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Idee di Investimento – Azioni – 07 dicembre 2015

7 Dicembre 2015 07:00

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ostanzialmente tre i suggerimenti per i risparmiatori che John Greenwood, capoeconomista globale di Invesco si sente di dare nell’articolo “Outlook 2016, ecco come diversificare gli asset rischiosi” per il 2016: un orizzonte temporale più lungo rispetto alle proprie abitudini, un’ampia diversificazione sia in termini di asset che geografica e una maggiore propensione verso le classi di investimento più rischiose: “Un orizzonte temporale più lungo consente di poter allestire portafogli più «tolleranti» alle oscillazioni del breve periodo al fine di poter catturare un maggiore rendimento nel medio – lungo termine. La diversificazione, invece, è sempre indispensabile e lo è a maggior ragione in questa fase per attenuare i pericoli di una specifica area geografica o di una particolare tipologia di asset class. Per quanto riguarda invece la maggiore esposizione agli asset rischiosi vorrei chiarire che, anche in questo caso, deve essere effettuata in modo equilibrato e diversificato investendo cioè sia in titoli obbligazionari con cedole più generose rispetto a quelle dei titoli di stato europei e americani, sia tramite partecipazioni immobiliari che offrano reddito e sia investendo in titoli azionari con dividendi di un certo livello (e, soprattutto, sostenibili nel tempo)”.

Le azioni ad alto dividendo, assieme ai bond high yield, sono le due asset class individuate da Aymeric Forest, Head of Multi-Asset Investments – Europe di Schroders, per rispondere alla domanda di income (flusso di reddito costante): “I titoli ad alto dividendo potrebbero offrire alcune caratteristiche di difesa con un flusso di cassa più solido e regolare. Si tratta di società che in Borsa hanno sottoperformato per più di due anni rispetto all’universo dell’azionario globale standard e ora offrono un punto di ingresso allettante” puntualizza infatti il manager nell’articolo “Alto dividendo e high yield, due fonti di reddito per il 2016”.

Per coloro che, invece, volessero per investire sul mercato azionario dell’Eurozona, con un approccio volto a concentrare gli investimenti su un numero limitato di aziende large cap di qualità, una possibile soluzione è rappresentata dal comparto [tooltip-fondi codice_isin="LU0111919162"]Pioneer Funds Euroland Equity[/tooltip-fondi]. Si tratta di un fondo che, come argomentato nell’articolo “Azioni area euro, portafoglio concentrato e scelte tattiche mirate”, investe prevalentemente in società dell’area Euro, ma può anche diversificare in paesi non inclusi nell’indice di riferimento (Gran Bretagna, Svizzera), coprendo il rischio cambio. Il processo di investimento si fonda su un approccio che combina scelte core, di più lungo termine, con temi più tattici, per cogliere eventuali opportunità di breve periodo (tendenzialmente 6-9 mesi). Più in particolare la componente core, alla quale fa riferimento circa il 75% delle scelte di portafoglio, è contraddistinta da titoli che devono soddisfare tre requisiti:
1) Qualità: management con un buon track record (in termini di esperienza e di capacità di gestione dimostrata nel tempo), di bilanci solidi e vantaggi competitivi sostenibili;
2) Crescita: società con interessanti prospettive di crescita;
3) Valutazione: società capaci di creare valore, ma non adeguatamente prezzate dal mercato.
Le società capaci di soddisfare questi requisiti sono compagnie stabili, con una rischiosità inferiore a quella dell’indice di riferimento, che tipicamente conseguono performance migliori in fasi ribassiste e di elevata volatilità.

A proposito di volatilità, secondo Ludovic Colin, Portfolio Manager Fixed Income di Vontobel Asset Management, gli investitori non dovrebbero essere sorpresi da qualche incremento a breve termine delle oscillazioni delle quotazioni, causate da un prosciugamento della liquidità o da trend temporanei legati anche alle chiusure dei bilanci di fine anno. Inoltre, come ha modo di puntualizzare nell’articolo “Dove c’è volatilità ci sono anche opportunità”, bisogna sempre tenere a mente che dove c’è instabilità le occasioni non mancano. D’altra parte l’esperienza di quest’estate dovrebbe essere stata piuttosto indicativa. A fronte di un notevole balzo della volatilità (l’indice VIX che misura le oscillazioni dell’indice S&P500 di Wall Street si è impennato in poche settimane da un valore di 12 fino ad un picco intraday di 53 il 24 agosto all’apice della crisi della Cina che aveva scatenato il panico sui mercati finanziari di tutto il mondo), alcuni investitori e gestori hanno potuto acquistare titoli eccessivamente penalizzati che, a distanza di soli due-tre mesi, hanno permesso di far guadagnare tra il 20% e il 30%.

Plusvalenze, tuttavia, che potranno essere agevolate da un approccio attivo al mercato e non come una semplice replica passiva degli indici. “Investire tramite fondi a gestione passiva, permette di guadagnare quanto gli indici di Borsa nel lungo periodo e non incentiva i piccoli investitori a spendere un sacco di tempo nello scegliere i singoli titoli: la loro principale preoccupazione è quella di pagare il meno possibile le commissioni annuali di gestione. Il problema è che sono davvero una piccola percentuale gli investitori che si possono permettere di avere un orizzonte temporale di lungo e lunghissimo termine (da 10 anni in su). Per periodi di tempo brevi si registrano variazioni anche significative nei rendimenti generati dai singoli titoli, paesi e settori, che possono essere catturati da gestori specializzati nello stock picking (selezione dei singoli titoli, settori e Borse). E, dal momento che siamo fermamente convinti che i mercati siano inefficienti, crediamo che un approccio attivo possa essere davvero determinante” sostiene nell’articolo "Borse, perché la gestione attiva avrà una marcia in più nel 2016” Alessandro Aspesi, Country head Italy di Columbia Threadneedle Investments.

E cosa può essere meglio di un fondo azionario globale internazionale per riuscire a cogliere le diverse opportunità sui mercati di tutto il mondo? Il comparto [tooltip-fondi codice_isin="LU0552385295"]MS INVF Global Opportunity[/tooltip-fondi] di Morgan Stanley Investment Management si prefigge di ottenere una crescita del capitale nel lungo termine investendo sia in società emergenti che affermate, che il team considera sottovalutate, purchè di alta qualità e caratterizzate da vantaggi competitivi sostenibili e solidi flussi di cassa. Per raggiungere questo obiettivo, il team di investimento, com’è spiegato nell’articolo “Una strategia globale per scovare le azioni sottovalutate”, si concentra sulla crescita a lungo termine piuttosto che sugli eventi a breve termine selezionando i titoli azionari attraverso una rigorosa analisi dei fondamentali. In qualsiasi contesto di mercato la scelta vincente si rivela quella di acquistare aziende a sconto rispetto al loro valore intrinseco. Secondo Kristian Heugh, Managing Director – Responsabile dell’International Growth Team e gestore del fondo, ci sono certamente alcuni temi interessanti, come ad esempio l’energia solare, i veicoli elettrici, la pubblicità su internet, i pagamenti elettronici e l’outsourcing, che attualmente appaiono molto promettenti se proiettati nel lungo periodo. Anche l’Asia sembra essere alquanto interessante, nonostante negli ultimi 5 anni abbia registrato dei risultati inferiori alla media globale.

Infine, restando in tema di opportunità da cogliere per i prossimo anno, si segnala l’idea di Davide Marchesin, Investment Manager di GAM. Come ha avuto modo di argomentare nell’articolo “Settore bancario italiano, scelta vincente anche per il 2016”, nonostante un ragguardevole +35% messo a segno da inizio anno, il settore bancario italiano dovrebbe avere ancora margini di crescita anche per i prossimi 12 mesi. Soprattutto, secondo Davide Marchesin, se la scelta sarà indirizzata verso gli istituti caratterizzati da redditività in graduale crescita e un modello di business che predilige il mercato interno.

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