con Adams Funds, società con sede a Baltimora e tra le più promettenti società di asset management negli Stati Uniti: fondata nel 1929 e con oltre 2 miliardi di dollari di asset in gestione in strategie long-only azionarie, è stata tra le prime a quotarsi sul New York Stock Exchange. Questo nuovo comparto, com’è spiegato all’interno dell’articolo “Small cap USA, il nuovo fondo è in partnership con Adams Funds”, combina in particolare un processo di valutazione sistematico con un’analisi a più livelli sui fondamentali di mercato e sulla ricerca sulle aziende, al fine di identificare opportunità di investimento interessanti.
A proposito di opportunità di investimento, sembra proprio che il listino di Tokyo non abbia ancora esaurito la sua forza propulsiva. Ernst Glanzmann, investment manager di GAM, prevede una crescita dei profitti delle aziende nipponiche nel terzo trimestre superiore al 10% su base annua e, soprattutto, la prospettiva che il trend prosegua con vigore anche nel 2016. Il manager è convinto che ormai ci sia la consapevolezza che il mercato azinario di Tokyo abbia reagito in maniera esagerata al rallentamento della Cina, con diversi settori che, pertanto, si dimostreranno più competitivi e convenienti rispetto a quanto percepito negli ultimi mesi. Secondo il manager, che ha avuto modo di esporre la propria tesi nell’articolo “Borsa giapponese, le trimestrali elimineranno gli ostacoli al rialzo”, la stagione delle trimestrali, appena entrata nel vivo anche nel Sol Levante, dovrebbe cancellare qualsiasi dubbio sulla solidità delle imprese giapponesi e, quindi,eliminerà gli ostacoli al rialzo della Borsa di Tokyo.
D’accordo sull’azionario giapponese è pure Keith Wade, Chief Economist & Strategist, Schroders. “Il Paese ci piace molto dal punto di vista micro economico, fondamentalmente grazie alle riforme strutturali. Il Nikkei 400, un nuovo indice che comprende le imprese che rispettano i requisiti degli standard d’investimento globale, è un motivo importante, alla base dell’incremento delle attività di buyback (riacquisto di azioni proprie) e di un miglioramento dei RoE (return on equity). Anche gli utili sono in forte ascesa, associata alla ottima prestazione del mercato azionario” racconta nell’articolo “Azioni, perché ora preferiamo il Giappone oltre che l’Europa” Keith Wade che, invece, rimane neutrale sia sull’azionario dell’area Pacifico ex-Giappone che su Wall Street ma positivo sull’Europa. “Sull’azionario europeo rimaniamo positivi, in quanto stiamo cominciando a vedere condizioni del credito migliori, via via che la crescita si sta riprendendo. Gli indicatori anticipatori stanno leggermente recuperando e il buon momento degli utili continua a permanere” ha infatti affermato il manager.
Infine, una segnalazione anche a livello settoriale. Secondo Christophe Eggmann, Investment Director di GAM, la ravvivata discussione negli Stati Uniti sul pricing dei medicinali sottolinea l’importanza di sviluppare e commercializzare prodotti differenziati, che possano imporre un premio legato all’innovazione. “Di conseguenza, concentriamo i nostri investimenti su aree terapeutiche in cui ci sono molte necessità mediche a cui non è ancora stata data risposta e investiamo in società che, a nostro avviso, possono creare valore o tramite l’innovazione di prodotto o tramite una trasformazione strutturale” fa sapere il manager nell’articolo “Borsa USA, come scegliere le compagnie healthcare giuste”.
Questo non vuol dire, però, che i mercati saliranno incondizionatamente e che sarà del tutto indifferente investire in un’area geografica piuttosto che un'altra, su un settore invece che un altro o, su una specifica azienda, al posto di un un’altra. Al contrario sarà anzi più importante la gestione attiva, tramite la quale i risparmiatori si potranno assicurare rendimenti più generosi rispetto agli indici di mercato e ai prodotti passivi. D’altra parte i numeri parlano chiaro: nell’articolo “Gestione attiva, ecco tutti i limiti degli ETF” è stato rilevato che nell’ambito dei fondi azionari area euro, per esempio, a fronte di 227 fondi a gestione attiva ben 202 gestori, pari all’89% del totale, sono riusciti a battere il rendimento medio gli ETF di categoria. Dinamica replicata anche sulla distanza dei tre, dei cinque e dei 10 anni.
Tra le strategie attive più gettonate quest’anno e suggerite anche per il prossimo, figura la long short equity. Nell’articolo “Long/short, una strategia particolarmente interessante in questa fase”, Loredana La Pace, Country-Head di Goldman Sachs Asset Management per l’Italia, ha spiegato come funziona questa strategia adottata dal fondo Goldman Sachs Global Equity Long Short Portfolio, i pregi e i difetti di tale approccio, in quali condizioni di mercato tende ad offrire le migliori prestazioni, e a quale tipologia di investitore può essere suggerita questa strategia. “Le strategie equity long-short permettono di investire in azioni ma con un profilo di rischio rimodellato in modo da generare performance interessanti sia nelle fasi rialziste che in quelle ribassiste dei mercati azionari. La differenza distintiva rispetto alle strategie azionarie tradizionali, che fanno leva esclusivamente sulle posizioni long (rialziste) puntando sulle società che il gestore ritiene possano crescere di valore, sta nella capacità di prendere posizioni ribassiste (short), focalizzate sui titoli di società che il gestore reputa sopravvalutate e a rischio di perdita di valore. Andare «short» significa, in pratica, prendere in prestito azioni e venderle a prezzi di oggi, con la speranza di riacquistare le azioni ad un prezzo inferiore successivamente, guadagnando sulla differenza” ha argomentato Loredana La Pace.
Sempre in tema di fondi a spiccata gestione attiva, si segnala il lancio, sull’azionario statunitense, del comparto UBAM – Adams US Small Cap Equity a cura di Union Bancaire Privée (UBP). Il nuovo fondo è frutto dell’accordo con Adams Funds, società con sede a Baltimora e tra le più promettenti società di asset management negli Stati Uniti: fondata nel 1929 e con oltre 2 miliardi di dollari di asset in gestione in strategie long-only azionarie, è stata tra le prime a quotarsi sul New York Stock Exchange. Questo nuovo comparto, com’è spiegato all’interno dell’articolo “Small cap USA, il nuovo fondo è in partnership con Adams Funds”, combina in particolare un processo di valutazione sistematico con un’analisi a più livelli sui fondamentali di mercato e sulla ricerca sulle aziende, al fine di identificare opportunità di investimento interessanti.
A proposito di opportunità di investimento, sembra proprio che il listino di Tokyo non abbia ancora esaurito la sua forza propulsiva. Ernst Glanzmann, investment manager di GAM, prevede una crescita dei profitti delle aziende nipponiche nel terzo trimestre superiore al 10% su base annua e, soprattutto, la prospettiva che il trend prosegua con vigore anche nel 2016. Il manager è convinto che ormai ci sia la consapevolezza che il mercato azinario di Tokyo abbia reagito in maniera esagerata al rallentamento della Cina, con diversi settori che, pertanto, si dimostreranno più competitivi e convenienti rispetto a quanto percepito negli ultimi mesi. Secondo il manager, che ha avuto modo di esporre la propria tesi nell’articolo “Borsa giapponese, le trimestrali elimineranno gli ostacoli al rialzo”, la stagione delle trimestrali, appena entrata nel vivo anche nel Sol Levante, dovrebbe cancellare qualsiasi dubbio sulla solidità delle imprese giapponesi e, quindi,eliminerà gli ostacoli al rialzo della Borsa di Tokyo.
D’accordo sull’azionario giapponese è pure Keith Wade, Chief Economist & Strategist, Schroders. “Il Paese ci piace molto dal punto di vista micro economico, fondamentalmente grazie alle riforme strutturali. Il Nikkei 400, un nuovo indice che comprende le imprese che rispettano i requisiti degli standard d’investimento globale, è un motivo importante, alla base dell’incremento delle attività di buyback (riacquisto di azioni proprie) e di un miglioramento dei RoE (return on equity). Anche gli utili sono in forte ascesa, associata alla ottima prestazione del mercato azionario” racconta nell’articolo “Azioni, perché ora preferiamo il Giappone oltre che l’Europa” Keith Wade che, invece, rimane neutrale sia sull’azionario dell’area Pacifico ex-Giappone che su Wall Street ma positivo sull’Europa. “Sull’azionario europeo rimaniamo positivi, in quanto stiamo cominciando a vedere condizioni del credito migliori, via via che la crescita si sta riprendendo. Gli indicatori anticipatori stanno leggermente recuperando e il buon momento degli utili continua a permanere” ha infatti affermato il manager.
Infine, una segnalazione anche a livello settoriale. Secondo Christophe Eggmann, Investment Director di GAM, la ravvivata discussione negli Stati Uniti sul pricing dei medicinali sottolinea l’importanza di sviluppare e commercializzare prodotti differenziati, che possano imporre un premio legato all’innovazione. “Di conseguenza, concentriamo i nostri investimenti su aree terapeutiche in cui ci sono molte necessità mediche a cui non è ancora stata data risposta e investiamo in società che, a nostro avviso, possono creare valore o tramite l’innovazione di prodotto o tramite una trasformazione strutturale” fa sapere il manager nell’articolo “Borsa USA, come scegliere le compagnie healthcare giuste”.
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