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Idee di Investimento – Obbligazioni –30 novembre 2015

30 Novembre 2015 10:33

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malgrado l’attività di investimento non sarà mai più noiosa come in passato. Le fonti di incertezza sono così numerose che pensare di governarle o prevederle sarebbe infatti da sprovveduti. Al contrario, fa sapere nell’articolo “Un portafoglio ragionevolmente orientato alla flessibilità”, Carlo Benetti, Head of Market Research & Business Innovation di GAM Italia Sgr, la consapevolezza dei limiti affina i comportamenti, aumenta la sicurezza in un mondo dove le numerose fonti di incertezza e instabilità mettono alla prova anche i più sinceri sostenitori del lungo termine: l’orizzonte di lungo periodo resta un cardine irrinunciabile ma è necessario il monitoraggio costante dei portafogli. Secondo Carlo Benetti, visto lo scenario nel quale operano gli investitori, è opportuno procedere alla verifica di alcuni requisiti di resilienza, ovvero la capacità di far fronte in maniera positiva a eventi traumatici:
1) la gestione attiva delle fonti di rischio è cruciale perché le opportunità non sono stabili, tantomeno definitive: il portafoglio sia ragionevolmente orientato alla flessibilità;
2) la direzionalità è rischiosa, come hanno dolorosamente dimostrato il taper tantrum del 2013 e le continue indiscrezioni sui tassi americani: diversificare con strategie «market neutral» (che permettono di investire nei mercati senza esporsi alla direzionalità degli indici) e prodotti flessibili a bassa volatilità è una mossa di asset allocation strategica, per definizione di medio-lungo termine;
3) la demografia muove, l’economia risponde.
Dalle dinamiche demografiche derivano preferenze geografiche (ad esempio la selezione di economie emergenti), preferenze tematiche (health care o il lusso), preferenze settoriali (l’esigenza di reddito di una popolazione che invecchia rende preferibili azioni ad elevato dividendo). “Questi criteri costituiscono una sorta di sistema di vasi comunicanti che permettono di sorreggere le sorti dei portafogli in un contesto di estrema incertezza” conclude Carlo Benetti.

Tra gli approcci che possono aiutare gli investitori amanti del reddito fisso a non tradire il proprio orientamento e, al tempo stesso, riuscire a puntare a rendimenti positivi anche per il 2016, un anno che si preannuncia particolarmente difficile per l’obbligazionario, ci sono i prodotti absolute return. Per Massimiliano Gnesi, gestore del [tooltip-fondi codice_isin="LU1120824179"]CS (Lux) Absolute Return Bond Fund[/tooltip-fondi], il suo fondo deve essere visto infatti come una valida opzione a disposizione dei risparmiatori alla ricerca di una diversificazione efficiente, i termini di rischio/rendimento, per il proprio giardinetto a reddito fisso. Il manager, nell’articolo “Una valida opzione di diversificazione nel reddito fisso”, spiega quali siano gli strumenti e le asset class che può utilizzare, gli obiettivi del fondo, e, soprattutto, perché questo comparto può essere particolarmente interessante in questo specifico contesto di mercato.

Un altro gestore, esperto delle strategie Absolute Return Bond, Daniel Sheard, Investment Director di GAM, nell’articolo “Obbligazioni, nel 2016 non mancheranno le opportunità” elenca su dove sarà possibile trovare valore e fondi di reddito: una preferenza relativa dell’Europa rispetto a Stati Uniti e Regno Unito; selettività nelle scelte sia nell’ambito del debito emergente che del credito. Il ricorso alle obbligazioni convertibili per partecipare al potenziale rialzo del mercato azionario con minori rischi rispetto alle azioni e, infine, l’adozione di strategie alternative e relative value (cioè che mettano in contrapposizione in portafoglio posizioni rialziste e ribassiste all’interno dello stesso segmento obbligazionario) per limitare le oscillazioni derivanti dai movimenti di mercato.

Ma anche gli investitori che volessero puntare su strategie direzionali obbligazionarie non devono disperare: c’è valore ancora sia nel mercato emergente che in quello high yield. Il giudizio sul debito emergente è sostanzialmente positivo sul segmento in valuta forte, mentre si preferisce propendere per un’attenta selezione sia per quanto riguarda quello in valuta locale (ancora troppo esposto alle fluttuazioni delle divise dei paesi emergenti) che per i corporate bond (che potrebbero veder aumentare il rischio fallimento nel 2016). Sono queste, infatti, alcune delle più importanti indicazioni fornite da Yacov Arnopolin, gestore di Goldman Sachs Asset Management specializzato in Emerging Market Debt nell’articolo “Debito emergente, quello in valuta forte è un’occasione”.

Tra le società di gestione con una view positiva invece sugli high yield per il 2016 figura Pictet Asset Management i cui fondi obbligazionari high yield mostrano una esposizione soprattutto verso gli emittenti con rating più elevati, in quanto, secondo il team di gestione, sono quelli che presentano le valutazioni più allettanti. Il portafoglio, in particolare, sovrappesa gli emittenti singola B: il team, nell’immediato, prevede inoltre un rafforzamento degli investimenti nei titoli targati doppia B. “Un altro elemento importante nei nostri fondi è rappresentato dalle telecomunicazioni, un settore che a nostro parere è pronto per un consolidamento. Se questa tesi si rivelerà valida e alcune società in portafoglio saranno rilevate da altre con un merito di credito più elevato, le nostre posizioni potrebbero beneficiarne. Anche il potenziale declassamento di alcune compagnie minerarie dalla categoria investment grade (IG) a quella speculativa (high yield), più probabile nell’ambito dei materiali e dell’industria estrattiva, potrebbe creare opportunità interessanti. Tali titoli sono infatti soggetti ad anomalie di prezzo che ne farebbero un investimento redditizio” fa sapere nell’articolo “High yield in euro, una risorsa importante per il 2016”, il team di gestione dei Pictet AM.

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