Christophe Donay

Stati Uniti, tassi a lungo termine al 2,7% nel 2016

16 Novembre 2015 11:05

financialounge -  Christophe Donay dollaro Federal Reserve Pictet tassi di interesse USA
poco tempo fa, a frenare il rialzo dei tassi d’interesse a lungo termine, premevano i timori deflazionistici, legati in parte ai bassi prezzi del petrolio. Ma, dopo i dati molto positivi sul mercato del lavoro negli Stati Uniti della scorsa settimana e le dichiarazioni di Janet Yellen in merito alla necessità di una politica monetaria più restrittiva se le condizioni dell’economia continueranno a migliorare, hanno incrementato notevolmente la probabilità di un aumento dei tassi da parte della Fed a dicembre.

“I tassi di rendimento degli US Treasury decennali sono subito balzati al 2,33% e quelli dei Bund tedeschi allo 0,70%, dai minimi di metà ottobre rispettivamente dell’1,97% e dello 0,44%, anche se questi incrementi si sono poi leggermente ridotti la scorsa settimana” fa notare Christophe Donay, Chief Strategist di Pictet Wealth Management, che nota peraltro come anche la parte a breve della curva dei rendimenti dei titoli di Stato americani si sia spostata verso l’alto nell’ultima settimana, in previsione del primo aumento dei tassi da parte della Fed: i tassi d’interesse a 6 mesi sono aumentati di 8 punti base (+0,08%), i biennali di 16 punti base (+0,16%) e le scadenze a 5 anni di 21 punti base (+0,21%). L’analogo spostamento della curva dei rendimenti tedesca è stato più modesto: +0,02% per i tassi d’interesse a 6 mesi e per quelli a 2 anni, e +0,05% per i quinquennali.

Questo differente comportamento tra Stati Uniti ed Europa riflette la divergenza delle politiche monetarie attese: la Fed è infatti pronta ad alzare i tassi mentre la BCE si sta preparando ad annunciare una estensione del suo Qe (quantitative easing) a dicembre. “La nostra previsione consiste nel vedere salire in modo graduale i tassi d’interesse a lungo termine americani fino a circa il 2,7% entro la fine del 2016, frutto, probabilmente, solo di tre aumenti dei tassi d’interesse da qui alla fine del prossimo anno. Gli US Treasury decennali dovrebbero quindi fare registrare performance 2015 deludenti (solo intorno al 2%), pur rimanendo interessanti come strumento di protezione dei portafogli contro gli choc dei mercati azionari, considerata la loro correlazione negativa con le azioni” rivela Christophe Donay secondo il quale la divergenza delle politiche monetaria lascia inoltre prevedere un ulteriore rafforzamento del dollaro nei confronti dell’euro.

“Il cambio EUR/USD sta ora testando il livello di 1,07; la combinazione di un aumento dei tassi da parte della Fed e dell'estensione dell’allentamento monetario della BCE a dicembre potrebbe spingerlo sotto quota 1,05” conclude lo strategist.

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