Global Balanced Risk Control Fund
Global Balanced Risk Control Fund - 31 ottobre 2015
25 Novembre 2015 17:46
g>Rassegna di Mercato
Stati Uniti: l’economia statunitense è cresciuta a un tasso annuale stimato dell’1,5% nel terzo trimestre 2015, rispetto al 3,9% dei tre mesi precedenti. Il rallentamento è stato generalizzato, con una decelerazione della crescita delle esportazioni e di gran parte delle componenti della domanda interna. All’inizio di novembre, l’Institute for Supply Management ha comunicato che l’indice dei direttori d’acquisto (Pmi) per il settore manifatturiero statunitense si è attestato a quota 50,1 a ottobre, in leggero calo rispetto ai 50,2 punti di settembre. I nuovi ordini e la produzione hanno registrato un’accelerazione. Le consegne dei fornitori hanno mostrato un rallentamento, mentre l’occupazione e le scorte hanno subito una contrazione. A settembre le vendite al dettaglio hanno segnato un incremento dello 0,1% rispetto ad agosto e del 2,4% rispetto allo stesso mese del 2014. L’occupazione non agricola è complessivamente aumentata di 271.000 unità a ottobre e il tasso di disoccupazione è rimasto invariato al 5,1%. L’inflazione si è mantenuta su livelli contenuti. L’indice Msci Usa ha reso l’8,21% in dollari statunitensi e il 9,82% in euro.
Europa: alcuni indicatori segnalano un continuo miglioramento delle condizioni generali nell’Eurozona. Il Pmi di Markit riferito al settore manifatturiero dell’area euro ha registrato un leggero rialzo, dai 52,0 punti di settembre ai 52,3 di ottobre. Gli ordini all’esportazione hanno evidenziato l’incremento più consistente da quattro mesi. Secondo la stima rivista di Eurostat, il Pil è cresciuto dello 0,4% nel secondo trimestre 2015 sia nell’Eurozona che in tutta l’Unione europea (Ue). Rispetto al secondo trimestre 2014 la crescita è stata stimata rispettivamente all’1,5% e all’1,9%. Ad agosto, la produzione industriale nell’area euro si è attestata a -0,5% su base mensile e +0,9% su base annua, mentre per l’intera Unione europea i dati corrispondenti sono stati, rispettivamente, -0,3% e +1,8%. L’inflazione dell’Eurozona è temporaneamente salita allo 0,0%, dal -0,1% di settembre. L’indice Msci Europe ha reso l’8,29% in euro e il 6,70% in dollari statunitensi.
Giappone: il Pmi di Nikkei relativo al settore manifatturiero è salito a 52,4 a ottobre, da 51,0 nel mese precedente, sospinto da un netto rialzo dei nuovi ordini totali. L’istituto di statistica nazionale ha riferito che la spesa media mensile al consumo per famiglia ha segnato una flessione dello 0,3% in termini nominali e dello 0,4% in termini reali rispetto allo stesso mese del 2014. I prezzi al consumo sono aumentati dello 0,1% rimanendo invariati rispetto a un anno fa. Il Ministero dell’economia, del commercio e dell’industria nipponico ha reso noto che a settembre la produzione industriale è cresciuta dell’1,0% in termini destagionalizzati e diminuita dello 0,9% su base annua. In base alla seconda stima del Cabinet Office, nel secondo trimestre 2015 il Pil reale è calato dello 0,3%, pari al -1,2% su base annua. L’indice Msci Japan ha reso il 10,93% in yen e l’11,62% in euro.
Attività del portafoglio
A ottobre, abbiamo accresciuto l'esposizione azionaria al 19%, dal 12% di fine settembre. La volatilità di mercato misurata dall’indice Vix è tornata a valori più normali. Riteniamo che le ondate di vendite di fine estate abbiano creato opportunità d’ingresso in alcune classi d’attivo precedentemente costose. Abbiamo aumentato l’esposizione alle azioni dei mercati emergenti e alle obbligazioni a più alto rendimento, poiché le valutazioni sono divenute interessanti dopo la correzione.
Strategia e prospettive
Le azioni globali hanno recuperato terreno a ottobre, tuttavia riteniamo che la recente corsa al rialzo potrebbe non essere sostenibile, considerate le incertezze causate dal rallentamento cinese e dall’aumento dei tassi della Federal Reserve statunitense. Inoltre, i corsi azionari si sono apprezzati al punto che potrebbero non riuscire a tenere il passo con gli utili societari, su cui pesano le pressioni legate all’incerto andamento della domanda di beni e servizi. I dati sull’occupazione negli Stati Uniti superiori alle attese hanno fatto aumentare le aspettative di un rialzo dei tassi d’interesse da parte della Fed prima della fine dell’anno. Nel breve termine i mercati emergenti rimangono vulnerabili alle possibili ulteriori flessioni dei prezzi delle materie prime e all’apprezzamento del dollaro Usa. Manteniamo una posizione di liquidità relativamente alta nel nostro portafoglio, in quanto riteniamo che a breve termine prevalga ancora il rischio di ribasso.
Consulta la gallery per maggiori informazioni legate al comparto
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ARTICOLO AD USO ESCLUSIVO DEGLI INVESTITORI PROFESSIONISTI E QUALIFICATI.
Tutti gli investimenti comportano dei rischi, tra cui la possibile perdita del capitale. Le opinioni espresse sono quelle dell’autore/autori alla data di pubblicazione del documento e possono variare in qualsiasi momento a causa di cambiamenti del mercato o delle condizioni economiche. Tutte le informazioni concernenti, i rendimenti attesi e le prospettive di mercato si basano sui risultati della ricerca, delle analisi e delle opinioni dell’autore/autori. Pertanto, talune conclusioni sono anche di natura speculativa e potrebbero quindi non realizzarsi. I rendimenti passati non sono indicativi dei risultati futuri. Tutti gli investimenti comportano rischi, tra cui la possibile perdita del capitale.
Stati Uniti: l’economia statunitense è cresciuta a un tasso annuale stimato dell’1,5% nel terzo trimestre 2015, rispetto al 3,9% dei tre mesi precedenti. Il rallentamento è stato generalizzato, con una decelerazione della crescita delle esportazioni e di gran parte delle componenti della domanda interna. All’inizio di novembre, l’Institute for Supply Management ha comunicato che l’indice dei direttori d’acquisto (Pmi) per il settore manifatturiero statunitense si è attestato a quota 50,1 a ottobre, in leggero calo rispetto ai 50,2 punti di settembre. I nuovi ordini e la produzione hanno registrato un’accelerazione. Le consegne dei fornitori hanno mostrato un rallentamento, mentre l’occupazione e le scorte hanno subito una contrazione. A settembre le vendite al dettaglio hanno segnato un incremento dello 0,1% rispetto ad agosto e del 2,4% rispetto allo stesso mese del 2014. L’occupazione non agricola è complessivamente aumentata di 271.000 unità a ottobre e il tasso di disoccupazione è rimasto invariato al 5,1%. L’inflazione si è mantenuta su livelli contenuti. L’indice Msci Usa ha reso l’8,21% in dollari statunitensi e il 9,82% in euro.
Europa: alcuni indicatori segnalano un continuo miglioramento delle condizioni generali nell’Eurozona. Il Pmi di Markit riferito al settore manifatturiero dell’area euro ha registrato un leggero rialzo, dai 52,0 punti di settembre ai 52,3 di ottobre. Gli ordini all’esportazione hanno evidenziato l’incremento più consistente da quattro mesi. Secondo la stima rivista di Eurostat, il Pil è cresciuto dello 0,4% nel secondo trimestre 2015 sia nell’Eurozona che in tutta l’Unione europea (Ue). Rispetto al secondo trimestre 2014 la crescita è stata stimata rispettivamente all’1,5% e all’1,9%. Ad agosto, la produzione industriale nell’area euro si è attestata a -0,5% su base mensile e +0,9% su base annua, mentre per l’intera Unione europea i dati corrispondenti sono stati, rispettivamente, -0,3% e +1,8%. L’inflazione dell’Eurozona è temporaneamente salita allo 0,0%, dal -0,1% di settembre. L’indice Msci Europe ha reso l’8,29% in euro e il 6,70% in dollari statunitensi.
Giappone: il Pmi di Nikkei relativo al settore manifatturiero è salito a 52,4 a ottobre, da 51,0 nel mese precedente, sospinto da un netto rialzo dei nuovi ordini totali. L’istituto di statistica nazionale ha riferito che la spesa media mensile al consumo per famiglia ha segnato una flessione dello 0,3% in termini nominali e dello 0,4% in termini reali rispetto allo stesso mese del 2014. I prezzi al consumo sono aumentati dello 0,1% rimanendo invariati rispetto a un anno fa. Il Ministero dell’economia, del commercio e dell’industria nipponico ha reso noto che a settembre la produzione industriale è cresciuta dell’1,0% in termini destagionalizzati e diminuita dello 0,9% su base annua. In base alla seconda stima del Cabinet Office, nel secondo trimestre 2015 il Pil reale è calato dello 0,3%, pari al -1,2% su base annua. L’indice Msci Japan ha reso il 10,93% in yen e l’11,62% in euro.
Attività del portafoglio
A ottobre, abbiamo accresciuto l'esposizione azionaria al 19%, dal 12% di fine settembre. La volatilità di mercato misurata dall’indice Vix è tornata a valori più normali. Riteniamo che le ondate di vendite di fine estate abbiano creato opportunità d’ingresso in alcune classi d’attivo precedentemente costose. Abbiamo aumentato l’esposizione alle azioni dei mercati emergenti e alle obbligazioni a più alto rendimento, poiché le valutazioni sono divenute interessanti dopo la correzione.
Strategia e prospettive
Le azioni globali hanno recuperato terreno a ottobre, tuttavia riteniamo che la recente corsa al rialzo potrebbe non essere sostenibile, considerate le incertezze causate dal rallentamento cinese e dall’aumento dei tassi della Federal Reserve statunitense. Inoltre, i corsi azionari si sono apprezzati al punto che potrebbero non riuscire a tenere il passo con gli utili societari, su cui pesano le pressioni legate all’incerto andamento della domanda di beni e servizi. I dati sull’occupazione negli Stati Uniti superiori alle attese hanno fatto aumentare le aspettative di un rialzo dei tassi d’interesse da parte della Fed prima della fine dell’anno. Nel breve termine i mercati emergenti rimangono vulnerabili alle possibili ulteriori flessioni dei prezzi delle materie prime e all’apprezzamento del dollaro Usa. Manteniamo una posizione di liquidità relativamente alta nel nostro portafoglio, in quanto riteniamo che a breve termine prevalga ancora il rischio di ribasso.
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Tutti gli investimenti comportano dei rischi, tra cui la possibile perdita del capitale. Le opinioni espresse sono quelle dell’autore/autori alla data di pubblicazione del documento e possono variare in qualsiasi momento a causa di cambiamenti del mercato o delle condizioni economiche. Tutte le informazioni concernenti, i rendimenti attesi e le prospettive di mercato si basano sui risultati della ricerca, delle analisi e delle opinioni dell’autore/autori. Pertanto, talune conclusioni sono anche di natura speculativa e potrebbero quindi non realizzarsi. I rendimenti passati non sono indicativi dei risultati futuri. Tutti gli investimenti comportano rischi, tra cui la possibile perdita del capitale.