Europa
Borse, le valutazioni fanno preferire Europa e Giappone
12 Novembre 2015 11:15
sua allocazione regionale azionaria, la Pictet Asset Management Strategy Unit (PSU), il gruppo di investimento responsabile delle linee guida di asset allocation in ambito azionario e obbligazionario, nonché in materia di valute e di commodity, mantiene invariate le preferenze su Europa e Giappone. Le motivazioni? Essenzialmente per motivi di valutazione, ma anche perché in queste aree la crescita degli utili aziendali dovrebbe essere più sostenuta che nel resto del mondo.
“In Europa i continui interventi della BCE sono stati fondamentali per la ripresa economica e la crescita degli utili. Alla luce delle recenti indicazioni del Presidente della Bce, Mario Draghi, circa un possibile incremento del programma di acquisiti di asset da 60 miliardi di euro al mese, o di una sua proroga oltre la scadenza di settembre 2016, la situazione dovrebbe essere favorevole ancora per un certo tempo” sottolinea la PSU che, inoltre, rileva come dai mercati del credito europei arrivino i primi segni di disgelo sotto l’effetto del QE (quantitative easing). L’ultima indagine trimestrale della BCE sui prestiti bancari dimostra che fra luglio e settembre gli istituti hanno continuato ad allentare le condizioni di credito e segnala una robusta domanda di imprese e famiglie. Particolarmente incoraggianti i dati sull’Italia, dove le banche che riferiscono di un allentamento delle condizioni di finanziamento alle imprese sono il 38% in più di quelle che indicano un inasprimento.
La PSU, ritiene poi che i titoli azionari giapponesi presentino le valutazioni più basse nell’ambito dei Paesi avanzati: inoltre, la crescita degli utili delle società nipponiche appare molto resiliente. Se la ripresa economica ha risentito della debolezza della domanda estera, i consumi delle famiglie giapponesi sono ancora robusti. Inoltre, i deludenti dati sul commercio dovrebbero spingere la BoJ (Bank of Japan) a fornire ulteriori aiuti, probabilmente sotto forma di nuove misure di stimolo monetario. Anche diversi segnali tecnici depongono a favore della borsa di Tokyo.
“Il posizionamento sul mercato locale non è più estremamente ottimista, dopo le ingenti vendite effettuate dagli investitori esteri nelle scorse settimane. Ciò limita il potenziale di ulteriori correzioni. Nel lungo periodo, il piano del governo nipponico di una rotazione strategica di parte delle colossali posizioni obbligazionarie dei fondi pensione pubblici verso il mercato azionario costituisce un potente volano per la borsa giapponese” puntualizza la PSU che vede, in base alle proprie valutazioni, i titoli azionari statunitensi come i più cari tra i paesi avanzati. Il ciclo degli utili USA sembra infatti in una fase molto più avanzata di quelli delle altre regioni e la crescita degli utili ha già raggiunto il picco: la PSU stima che, nel medio termine, l’aumento dei profitti negli USA dovrebbe essere molto più modesto che in Europa in Giappone.
“Sulle piazze azionarie emergenti sono tuttora presenti i fattori tecnici favorevoli per cui il mese scorso abbiamo alzato il giudizio a un livello neutrale. Il sentiment nei confronti dei mercati emergenti sta cambiando a fronte dei timidi segnali di stabilizzazione dell’attività economica in Asia e del miglioramento delle condizioni di liquidità dovuto alle misure di allentamento della banca centrale cinese. Lo sconto offerto dai titoli dei mercati emergenti rispetto a quelli dei Paesi avanzati (il 30% in base alle stime del rapporto prezzo-utili prospettico a 12 mesi) appare ora eccessivo e gli investitori stanno già ricostituendo le posizioni nell’asset class” sostengono gli esperti della PSU che, tuttavia, prima di passare a un pieno sovrappeso, hanno bisogno di ulteriori prove di una stabilizzazione dell’economia cinese.
In termini settoriali la PSU conferma un moderato orientamento ciclico con una preferenza per gli asset a basso prezzo meno esposti al rialzo dei tassi. Le aree difensive restano piuttosto care, soprattutto per quanto riguarda i beni di prima necessità, che presentano un rapporto prezzo-utili di 20 e un multiplo prezzo-valore nominale di 4. La PSU guarda invece con interesse ai titoli finanziari, che dovrebbero beneficiare di un rialzo dei tassi di interesse negli USA e di migliori prospettive creditizie in Europa. Le società tecnologiche, infine, offrono valutazioni allettanti e sono più attrezzate per far fronte a un inasprimento monetario grazie a un’abbondante liquidità in cassa.
“In Europa i continui interventi della BCE sono stati fondamentali per la ripresa economica e la crescita degli utili. Alla luce delle recenti indicazioni del Presidente della Bce, Mario Draghi, circa un possibile incremento del programma di acquisiti di asset da 60 miliardi di euro al mese, o di una sua proroga oltre la scadenza di settembre 2016, la situazione dovrebbe essere favorevole ancora per un certo tempo” sottolinea la PSU che, inoltre, rileva come dai mercati del credito europei arrivino i primi segni di disgelo sotto l’effetto del QE (quantitative easing). L’ultima indagine trimestrale della BCE sui prestiti bancari dimostra che fra luglio e settembre gli istituti hanno continuato ad allentare le condizioni di credito e segnala una robusta domanda di imprese e famiglie. Particolarmente incoraggianti i dati sull’Italia, dove le banche che riferiscono di un allentamento delle condizioni di finanziamento alle imprese sono il 38% in più di quelle che indicano un inasprimento.
La PSU, ritiene poi che i titoli azionari giapponesi presentino le valutazioni più basse nell’ambito dei Paesi avanzati: inoltre, la crescita degli utili delle società nipponiche appare molto resiliente. Se la ripresa economica ha risentito della debolezza della domanda estera, i consumi delle famiglie giapponesi sono ancora robusti. Inoltre, i deludenti dati sul commercio dovrebbero spingere la BoJ (Bank of Japan) a fornire ulteriori aiuti, probabilmente sotto forma di nuove misure di stimolo monetario. Anche diversi segnali tecnici depongono a favore della borsa di Tokyo.
“Il posizionamento sul mercato locale non è più estremamente ottimista, dopo le ingenti vendite effettuate dagli investitori esteri nelle scorse settimane. Ciò limita il potenziale di ulteriori correzioni. Nel lungo periodo, il piano del governo nipponico di una rotazione strategica di parte delle colossali posizioni obbligazionarie dei fondi pensione pubblici verso il mercato azionario costituisce un potente volano per la borsa giapponese” puntualizza la PSU che vede, in base alle proprie valutazioni, i titoli azionari statunitensi come i più cari tra i paesi avanzati. Il ciclo degli utili USA sembra infatti in una fase molto più avanzata di quelli delle altre regioni e la crescita degli utili ha già raggiunto il picco: la PSU stima che, nel medio termine, l’aumento dei profitti negli USA dovrebbe essere molto più modesto che in Europa in Giappone.
“Sulle piazze azionarie emergenti sono tuttora presenti i fattori tecnici favorevoli per cui il mese scorso abbiamo alzato il giudizio a un livello neutrale. Il sentiment nei confronti dei mercati emergenti sta cambiando a fronte dei timidi segnali di stabilizzazione dell’attività economica in Asia e del miglioramento delle condizioni di liquidità dovuto alle misure di allentamento della banca centrale cinese. Lo sconto offerto dai titoli dei mercati emergenti rispetto a quelli dei Paesi avanzati (il 30% in base alle stime del rapporto prezzo-utili prospettico a 12 mesi) appare ora eccessivo e gli investitori stanno già ricostituendo le posizioni nell’asset class” sostengono gli esperti della PSU che, tuttavia, prima di passare a un pieno sovrappeso, hanno bisogno di ulteriori prove di una stabilizzazione dell’economia cinese.
In termini settoriali la PSU conferma un moderato orientamento ciclico con una preferenza per gli asset a basso prezzo meno esposti al rialzo dei tassi. Le aree difensive restano piuttosto care, soprattutto per quanto riguarda i beni di prima necessità, che presentano un rapporto prezzo-utili di 20 e un multiplo prezzo-valore nominale di 4. La PSU guarda invece con interesse ai titoli finanziari, che dovrebbero beneficiare di un rialzo dei tassi di interesse negli USA e di migliori prospettive creditizie in Europa. Le società tecnologiche, infine, offrono valutazioni allettanti e sono più attrezzate per far fronte a un inasprimento monetario grazie a un’abbondante liquidità in cassa.