Christophe Bernard
Prezzi delle commodity, la variabile cruciale del 2016
3 Dicembre 2015 10:28
ostro parere, gli investitori dovrebbero essere molto selettivi in vista del 2016 e pronti a sorprese, soprattutto sul prezzo del petrolio. Le previsioni sulle quotazioni delle commodity, e in particolare del greggio, saranno una variabile cruciale nel 2016, perché influenzeranno in grande misura la redditività di settori azionari chiave e la qualità del credito di numerosi emittenti dei mercati emergenti” sottolinea Christophe Bernard, Chief Strategist di Vontobel, che, in quest’ottica, rivela di disporre di un importante quota di strumenti monetari in portafoglio, in modo da poter cogliere le opportunità di mercato che si dovessero configurare nei prossimi mesi.
Lo strategist ha intitolato lo scenario principale Vontobel per il 2016 Economia USA robusta, fiacca crescita mondiale e le ha attribuito una probabilità del 60 percento. “I nostri portafogli sono posizionati di conseguenza: siamo ampiamente neutrali nelle attività rischiose, sottopesati nei titoli di Stato, nei mercati emergenti e nelle materie prime e sovrappesati nel dollaro USA. Deteniamo anche livelli di liquidità superiori alla media per essere in grado di cogliere eventuali opportunità. Il nostro livello di convinzione dipende ovviamente dalla situazione su scala mondiale. A seconda dei dati economici dovremo rivalutare quale dei nostri scenari è il più probabile” puntualizza Christophe Bernard che, inoltre, resta piuttosto guardingo sul mercato azionario in generale.
“Mentre la combinazione di una modesta crescita mondiale e di politiche monetarie in gran parte espansive favorisce le attività rischiose come le azioni, le valutazioni sono, nella migliore delle ipotesi, eque e gli utili societari non accennano a salire. Il modesto potenziale di rialzo e la crescente volatilità richiederanno un approccio più tattico nei confronti degli investimenti e la selezione sarà un elemento cruciale”.
In un tale contesto, lo strategist prevede lievi perdite per i titoli di Stato dei paesi «core» dell’Eurozona (essenzialmente la Germania) e degli USA. Allo stesso tempo, i segmenti del credito, come le obbligazioni societarie high yield, dovrebbero generare discrete performance dal momento che la recessione è altamente improbabile. L’eventualità di una ripresa delle azioni e delle obbligazioni dei mercati emergenti, infine, per Christophe Bernard dipende invece in grande misura dalla stabilizzazione dei mercati delle materie prime.
Lo strategist ha intitolato lo scenario principale Vontobel per il 2016 Economia USA robusta, fiacca crescita mondiale e le ha attribuito una probabilità del 60 percento. “I nostri portafogli sono posizionati di conseguenza: siamo ampiamente neutrali nelle attività rischiose, sottopesati nei titoli di Stato, nei mercati emergenti e nelle materie prime e sovrappesati nel dollaro USA. Deteniamo anche livelli di liquidità superiori alla media per essere in grado di cogliere eventuali opportunità. Il nostro livello di convinzione dipende ovviamente dalla situazione su scala mondiale. A seconda dei dati economici dovremo rivalutare quale dei nostri scenari è il più probabile” puntualizza Christophe Bernard che, inoltre, resta piuttosto guardingo sul mercato azionario in generale.
“Mentre la combinazione di una modesta crescita mondiale e di politiche monetarie in gran parte espansive favorisce le attività rischiose come le azioni, le valutazioni sono, nella migliore delle ipotesi, eque e gli utili societari non accennano a salire. Il modesto potenziale di rialzo e la crescente volatilità richiederanno un approccio più tattico nei confronti degli investimenti e la selezione sarà un elemento cruciale”.
In un tale contesto, lo strategist prevede lievi perdite per i titoli di Stato dei paesi «core» dell’Eurozona (essenzialmente la Germania) e degli USA. Allo stesso tempo, i segmenti del credito, come le obbligazioni societarie high yield, dovrebbero generare discrete performance dal momento che la recessione è altamente improbabile. L’eventualità di una ripresa delle azioni e delle obbligazioni dei mercati emergenti, infine, per Christophe Bernard dipende invece in grande misura dalla stabilizzazione dei mercati delle materie prime.