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Bad bank, si possono sbloccare 100 miliardi di sofferenze italiane
13 Novembre 2015 10:33
po stringe. E proprio per questo, sembra che la soluzione per la bad bank italiana sia in dirittura d’arrivo, Bruxelles permettendo. Stando alle ultime indiscrezioni trapelate proprio dalla capitale belga, sembrerebbe che ci possa essere un ok di massima da parte della Autorità UE sul via libera alla bad bank per il nostro paese, il veicolo nel quale far confluire una parte dei crediti deteriorati in pancia alle banche italiane.
La soluzione che si sta ora delineando prevede che l’asset management company che si dovrebbe far carico di circa 100 miliardi di crediti dubbi (cioè la metà circa delle sofferenze del sistema bancario italiano), dovrebbe avere la garanzia di Sace (la società di assicurazione dei crediti all'export controllata al 100% dalla Cassa Depositi e Prestiti).
Più in particolare, la bad bank italiana dovrebbe acquistare dalle banche del nostro paese i crediti deteriorati (non perfoming loans, npl) ed emettere titoli obbligazionari senior (cioè la fascia più alta di rating e quindi la più bassa in termini di rischi per gli investitori) ad un tasso che dovrebbe aggirarsi sui due punti percentuali con la garanzia pubblica. Il problema sta principalmente nel prezzo a cui saranno acquistati i titoli: solo se saranno pagati alle quotazioni di mercato Bruxelles non li catalogherà come aiuti di stato e darà il consenso all’operazione. L’ipotesi è che l’acquisto possa concretizzarsi nella forchetta di prezzo tra il 30% e il 40% del loro valore nominale che, però, sarebbe non molto distante dal valore al quale spesso gli istituti di credito italiani hanno iscritto in bilancio queste poste.
È necessario quindi individuare un vantaggio affinchè le banche trovino conveniente questo passaggio. Nel frattempo, come caldamente consigliato dalla Banca d’Italia, gli istituti di credito del nostro paese farebbero bene a creare una divisione a parte in cui far confluire tutte le sofferenze che si vogliono dismettere in modo da preparare l’ambiente per una cessione alla bad bank italiana.
La soluzione che si sta ora delineando prevede che l’asset management company che si dovrebbe far carico di circa 100 miliardi di crediti dubbi (cioè la metà circa delle sofferenze del sistema bancario italiano), dovrebbe avere la garanzia di Sace (la società di assicurazione dei crediti all'export controllata al 100% dalla Cassa Depositi e Prestiti).
Più in particolare, la bad bank italiana dovrebbe acquistare dalle banche del nostro paese i crediti deteriorati (non perfoming loans, npl) ed emettere titoli obbligazionari senior (cioè la fascia più alta di rating e quindi la più bassa in termini di rischi per gli investitori) ad un tasso che dovrebbe aggirarsi sui due punti percentuali con la garanzia pubblica. Il problema sta principalmente nel prezzo a cui saranno acquistati i titoli: solo se saranno pagati alle quotazioni di mercato Bruxelles non li catalogherà come aiuti di stato e darà il consenso all’operazione. L’ipotesi è che l’acquisto possa concretizzarsi nella forchetta di prezzo tra il 30% e il 40% del loro valore nominale che, però, sarebbe non molto distante dal valore al quale spesso gli istituti di credito italiani hanno iscritto in bilancio queste poste.
È necessario quindi individuare un vantaggio affinchè le banche trovino conveniente questo passaggio. Nel frattempo, come caldamente consigliato dalla Banca d’Italia, gli istituti di credito del nostro paese farebbero bene a creare una divisione a parte in cui far confluire tutte le sofferenze che si vogliono dismettere in modo da preparare l’ambiente per una cessione alla bad bank italiana.
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